OT
...oddio,come si chiamava lo"stupido cavallo" ??
OT
OT
...oddio,come si chiamava lo"stupido cavallo" ??
OT
The sky has fallen again.
At the dead of night I looked into the mirror and stared at reflections of the true untrue.
And I realized.
The hourglass is almost empty and refilling with dust.
Memories slacken, sudden fading.
Nothing remains.
And the scent of the lost innocence still wafts above.
But cannot lose what never had, for I’ve been raped and slain thousand times by life.
Aye.
No one’s innocent.
I’m devoured by my own will.
Abandoned.
Wracking.
Fui non sum
Estis non eritis
Nemo immortalis.
I held my soul trapped into a jail of thought, believing in the principles of mind.
But there’s no prime cause beyond the nothingness.
Return to darkness.
Night, embrace me.
Dreaming in a dream.
No one could understand.
No one would understand.
Neither do I.
Clung to a useless blade of grass named deception.
Love is destructive.
I'm on the edge
falling
I've failed humanity
Ho perduto il controllo della ragione, consumandomi nel tentativo di contenere la follia.
Mi sto uccidendo.
Lentamente.
Forse sono già morta.
O, più probabilmente, non ho mai vissuto.
Ho emesso il primo vagito troppo tardi, quando era ormai giunto il momento di Atropo.
Ed eccomi divenuta buco nero.
Ingurgito quanto mi circonda e non me ne sazio.
Desidero solo collassare in me stessa e dimenticare l'esistenza del mondo.
Vivere i propri giorni nella consapevolezza che il ruolo per il mantenimento dell'equilibrio cosmico è annegare nel dolore.
Conservarsi disfacendosi nel piatto della bilancia ad esso eternamente dedicato.
Costruirsi una fortezza.
Di paglia.
Rincorrere a perdifiato il destino precluso...
Il sicuro nulla mi attende.
L'incerto qualche cosa, anche.
Nihil.
(29/12/2002)
Scusa, forse sono io a non essere particolarmente sveglia, ma fatico davvero a seguirti in quest'ultimo componimento (che non saprei se definire prosa o poesia, fa parte di quelle cose a metà che mi piacciono e sconcertano tanto ) me lo spieghi?
[ndVal: qui c'era la spiegazione del mio precedente componimento.
non sarà ripristinata ]
grazie, mi spiace leggere tanta disillusione in un componimento, ma se questo è il significato non ho nulla da aggiungere, in fondo è la tua visione della vita
Val,siccome sono in periodo di creatività nulla,non saresti per caso interessata ad una collaborazione con il mio gruppo musicale alternativo?
Se vuoi sapere i particolari inviami un U2U o una E-mail...
I
Era una gioia appiccare il fuoco.*
Una singola piccola scintilla, dunque le fiamme.
Un focolare può diventare incendio, se alimentato.
Oppure morire lentamente.
Se lasciato a languire.
Oppure morire in uno sbuffo.
Se innaffiato d’acqua.
Per qualche tempo, resta ancora la brace.
Ed essa è appena sufficiente per mantenere vivo l’ultimo respiro del calore che fu.
Terminata anche quella, tutto è perduto.
Alcuni mi attribuiscono il nome di Fuoco.
Ma ne possiedo mille altri.
Quante altre metafore attribuirai al vuoto che ti divora? Dimentica ciò che è stato, abbandona un focolare per crearne un altro, se possibile ancor più generoso di calore, poiché è quanto necessita il tuo cuore attanagliato dalla morsa di gelo che spira dall’umanità intera.
Una fortezza di paglia…Infine è giunto il fatale sbuffo di vento e tutto è miseramente crollato, come già prediceva la fragile struttura che hai tentato, ahimè invano, di sorreggere quasi con la tua sola forza.
Un tavolo a cui è tagliata anche una sola gamba, vacilla.
Per quanto siano robuste le altre.
Dunque trascinerai il morto, arrivando addirittura a portarlo sulle spalle, o semplicemente lo nasconderai entro il legno cavo di un albero? Ma sappi che dovrai liberartene, in quanto avrai necessità di compagni vivi.**
Il fiasco è ormai vuoto.
Svuotato.
Ed il suo peso è ben più gravoso del medesimo recipiente.
Benché colmo.
Getta quindi il vuoto vetro e preparati ad assaporare quanto contenuto negli altri fiaschi, certuni ancora in attesa d’essere stappati.
