A questo punto non serve Paracelso per intuire dove si andrà a parare in questa "una e mezza" primaverile firmata da Luca Enoch: un mostrone assetato di vendetta in agguato nella verzura(Billy! Billy!! Che cosa vedi? Che ca**o ti piglia? Non esiste uomo che ti metta paura!! UOOOOOOOORRRGHH!!! Sse rricorda en Afghanistan? Ca**o c'entra ora l'Afghanistan, che accidenti era quello?!?), una coppia di cacciatori con un oscuro segreto, Piero Pelu'(!), il nostro amico scout pronto a levar tutti quanti dagli impicci ed una gran passerona cioccolosa con tanto di canini metallici -quasi certamente rimovibili in caso di lavori delicati, o, forse, ci sta semplicemente ben attenta e bon-
Nell'insieme decisamente un buon lavoro: interessante il contesto fin da principio, con Ian che fa, suo solito, da chaperon spiegandoci la rava e la fava della cintura di forti che circonda la grande foresta(ma Gmor si romperà mai i co*lioni a starlo a sentire?), i riti ed il menage quotidiano di questi omoni irsuti e, quasi certamente, puzzolenti da stendere un hormagaunt costretti a vivere in forzata promiscuità e, sopra ogni cosa, delle tavole veramente splendide.
Il tratto pieno, deciso e castelliniano, la creatività nella composizione e la capacità di esaltare il movimento rappresentano il vero asso nella manica per questi albi.
Facciamola corta: in mano ad uno scalzacane da quattro soldi -come, purtroppo, non ne mancano- che ti piazza le solite tavole legnosissime e pallose l'opera avrebbe perso un buon 75% del suo valore.
Merita anche lo spinoffino(illustrato da un artista da tenere d'occhio) che, letto con il cuore gonfio di dolore per l'amaro destino della protagonista, ha un valore tutto suo particolare.
A patto che siate delle tenere canaglie come me, e non dei gretti cuor di pietra come i luridi cacciatori di cui sopra
E poi son finalmente pere in bella mostra, non so se rendo.