Conoscete quella frivola storiella
di un certo asino di cui si discute a scuola?
Nella stalla gli vennero portate
per il suo pasto due quantità di fieno uguali,
della stessa qualità, per molte volte;
dai due mucchi l'asino si vide tentato
ugualmente, e, drizzando le orecchie,
proprio in mezzo ai due mucchi uguali,
concretizzando le leggi dell'equilibrio,
morì di fame, per timore di fare una scelta
Ma Cristo. Uno pensa che quando arriva il momento in cui può scegliere, ciò rappresenti la quintessenza dell’essere uomo, il non plus ultra, l’american dream, il realizzarsi della giammottanza, dote che porta con sé quei poteri che consentono di aprire il cammino, sbarrato non, come quello biblico, dall’acqua, ma da un mare di topa.
E invece è una merda. O forse, semplicemente, non ne sono abituato né capace. Soprattutto in un contesto che è quello di un periodo tragico, in cui ogni movimento, su ogni versante, mi sembra un potenziale autogol.
Vedo di accorciare, se no viene fuori un WOT che manco una testata atomica lo butta giù.
I tre protagonisti di questa storia hanno tutti tra i 22 e i 25 anni, e li chiameremo C, A e Z.
C conosce A un annetto fa ed inizia una storia travagliata, che inizialmente funziona, ma che presto cede, per poi trascinarsi tra vari dissapori e malumori fino a quest’estate, quando A lascia C. A distanza. Al telefono. C piomba letteralmente in un buco nero. Studio, vita sociale, interessi, tutto a puttane (e da allora la situazione non è molto migliorata).
C però, per quanto non fosse propriamente innamorato, vuole recuperare A e gioca la carta del sesso. Gli amici dicono “lasciastarepercaritàdiddio”. Ma C non lascia stare, e la cosa funziona, perché, beh, perché quello ha sempre funzionato tra C e A. Ci sono un’attrazione fisica e un senso di “compatibilità” a letto molto forti. I patti sono comunque che “ognuno può fare ciò che vuole”, quindi insieme non stiamo, avendo anche provato a uscire di nuovo con risultati pessimi.
E così va avanti per un po’, finchè C, pochi giorni fa conosce Z. Z è molto bella, e C se la farebbe all’istante. Si vedono un paio di volte, si arriva a preliminari spintini ma per fortuna ci si ferma lì. Ciò accade dopo l’ultima volta che C ha visto A, quindi niente mescolamenti strani.
Torniamo un attimo a C-A. Gran bel sesso, si diceva. Solo che A ricomincia a fare la carina, a essere dolce, a proporre di studiare insieme, di aiutarlo (perché sa quanto C sta male - anche se non so se ha ben realizzato di essere stata uno dei determinanti principali), ecc. C rifiuta sempre e costantemente, perché sa quanto male gli ha fatto perdere A una volta, e non vuole più dipendere da lei.
E quindi, direte voi: quale, C, A, Z, è il problema? Beh, i problemi sono che:
- C non vuole prendere in giro né A né Z, quindi niente sotterfugi e trovate strane, tipo mandare avanti entrambe le cose. Anche perché condividono in parte lo stesso ambiente universitario e hanno conoscenza in comune, ergo → muerte certa.
- C non è comunque convinto di lasciare A. In primis perché significa perdere del gran sesso sicuro (sicuro finché non trova un altro lei, chiaro eh). Ma non solo, altrimenti sarebbe semplice. Il punto è che la neutralità affettiva con A non c’è mai stata. C’è tutt’altro che amore eh, al di fuori del letto funziona poco o nulla, C si è sentito trattato come uno stronzo a volte, eppure condividere certi momenti in qualche modo lega a prescindere, soprattutto se si è stati legati prima. Soprattutto se lei comincia a comportarsi diversamente, dopo.
- C ha piuttosto voglia di continuare ciò che ha cominciato con Z. E alla mattina preferisce trovare i messaggi di Z, piuttosto che di A. Eppure C non è che sia convinto di Z. Può darsi che la veda ancora 2-3 volte e tutto finisca, che sia solo il sapore della novità.
- Il tempo stringe, perché sia A che Z fanno abbastanza pressione, seppur in modo diverso, su C, che tende ad allontanare entrambe e a rimanere paralizzato.
- In questo momento non riesco a gestire un cazzo.
Questo è il succo. Io pensavo di andare da A presto e parlarle per troncare, pur sapendo che:
Cosa ne pensate, professori dell’ammore?
- Pensare è un conto, averla di fronte e dirglielo un altro.
- Se va bene, uscirò da casa sua stando male. Se va male, uscirò stando male e sentendomi dare dello sporco approfittatore maschilista che se l’è trombata finché gli andava bene e poi basta. Nonostante ovviamente lei abbia accettato che fosse così, e che quanto ho scritto poteva capitare nelle stesse identiche modalità anche a lei.