Oscurati simboli e riferimenti cristiani. Il ministro Straw:
"Perché dovrebbero risentirsi per i nostri festeggiamenti?"
Londra, Natale senza luci
per non offendere l'Islam
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - Per molti uffici, scuole e strade del Regno Unito, quello del 2006 sarà una Natale senza decorazioni, festeggiamenti e simboli natalizi. Il 74 per cento delle aziende private, annuncia un sondaggio pubblicato dai giornali inglesi, hanno deciso di vietare i tradizionali Christmas parties, le feste tra colleghi, impiegati, dipendenti di uno stesso ufficio, che si tengono solitamente tra il 20 e il 24 dicembre in tutto il paese. I presidi di numerose scuole hanno suggerito in una circolare agli insegnanti di non incoraggiare gli allievi a scambiarsi i biglietti e le cartoline con gli auguri di Natale.
Varie città e cittadine, da Birmingham a Rotherham, hanno sostituito alberi di Natale, presepi e altre decorazioni con chiaro riferimento alla festività cristiana con più blandi simboli delle Winter Holidays, le vacanze "invernali". Perfino la Royal Mail, al momento di emettere come ogni anno una nuova serie di francobolli natalizi, ha abolito ogni riferimento al Natale cristiano, limitandosi a immagini di scoiattolini infreddoliti e fiocchi di neve.
"E' l'ultima follia del politicamente corretto", scriveva ieri il quotidiano Guardian, sostenendo che imprese private, autorità municipali e ministero dell'Istruzione sono preoccupati di offendere la sensibilità religiosa dei milioni di cittadini britannici che appartengono a un culto non cristiano, e per questo stanno gradualmente rinunciando a celebrare il proprio.
Ci sono probabilmente anche altre ragioni. Alcune imprese, per esempio, citano i costi delle feste di Natale in ufficio e delle decorazioni natalizie: un taglio delle spese che, nelle aziende con molti dipendenti, finisce per essere non tanto piccolo.
Certe scuole temono di essere citate in tribunale per discriminazione religiosa, specie dopo le polemiche che hanno accompagnato il licenziamento di una maestra, di religione islamica, che rifiutava di togliere il niqab (il velo che lascia scoperti soltanto gli occhi) in classe. Altri riconoscono che, dopo l'attentato nel metrò di Londra del luglio 2005 e di fronte ai continui allarmi terrorismo, è comunque preferibile evitare di suscitare discordia. E riguardo alle decorazioni luminose non manca chi sottolinea l'esigenza di un risparmio energetico. Ma l'ossessione del "multiculturalismo politicamente corretto" rappresenta probabilmente la motivazione principale: e qualcuno, davanti all'abolizione del Natale, comincia a dire che si esagera.
"E' semplicemente una sciocchezza", afferma Jack Straw, ex ministro degli Esteri e attuale ministro per i rapporti con il Parlamento. "Non conosco alcun cristiano che vorrebbe impedire agli ebrei di celebrare Yom Kippur o agli islamici di celebrare l'Id. Né penso che esistano musulmani che si risentono perché i cristiani celebrano il Natale". Dello stesso parere è anche il Forum Cristiano-Musulmano, un'associazione multiconfessionale creata dopo l'attentato del 2005: "Decisioni come quella di abolire le decorazioni natalizie portano acqua la mulino dell'estrema destra razzista e finiscono per ripercuotersi proprio contro i seguaci dell'Islam". Il dibattito si sta dunque scaldando. Intanto, il prossimo 25 dicembre, quando la Bbc trasmetterà gli auguri di Natale della regina, l'emittente privata Channel Four farà porgere gli auguri di Happy Christmas alla nazione da un'annunciatrice araba, col volto coperto dal niqab. Se sia una provocazione ironica, o una cosa seria, lo decideranno i telespettatori.
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Ecco a cosa porta il relativismo se estremizzato in un laicismo di maniera che arriva addirittura a rinnegare le proprie tradizioni per rispettare l'altro. Tutto questo non può che aumentare il dissenso secondo me, altro che dialogo....