Un paio di mesi fa i "trend setter" redazionali (Raffo e MA, chi altri...) hanno scovato per la rete un giochino semplice semplice, ma dannatamente divertente. Da quel momento nulla è stato più lo stesso e le nostre già misere vite sociali sono state azzerate, le nostra già precaria produttività ha subito una brusca caduta: è arrivato GUNBOUND (www.gunbound.net)!
Prendete il concept di Worms, adattatelo a uno stile fumettoso super deformed, farcitelo di armi e veicoli, consentitegli una personalizzazione estrema dei personaggi, dotatelo di un sistema di chat live, di una modalità multiplayer varia e ben studiata, di una ladder mondiale, supportatelo con un sito... miscelate e avrete ottenuto un composto devastante.
Alla faccia delle produzioni milionarie, delle licenze che pesano, dei nomi blasonati, un manipolo di geniali coreani ha dato vita a un fenomeno...
... che oggi coinvolge più di un milione di giocatori sparsi per il mondo. Gunbound è divertentissimo, è una specie di droga da cui è difficile uscire ed è gratis! Senza contare le implicazioni socio-culturali derivanti dalla convivenza di persone appartenenti a etnie e culture così diverse in una stessa stanza di gioco. Nienta da dire, Gunbound non solo diverte, ma stimola anche parecchio. A questo punto la domanda è spontanea: si sta aprendo una nuova formula di videogioco che non coinvolge distribuzione, terze parti, intermediari, grandi publisher e che fa della giocabilità e il coinvolgimento la sua ricchezza? Stiamo forse assitendo, grazie alla rete, a una nuova alba dei videogiochi in cui bastava l'estro creativo e pochi mezzi per sfondare? Un modello economico gratuito (con solo poche opzioni non necessarie a pagamento) può reggere i costi di gestione? Parliamone... se poi voleste sfidare il clan SodomITA, siamo sui server pronti a darvele di santa ragione...
Duspa