Originariamente Scritto da
Il Nero
Lo chiamo moralismo perchè ci sono una lunghissima serie di cose che danneggiano la nostra salute è che sono accettate solo perchè ormai fanno parte della nostra società, e trovo ipocrita fare distinguo non in base a criteri razionali, ma semplicemente in base a criteri culturali. Vabbè.
Comunque "disincentivare" e "proibire" sono due concetti completamente differenti, tanto per dire.
Il fatto che lo Stato si muova nella direzione opposta di quella di concedere sempre maggiori libertà non è una cosa che posso prendere come dato di fatto, anzi vi sono fortemente contrario. E per la droga, e per l'eutanasia, e per mille altre cose che solo adesso mi vengono in mente.
Io non sono abituato a ragionare per assiomi, per questo, più che un'improvvisa liberalizzazione, proporrei una "sperimentazione", da attuarsi in una zona relativamente ristretta e per un lasso di tempo limitato, da condursi sotto attentissima supervisione, in modo da rendersi conto del reale impatto che un'iniziativa di liberalizzazione può avere.
Poi si tirano le somme, e se le conseguenze sono negative, ci si mette una croce sopra. Però non dare spazio ad una possibilità del genere è sbagliato, secondo me.
E non si tratta solo di affermazioni di principio, ma anche e soprattutto di essere pragmatici, come ho già detto. Lo Stato può sbattersi quanto vuole, il fenomeno droghe leggere è tecnicamente impossibile da arginare, anche e soprattutto perchè la stessa popolazione (e a dirla tutta, anche i tutori dell'ordine) non vede più le droghe leggere come una minaccia o qualcosa di fortemente negativo.
Fare finta di niente:
1) Non riduce il fenomeno.
2) Arricchisce la malavita.
3) Non permette alcun controllo sulle dimensioni del fenomeno.
4) Non permette alcuna regolamentazione sull'ambito di utilizzo.
5) Non permette alcun controllo sui reali contenuti della droga.
6) Espone i giovani al contatto con la malavita, con tutte le conseguenze del caso ("inviti" a provare roba più pesante, "offerte" di "lavoretti" in cambio di "merce" ecc.).