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Dicono di loro:
Klinkhammer: Ricercatore dell'istituto Storico Germanico di Roma con responsabilita' per il settore della storia moderna e contemporanea.
Bocca: Nato a Cuneo nel 1920, Bocca ha partecipato alla evoluzione del giornalismo italiano a partire dal primo dopoguerra in cui si occupava di cronaca. Avendo partecipato alla guerra partigiana nelle formazioni di Giustizia e Libertà.
Giorgio Bocca è un vero e proprio decano dei giornalisti italiani, uno dei più amati e uno dei più letti in assoluto.
Pansa: Giampaolo Pansa è uno dei più affermati giornalisti italiani. Nato a Casale Monferrato nel 1935, è condirettore de L'Espresso. Per Sperling & Kupfer ha pubblicato con grande successo saggi e romanzi. Come giornalista ha lavorato a La Stampa, al Giorno, al Corriere della Sera, a Panorama, a La Repubblica e a L’Espresso. È autore di saggi di storia contemporanea (La resistenza in Piemonte, 1965; L’esercito di Salò, 1970; Ottobre addio. Viaggio tra i comunisti italiani, 1982, premio Fregene per la saggistica; Il gladio e l’alloro (1991), e di romanzi
Venturi: Franco Venturi è nato a Roma nel 1914 ed è morto a Torino del dicembre 1994. La famiglia era originaria di Modena e il nonno, Adolfo Venturi, aveva ricoperto a Roma la prima cattedra di Storia dell’Arte in Italia e inoltre aveva dato vita alla Scuola di perfezionamento per la formazione del personale per i musei e le sovraintendenze. Tra il novembre 1931 e il gennaio del 1932 il gruppo cadde nella rete repressiva dell’Ovra e lo stesso Venturi fu fermato e poi rilasciato. Anche a seguito dell’arresto del figlio, oltre che per il suo rifiuto di prestare giuramento di fedeltà al fascismo (uno dei soli 13 su circa 1200 professori universitari). Qui Franco, diciottenne, si iscrisse alla Facoltà di Arte della Sorbona e iniziò la sua attività antifascista. A casa del padre entrò in contatto con l’antifascismo italiano in esilio: Salvemini, Nitti, Garosci.
Fenoglio: Di estrazione modesta (i genitori gestiscono una macelleria), egli giunge a frequentare il liceo classico, dove incontra due persone importanti per la propria formazione: il professore di filosofia, Pietro Chiodi, e quello d’italiano, Leonardo Cocito, entrambi antifascisti e partigiani combattenti. Iscrittosi alla facoltà di lettere, all’Università di Torino, deve interrompere gli studi perchè chiamato alle armi. Durante la seconda guerra mondiale partecipa alla Resistenza, da subito mostrando la propria vocazione ad un’assoluta libertà di giudizio: in un primo momento nelle formazioni “rosse” dei garibaldini, successivamente se ne distacca per passare a quelle “azzurre”, badogliane o monarchiche, anche qui assumendo posizioni decisamente personali.
Revelli: Benvenuto (Nuto) Revelli nasce a Cuneo il 21 luglio 1919, da una famiglia benestante. Subìsce il fascino dell’istituzione militare, come di frequente accadeva nella borghesia piemontese.
Nel 1939 entra nell’Accademia Militare dell’Esercito di Modena, uscendone con i gradi di sottotenente. Giusto in tempo per partire da Rivoli (Torino), con un treno-tradotta, per il fronte russo, nell’estate del 1942. Ufficiale degli alpini della Tridentina nella tragedia della campagna di Russia, a questa esperienza Nuto si rifece quando divenne uno dei primi organizzatori della resistenza armata nel cuneese.
Chiamò infatti Compagnia Rivendicazione Caduti la prima formazione partigiana messa insieme, prima di portare i suoi uomini nelle formazioni di Giustizia e Libertà.
de Felice: Questo spero che lo conoscono tutti, comunque:
Laureatosi nel 1955-1956 con Federico Chabod, ottiene lo stesso anno la borsa dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli, fondato da Benedetto Croce e diretto dallo stesso Chabod. Iscritto al PCI, nel 1956 è tra i firmatari del celebre Manifesto dei 101, sottoscritto da intellettuali dissenzienti verso l'atteggiamento scarsamente critico del partito rispetto all'invasione sovietica dell'Ungheria. Insieme a molti dei firmatari del manifesto, De Felice lascia il PCI. Nel 1972 si trasferisce all'Università La Sapienza di Roma, dove insegna Storia dei partiti politici nella facoltà di Lettere, poi, dal 1979, in quella di Scienze politiche, infine, nel 1986, passerà alla cattedra di Storia contemporanea.
P.S. Per inciso di alcuni autori qui citati, hai citato solo alcune opere, non tutte.