Il disperato sull’orlo del precipizio, tenterebbe di aggrapparsi persino ad un filo d’erba, pur di non cadere.
Sostenersi al passato non è meno deleterio, quando è il futuro ad attenderci ed il presente a preservarci, talvolta spronandoci a gettarci in seno a colui che verrà dopo di esso; ovvero sempre il futuro.
[Continua]
* Incipit di “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury.
** Rif. al “Prologo Di Zarathustra”, paragrafi 8-9 da “Così parlò Zarathustra – Un libro per tutti e per nessuno” di Friedrich Nietzsche.
P.S.: Accidenti, con tanto di note parrebbe QUASI uno scritto serio
puoi colpirmi con tutta la forza che vuoi e probabilmente mi abbatterai, ma non riuscirai a togliermi la volontà di rilazarmi e anche dopo l'ennesima caduta quando nessuno crederà più in me io avrò il coraggio necessario a sollevare gli occhi e dirti
:-Non sei ancora stanca?-
tentativo maldestro di riallacciarmi al tema della speranza
Gliding
slowly,
falling
into the opposite
Sorrow for nothing is the
restless eye of
every lost chance
staring at
the foolish
I am
And now
it’s too late:
Evil
is
silent
Prima o poi, tutto si smarrisce nel mare del tempo.
Perdiamo ogni singola cosa.
Accorgendocene solo nel momento in cui afferriamo il vuoto.
Di certo, c’è solo il nulla.
perdiamo le cose nell'attimo in cui le afferriamo come bambini giochiamo senza regole, ma una cosa so di per certo: nemmeno del nulla abbiam certezza
Forse è la non consapevolezza che spinge l'uomo ad essere felice...
forse l'unica certezza che abbiamo è il dolore...
forse non sappiamo di essere perfetti grazie alla nostra imperfezione...
ma siamo troppo ubriachi di noi per accorgercene....
Come un felice non si pone il problema della felicità, perché nemmeno riesce a definire la felicità, così il disilluso non più speranzoso non canta nemmeno la sua disillusione, perché sarebbe l'illusione irrazionale del volersi veder cantore di disperazione. Una placida noluntas, perché la nostra impotenza sarebbe assoluta di fronte al nulla che dovrebbe attorniarci, rendendo inutile ogni atto.
Come la libertà e la necessarietà, opposta sunt complementa.
E' questo il grande assoluto...
mejo che mi fermi...
Mi sbaglierò Valfuindor, ma mi dai l'impressione di quella che si mette la maschera della Cattivona Perchè Incattivita dal Mondo Crudele per dare un filo comune ai suoi scritti.. sicuramente mi sbaglio, eh...
...ad ogni modo questo mi piace!
ZarFelix ha scritto mar, 21 gennaio 2003 17:25
Forse è la non consapevolezza che spinge l'uomo ad essere felice...
forse l'unica certezza che abbiamo è il dolore...
forse non sappiamo di essere perfetti grazie alla nostra imperfezione...
ma siamo troppo ubriachi di noi per accorgercene....
non sono daccordo: la felicità della non consapevolezza non è vera felicità, la vera felicità è quella consapevole
Io posso essere felice solo se sono consapevole che si tratta di uno stato che potrebbe finire e ricominciare, solo se so che a tutto c'è una fine, solo se mi rendo conto di essere imperfetta, allora la mia felicità potrà addirittura divenire lo sfondo su cui stemperare tutte le altre emozioni
eh eh... ma se non sei consapevole e ti sembra di essere felice, allora come farai a sapere che la tua non è vera felicità ma solo inconsapevolezza?Stella ha scritto mar, 21 gennaio 2003 23:06
ZarFelix ha scritto mar, 21 gennaio 2003 17:25
Forse è la non consapevolezza che spinge l'uomo ad essere felice...
forse l'unica certezza che abbiamo è il dolore...
forse non sappiamo di essere perfetti grazie alla nostra imperfezione...
ma siamo troppo ubriachi di noi per accorgercene....
non sono daccordo: la felicità della non consapevolezza non è vera felicità, la vera felicità è quella consapevole
Io posso essere felice solo se sono consapevole che si tratta di uno stato che potrebbe finire e ricominciare, solo se so che a tutto c'è una fine, solo se mi rendo conto di essere imperfetta, allora la mia felicità potrà addirittura divenire lo sfondo su cui stemperare tutte le altre emozioni
il fondamentale problema del mondo...
allora affermerò di essere felice pur non essendolo, ma ciò non basterà a togliermi dalla testa la convinzione che la felicità senza consapevolezza non è felicità
Nessuna maschera, soprattutto quando scrivo.tullaris ha scritto mar, 21 gennaio 2003 22:41
Mi sbaglierò Valfuindor, ma mi dai l'impressione di quella che si mette la maschera della Cattivona Perchè Incattivita dal Mondo Crudele per dare un filo comune ai suoi scritti.. sicuramente mi sbaglio, eh...
