soffri anche tu della presbiopia per cui la scienza sperimentale sarebbe una descrizione precisa dell'essenza del mondo. Così non è.
La scienza (posso omettere di metterci sperimentale senza che qualcuno ritiri fuori la storia della matematica? grazie) è una descrizione approssimata dell'apparenza del mondo (ovvero del modo in cui le esperienze che compiamo percepiscono la realtà).
Per questa ragione, anche se le teorie che spiegano il verificarsi di certi fatti si evolvono, e a volte si stravolgono, la validità di ciascuna (nel proprio ambito, e con le approssimazioni che possiede) non viene MAI meno, anche quando viene superata da teorie più raffinate.
Es. spicciolo: il sistema tolemaico ipotizzava un movimento atrocemente complesso dei pianeti (moto di rivoluzione secondo orbite circolari, moto di rotazione spiraliforme attorno a un asse teoricamente posto sull'orbita circolare, etc...), terra al centro dell'universo, sole che si muove lungo l'eclittica.
Ebbene, tale sistema, da copernico in poi si è dimostrato non rispondente alla realtà (nel senso che la terra non è al centro dell'universo, e i pianeti non si muovono in quella maniera rispetto alle stelle fisse).
Però ci sono voluti quasi 100 anni perchè il sistema copernicano fornisse previsioni più precise della posizione dei pianeti rispetto a quello tolemaico; se per assurdo l'approssimazione tolemaica fosse sufficiente (tralasciando il fatto che è enormemente più complesso) niente vieterebbe di usarlo ancora oggi (perchè nel sistema di riferimento terracentrico esso descrive le cose piuttosto bene).
Stesso discorso per la fisica classica, che anche se sappiamo che la materia segue leggi totalmente diverse (non è infinitamente divisibile, c'ha sul groppo relatività e meccanica quantistica, etc) ha cmq una validità di applicazione, nel suo ambito e con le sue approssimazioni, che RESTA tale, anche a distanza di decine di anni dalla introduzione di teorie che la superano.
Nell'esempio che ho fatto delle stelle fisse appese alla volta celeste, la demenza sta nel credere (appunto) che la descrizione scientifica corrisponda alla realtà; invece essa è una semplice DESCRIZIONE della realtà (meglio, dell'esperienza che abbiamo della realtà e, lo ripeto fino alla nausea, nell'ambito di applicazione e con le opportune approssimazioni), utilizzata per fornire previsioni sull'andamento della stessa.
Viceversa chi ha fede in una confessione che dice, poniamo, che l'anima esiste, crede che l'anima esista, ovvero crede nella CORRISPONDENZA tra fede e realtà.
Si coglie adesso la fondamentale differenza tra fede e scienza, per cui dichiaravo il paragone irricevibile?