Qualche giorno fa si era diffusa, con il consueto clamore tipico che contraddistingue questo genere di informazione, la notizia del primo virus per telefonini, che prendeva di mira i dispositivi equipaggiati con Symbian 6.0 e li "colpiva" spedendo SMS a numeri a pagamento (che costano quindi molto cari), senza perdere l'occasione per instillare un po' di panico nell'utente medio - che non fa mai male. Il virus si propagava sui terminali nei quali veniva installata una copia pirata del videogame Mosquitos. Quasi nessuno si è premunito di raccontare come è finita la storia, ossia che l'agente patogeno era stato installato non da qualche avido pirata, ma dagli stessi programmatori del videogioco: l'idea - originale e geniale, a dir poco - era di segnalare alla software house la presenza di copie non autorizzate, ma l'invio di SMS a numeri a pagamento ha generato una tale mole di lamentele da parte di utenti imbufaliti che ha costretto la casa a fare marcia indietro, chiudere i numeri "premium" e immettere sul mercato una nuova versione del gioco priva di questa chicca. Non so bene cosa mi sconvolga maggiormente: una software house che si "auto-pirata" i propri titoli per sgamare i furbastri (e che cerca di lucrarci sopra, tra le altre cose), o che la gabola sia saltata fuori per le lamentele di chi, dopo aver rubato (il gioco), si lamenta del furto perpetrato ai propri danni con l'invio illecito degli SMS. Voi a chi dareste ragione?