Lombardia, la Lega finanzia il call center antigender nelle scuole: "Abbiamo l'ok di Maroni"
Cinquantamila euro destinati a genitori e studenti. E' per segnalare "iniziative contrarie ai valori della famiglia"
Un numero verde attivo 24 ore su 24. Per consentire "a genitori, studenti e personale scolastico di segnalare episodi contrari ai valori della famiglia, con particolare attenzione alla tutela dei minori". È il call center "anti gender" nelle scuole ideato dal Carroccio e proposto con un emendamento al bilancio 2016-2018 da discutere in Consiglio regionale. Con l'emendamento il partito di Maroni - il capogruppo in Consiglio, Massimiliano Romeo, è il primo firmatario - chiede infatti lo stanziamento di 50mila euro per il 2016, da assegnare all'assessorato alle Culture, identità e autonomie guidato da Cristina Cappellini (Lega Nord), per "attribuire risorse per l'utilizzo di un numero verde, attraverso l'occupazione di operatori telefonici".
La proposta non è nuova: si rifà alla mozione per "contrastare la diffusione della teoria gender nelle scuole lombarde" che il parlamentino di via Fabio Filzi ha approvato, con i voti della maggioranza e su proposta del Carroccio, a ottobre. "È poi emersa - ricorda il capogruppo Romeo - il 17 ottobre, durante lamanifestazione dedicata alla famiglia. Quando anche il governatore Roberto Maroni ha dato il suo ok". Il riferimento è al convegno "Nutrire la famiglia per nutrire il pianeta", organizzato al Pirellone e svoltosi, tra le polemiche, a porte chiuse, con l'esclusione dei giornalisti dalla sala durante l'intervento del governatore. Per evitare che si potessero ripetere incidenti e imbarazzi simili a quelli che si erano verificati lo scorso gennaio.
Quando al primo di questi appuntamenti promossi da Palazzo Lombardia "in difesa della famiglia tradizionale" (e in quel caso organizzato con l'associazione "Obiettivo Chaire", che considera l'omosessualità una malattia da curare) in seconda fila, proprio alle spalle dell'assessore Cappellini e del presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, era seduto don Mauro Inzoli. Sacerdote confessore dell'ex governatore Roberto Formigoni e vicino a Comunione e liberazione, accusato di violenza sessuale su minori e rinviato a giudizio lo scorso ottobre.
L'obiettivo del numero verde ideato dalla Lega è individuare le scuole dove ci sono riferimenti alla cosiddetta "teoria gender": una sorta di "sos" per genitori e insegnati preoccupati, insomma. Un call center "di delazione", invece, per le opposizioni. "Noi vogliamo sapere dove ci sono questi insegnamenti o vengono adottati libri che li promuovono - spiega Romeo - Una volta individuati gli istituti in questione, la Regione potrà intervenire o chiedere al ministero di muoversi. La nostra è una mozione a favore della famiglia, nucleo fondamentale della nostra società".
All'attacco il Pd: "Ci risiamo. L'ossessione leghista per gender e dintorni si materializza anche nella discussione di bilancio - scandisce il democratico Fabio Pizzul - Fatico davvero a comprendere l'utilità di un call center, magari con sede a Paternò, con cui raccogliere segnalazioni su fantasmi che esistono solo negli incubi padani. Mentre il governo vara misure concrete per le famiglie numerose, in Lombardia rimaniamo fermi alla propaganda".