Ho scritto un raccontino.
Una cosa molto semplice, in prima persona, un po' autobiografica, dal tono abbastanza leggero e spensierato.
Non mi sembrava neanche malaccio.
Poi sono incappato nel mio peggior critico.
La moglie.
Tutto sommato le è piaciuto, ma ha bocciato su tutta la linea l'uso del passato remoto.
Dice che tutti quei "andai, vidi, lessi, capii, etc.." appesantiscono la scrittura e non si adattano al tono frizzante.
Io sono rimasto un po' stupito, perché non avevo mai messo in dubbio il fatto che dovesse essere al passato remoto.
Concordo un po' sul fatto che le forme verbali sono pesanti e lontanissime dal parlato quotidiano, ma che alternative ci sono?
Allora ho sfogliato un po' di libri che ho in casa e ho trovato diverse conferme del fatto che il passato remoto può dar vita a racconti in prima persona efficacissimi e non pesanti (Il giovane Holden, per esempio).
Poi però mi sono stupito di trovare anche altri esempi di scrittura al presente molto interessanti e vividi (Q di Luther Blisset).
A questo punto mi sono chiesto: e se alternassi i due registri verbali con parti "narrate" al passato remoto e parti "di azione", con molto discorso diretto, al presente?
Da avidi lettori quali siete, cosa ne pensate?