Mi chiedete sempre quando dove e perché lavorare nel settore di cui parliamo. Potrei rispondervi fornendo l'indirizzo di casa tosini onde sfracellare i genitali al vostro vicecaporedattore preferito e ottenere una rece di prova. Potrei ma non lo faccio, anche perché i dati sarebbero impietosamente censurati contro qualsiasi libertà di espressione (il che porterebbe a una denuncia all'associazione giornalisti e il tapino sarebbe costretto a presentarsi al cospetto della corte con il numero 7 platinato sulla nuca, la qual cosa - se mi permettete - cadrebbe in un pessimo gusto che sarebbe bene scongiurare).
Quindi, in soldoni, la vostra alternativa è un'altra. Leggo e apprendo circa la futura seconda edizione del corso italiano di game design, qualcosa che oltre a rimpinguare le casse dei rispettivi docenti si propone come obiettivo quello di fare dei partecipanti buoni addetti di settore. Che significa? Significa che la ventina di fortunati partecipanti (ehi, non lasciartelo scappare, ci potresti essere anche tu!) dovrà vedersela con un corso della durata di un anno suddiviso in due parti. Dapprima il modulo cultural-teorico, poi il pragmatismo, ossia il laboratorio. Insomma si parlerà di principi del game design, di storia, teoria e critica dell'intrattenimento elettronico.
All'interno del corso potrete dapprima imparare a realizzare la vostra idea, quindi mettere im pratica ciò che avete imparato, eventualmente procedendo in gruppi (come quando alle scuole medie facevate le ricerche di scienze). Il profilo che si andrà a sviluppare non sarà espressamente tecnico, anche se sarete indirizzati all'uso di alcuni strumenti utilizzati sul campo dalle software house. Certo, non potrete certo pretendere di diventare i nuovi John Carmack, diciamo che dovete pensare piuttosto a un Richard Garriott, un Warren Spector o un Peter Molyneux, se mi sono spiegato. Insomma, dovete cercare il tramite adatto in cui veicolare la vostra creatività repressa (e qualche soldino che avete messo da parte per lo scooter).
La cosa parte a ottobre presso l'Istituto Europeo di Design di Milano (al cui ulro vi defenestro cliccando qui).
E dopo? Beh, dopo potete passare di qui senza problemi e vi sarete guadagnati tutti gli indirizzi, i numeri di telefono e le generalità per soddisfare i vostri morbosi desideri circa la summenzionata carogna di paullo. E se non vi basta vi garantisco anche una partita a scacchi della durata di un minuto con il raffo.
Andateci, stringerete in un amichevole abbraccio di 10 minuti il docente di storia e cultura e non è detto che un giorno non possiate circolare con una maglia recante lo slogan tanto amato dalla defunta Origin e dal suo mentore...