Quote:
Note: Traduzione di Matteo Colombo e Giuseppe Strazzeri
Caratteristiche: rilegato, con sovraccoperta
Note di Copertina
Dave Eggers è senz'ombra di dubbio l'autore statunitense più ammirato e imitato della sua generazione. Grazie all'attività di editore di "McSweeney's" (la rivista più innovativa e importante del panorama odierno), è stato uno dei protagonisti più importanti del rinnovamento e dello svecchiamento della narrativa mondiale.
Al contempo è stato capace di sviluppare uno stile letterario assolutamente unico, divertente, incredibilmente inventivo, emotivamente forte e con venature anche dark.
La fame che abbiamo è un insieme di storie che ci riportano con tutta la loro sorprendente capacità di emozionare al fascino originale di L'opera struggente di un formidabile genio. Benché soggetti e ambientazioni siano i più diversi (si passa dai ricordi di un setter irlandese in fuga alle meditazioni umoristiche e agrodolci sul suicidio e sull'amicizia), in realtà il libro costituisce un'avventura narrativa organicamente strutturata che fotografa dai più diversi punti di osservazione quella ineludibile domanda, quella ricerca ora affannosa ora giocosa di qualcosa al di fuori di noi, di un senso, di una direzione: la fame che abbiamo - per l'appunto - che è al centro delle nostre vite.
Ah, io sono un cane veloce. Ma veloce sul serio. È la verità, e mi piace da matti essere veloce, e lo dico anche. Avete presente i cani veloci, no? Quelli che vi schizzano accanto e dite: Cavolo! Quello sì è un cane veloce. Ecco, io sono così. Un cane veloce. Ma proprio veloce veloce. Huuuuuuuu! Huuuuuuuuuuuuu!
Dovreste vedermi, qualche volta. Vedere come vado veloce
quando sono al massimo della velocità, quando si vede proprio che ho qualcosa da fare, e tiro dritto a testa bassa senza guardare in faccia nessuno.
Dall'anticipazione:
"La fame che abbiamo" raccoglie 15 storie molto diverse tra loro per lunghezza e argomento, ma tutte accomunate dalla capacità quasi magica di Eggers di trasformare le parole in oro per i suoi lettori. Come è sua abitudine l'autore è alle prese con i materiali base della vita: la rabbia, il dolore, le emozioni che si mischiano e mutano da un secondo all'altro, la meraviglia e la gioia. Per quanto ricco di humor e di momenti di allegria il libro è figlio dei tempi difficili in cui è stato scritto e nei quali viviamo. Le storie ci raccontano di Pilar, di Tom o di Rita o di narratori senza nome di solito alle prese con qualche strana località nella quale sono appena arrivati: Costa Rica o Egitto, Scozia, la Interstate 5 etc. L'obiettivo di Eggers - come è evidente fin dal titolo - è quello di esplorare il modo in cui i nostri comportamenti sono determinati da qualche tipo di fame: fame di intimità, di rapporti e - soprattutto - di un qualsiasi genere di trascendenza, anche la più fuggevole. I personaggi di queste pagine sembrano animali lenti, cocciuti e poco lucidi che del tutto casualmente si ritrovano redenti da attimi nei quali miracolosamente sono investiti da una luce quasi divina che li trasforma. La magistrale capacità narrativa di Eggers illumina alla perfezione questa tensione tra i nostri istinti più alti e più bassi e conferisce una grazia unica alle sue storie. Commentando una di esse, il quotidiano britannico "The Observer" si è spinto a definirla "l'ultima grande storia del XX secolo".