È arrivato anche in Italia: che la caccia alle streghe abbia inizio. Più o meno ovunque cominciano ad apparire le prime, entusiastiche recensioni di Grand Theft Auto: San Andreas, che qualcuno non ha esitato a definire il gioco più bello della storia, e che oltre ai record di incassi (trenta milioni di copie in due settimane, solo nella versione PS2) si prepara a diventare il gioco meglio valutato dalle riviste di settore; oltreoceano si sprecano articoli nei quali si discute serenamente di una maturità artistica che i videogiochi cercano da sempre, e che finalmente comincia a farsi vedere grazie anche a titoli come questo.
Poi ci siamo noi italiani, la cui capacità di parlare a sproposito ha sempre dell'incredibile, e riesce ogni volta a colpirmi. Il gioco è fuori da due giorni e immediatamente divampa (come sempre, ampiamente prevista e forse per questo neppure degna di nota), la polemica sul gioco che «insegna a diventare criminali».
Inutile dire che i "parrucconi" (come saggiamente definiti da un lettore che mi ha segnalato l'ennesimo articolone polemico) ignorano del tutto, o fingono di ignorare il fatto che il gioco è per i maggiori di 18 anni, quindi anzichè tirare in ballo i videogame suddetti sapientoni dovrebbero sparare le loro modeste cartucce - cosa che noi ripetiamo da anni - sul legislatore, affinchè vari delle norme serie che vietino la vendita ai bambini di questi prodotti, che sappiamo perfettamente essere per adulti, esattamente come si fa per i film; l'industria dei videogiochi si regola benissimo, da questo punto di vista, ma lo stato non fa nulla, salvo lamentarsi in occasioni come queste.
D'altro canto, ogni volta che Tarantino tocca una cinepresa - anche per sbaglio - sono tutti lì a incensarlo e osannarlo, chi fa lo stesso con dei poligoni invece che con attori in carne e ossa si ritrova trattato in questo modo. Ma il lato paradossale dell'intera vicenda è che «contenuti e linguaggio sono degni di Tarantino»!
Ma - e poi concludo, oggi ho veramente sforato - la cosa più divertente arriva dalla (e che verrà riportata un po' ovunque nei prossimi giorni, statene certi), nella quale si legge che «gli esperti insorgono: "È un vero scandalo. In questo modo legittimiamo un comportamento criminale"». E questi sarebbero esperti? E di che cosa? Non certo di videogiochi, che poi sarebbero l'oggetto della discussione. Possibile che a nessuno, dico a nessun giornalista, editore, conduttore televisivo/radiofonico sia mai venuto in mente di contattare i veri esperti del settore, cioè noi della stampa specializzata (non necessariamente di TGM, sia chiaro), al posto di persone che conosceranno giusto Solitario e Campo Minato? Oppure gli serviamo solo come mediocre contorno ad una cinica notiziola legata alla strage di Beslan? Personalmente, poi sfottetemi quanto merito, ho appena finito di scrivere una lunga mail (come questo editoriale, del resto) alla redazione dell'ANSA e di Repubblica in cui ho ripreso - più pacatamente - le stesse cose che avete appena letto, con la certezza ahimè che saranno prontamente ignorate.
Beh, la mia l'ho fatta, buon fine settimana a tutti!