Ho trovato questo pezzo interessante in rete riguardo al sistema scolastico in cui si trovò Dino Buzzati.
Confesso che mi fa sinceramente orrore.
reperibile integralmente qui
IL SECONDO DELLA CLASSE
Il professor Balzari ha tutto un suo sistema per stimolare gli allievi a studiare di più. Sulla base dei risultati del primo trimestre, crea subito una gerarchia della bravura. E questa diventa tangibile nella geografia dell'aula. Infatti l'allievo che si dimostra il migliore viene nominato capoclasse e ha il diritto di sedere in un banco alla destra della cattedra. Accanto a lui sta il secondo della classe. Quindi, gli altri studenti che seguono immediatamente nella graduatoria del merito sono nominati capobanco ovvero hanno una certa autorità sui compagni che stanno loro accanto.
Fin dal primo trimestre della prima ginnasio, il migliore nella classe di Buzzati è Antonio Mira mentre il secondo posto assoluto spetta ad Arturo Brambilla. Due posizioni di merito infatti che conserveranno ambedue, immutate, fino alla maturità .
Non si sa se Dino Buzzati sia stato almeno qualche volta capobanco. E' comunque certo che, dopo appena pochi mesi di lezione, Arturo Brambilla non può più sederglisi accanto. Ma questo non influisce sulla simpatia che Buzzati nutre per il compagno. Tutt'altro. Sì, perché se Antonio Mira sembra essere l'autentico primo della classe, un ragazzo simpatico ma che dimostra di possedere capacità superiori alla media, Arturo Brambilla è invece un bravo molto normale, niente affatto un enfant prodige ?
«Era davvero uno di noi» ricordava Buzzati molti anni dopo, «più intelligente di noi, più pronto di noi, più volenteroso forse di noi, ma non in misura mortificante. Il suo garbo, la sua dolcezza, la sua timidezza rendevano assurdo, da parte nostra, qualsiasi sentimento dispettoso o malevolo. E nessuno gli contestò mai il fatto di sedere al banco numero due».
Anche Dino Buzzati, però, è piuttosto bravo a scuola. Potrebbe aspirare a qualche titolo di merito da parte del professor Balzari se non fosse un po' discontinuo. Qualche volta "scanchigna", per usare una sua espressione, ovvero il rendimento e l'applicazione del futuro scrittore battono il passo. Ma è comunque uno di quegli studenti che alla fine dell'anno riescono sempre a cavarsela. E anche con ottimi voti. Sempre, tranne una volta, alla terza ginnasio viene rimandato a ottobre in francese.
Questa prima (e anche ultima) bocciatura della sua vita Dino Buzzati la prende proprio male. Non ci vuole quasi credere. Piange, si dispera, soffre molto. E' così amareggiato da far nascere un senso di colpa al professor Gualdi, l'insegnante "colpevole" di quel dramma scolastico. Preoccupato dalle reazioni dell'allievo, sente il bisogno di andare a consolarlo. Buzzati si calma e a ottobre fa un ottimo esame di francese.
Cronache scolastiche, non diverse da quelle di tanti altri ragazzi. Ma intanto, fra una lezione e l'altra, Dino Buzzati e Arturo Brambilla diventano sempre più amici. Ed è in terza ginnasio, nel 1919, che tra loro cominciano a non esserci più segreti, che l'uno comincia a vivere nell'orbita dell'altro.