...ad ogni modo questo mi piace!
Io cattiva? Può darsi.
Incattivita? Sicuramente.
Ma non faccio la vittima, detesto autocommiserarmi.
Se do l'impressione della Cattivona Perchè Incattivita dal Mondo Crudele, allora in futuro eviterò di postare miei aborti.
(non me la sono presa, sono brusca di mio)
non ti preoccupare a me non fai pena, dai solo la'ria di essere cattiva, nulla più
Me essere molto kattiva
La vita potrà anche incenerirmi
tuttavia
so che, prima o poi,
verranno gli anni della fenice.
..e poi dici che non metti maschere!!!!!Valfuindor la Maia ha scritto mer, 22 gennaio 2003 21:36
Me essere molto kattiva
La vita potrà anche incenerirmi
tuttavia
so che, prima o poi,
verranno gli anni della fenice.
Ma...
"Adoro le maschere. Sono l'unico modo che abbiamo per moltiplicare la nostra personalità" -Oscar Wilde
..ogni tanto cambia, però, o alla lunga ti stanchi della stessa!!!!
Valfuindor la Maia ha scritto mer, 22 gennaio 2003 21:36
Me essere molto kattiva
si, essere molto cattiva uno corono!!!
ma perché tu parlare come indiana?
Se sei convinto che la mia sia una maschera, contento tu.tullaris ha scritto mer, 22 gennaio 2003 22:34
..e poi dici che non metti maschere!!!!!Valfuindor la Maia ha scritto mer, 22 gennaio 2003 21:36
Me essere molto kattiva
La vita potrà anche incenerirmi
tuttavia
so che, prima o poi,
verranno gli anni della fenice.
Ma...
"Adoro le maschere. Sono l'unico modo che abbiamo per moltiplicare la nostra personalità" -Oscar Wilde
..ogni tanto cambia, però, o alla lunga ti stanchi della stessa!!!!
Torno alle cose "serie".
II
La luce mattutina ha un sapore amaro, preludio di una giornata votata alla rassegnazione.
Il tempo dell’oblio sta per bussare alla porta.
Lascio che la vita scorra tra le vene per semplice inerzia.
Il nero occhio mi scruta sempre più da vicino: l’abisso del passato ingurgita il presente e lambisce il futuro; ora avverto più nitidamente il vento gelido che infuria entro di esso.
Giorno dopo giorno.
I pensieri lasciati a languire ora mi travolgono.
Quale immane alterigia si cela nell’inutile sforzo di non pensare…
Poiché questo è l’obolo da versare, assieme a fiumi di sangue, ammorbato dallo stesso veleno generato dal mio rinnegare.
E lacrime stantie, incatenate eternamente entro la prigione del dolore, orribile piaga che incancrenisce il cuore.
Non esiste cura che possa lenirlo o sanarlo.
Attorno a me è solo vuoto, dentro di me c'è ancora qualche piccola fiammella ma quanto poteva alimentarle è ormai quasi del tutto esaurito.
L’atarassia illusoria è la farsa inscenata a difesa dell’ultimo barlume, costruita con eccessiva foga.
Solo un goffo travestimento, una mascherata dietro cui si nasconde il volto noto.
Un sostegno friabile.
L’essere umano è troppo debole per farsi carico della realtà priva di illusione.
In un mondo colmo di aberrazioni talmente orrende da essere difficilmente concepibili, da credere provengano dalla mente alienata di un qualche psicotico, da desiderare che siano irripetibili e che nulla possa neppure lontanamente richiamare il ricordo di una di esse.
Il Caso, l’universale che su tutti governa.
Governare senza controllare.
Inutile e deleterio tentare di dare un senso alle sue trame, non si tratta altro che di un groviglio di matasse, intricatesi senza alcun ordine o progetto prestabilito.
Attendo, invano.
Dunque torno a corrodermi.
[continua]