Ha funzionato solo il primo deceleratore a forma di ciambella
Nasa: fallito il test di atterraggio
della missione su Marte
Non si è aperto completamente il grande paracadute che dovrebbe frenare la capsula all’arrivo sul Pianeta rosso
di Paolo Virtuani
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Anche il secondo dei tre test di atterraggio della «ciambella volante» Nasa per Marte non è riuscito completamente. Il paracadute - il più grande mai dispiegato nella storia dell’aviazione - si è aperto solo parzialmente nel volo di prova chi si è svolto lunedì 8 giugno alle Hawaii per sperimentare il comportamento dell’Ldsd (Low-Density Supersonic Decelerator), la tecnologia di frenata scelta dall’agenzia spaziale statunitense per far atterrare dolcemente una navicella con a bordo esseri umani in una futura missione sul Pianeta rosso.
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Ldsd: parzialmente fallito il test di atterraggio su Marte
- Ldsd: parzialmente fallito il test di atterraggio su Marte
- Ldsd: parzialmente fallito il test di atterraggio su Marte
- Ldsd: parzialmente fallito il test di atterraggio su Marte
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Dalle Hawaii
Lanciato alle 19,45 (ora italiana) da una base militare nell’isola di Kauai con un pallone sonda gonfiato con gas elio, Ldsd - del peso di 3 tonnellate - dopo tre ore di ascesa è stato sganciato una volta raggiunta l’altitudine di 37 mila metri sopra l’oceano Pacifico. Poi sotto la spinta di un motore razzo in due minuti il velivolo è arrivato sino a 55 km di altezza toccando una velocità di 4.651 km all’ora, quattro volta la velocità del suono. A questo punto si è gonfiato il deceleratore a forma di ciambella chiamato Siad (Supersonic Inflatable Aerodynamic Decelerator) che ha rallentato il velivolo fino alla velocità di poco più di 3 mila km all’ora, due volte e mezza la velocità del suono. È stato a questo punto - quando doveva aprirsi il grande paracadute di 30,5 metri di diametro - che qualcosa non ha funzionato. Il paracadute infatti si è aperto solo parzialmente.
Simulazione di Marte
Il test è avvenuto nell’alta atmosfera in quanto le condizioni sono simili a quelle che una futura navicella si troverà a incontrare entrando nell’atmosfera di Marte. Il problema che deve affrontare una missione diretta al Marte è duplice. Da una parte il viaggio - che dura mesi - deve avvenire nel più breve tempo possibile per evitare agli astronauti una lunga esposizione ai raggi cosmici, quindi la navicella deve viaggiare a grande velocità. Dall’altra parte la tenue atmosfera marziana, a differenza di quella più spessa della Terra, non consente una buona azione di rallentamento e quindi qualsiasi oggetto diretto sulla superficie di Marte deve disporre di un grande paracadute.
Terzo test in estate 2016
Il primo test, eseguito il 28 giugno 2014, andò ancora peggio: il paracadute si lacerò in fase di discesa e il disegno venne modificato. La Nasa ha un programma un terzo test nell’estate del prossimo anno con un paracadute che sarà modificato in seguito ai dati forniti dal test fallito delle Hawaii
9 giugno 2015 | 16:22
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