Originariamente Scritto da
Bappo
Mi inserisco nella discussione, in qualità di amico di Azad e del "fidanzato cattivo".
Sinceramente non capisco il coro di "fatti i cazzi tuoi", ma vorrei esporre le mie personali considerazioni.
Astraiamo dal caso particolare.
Poniamo il caso che una persona (A) che conosco viene da me e mi parla di un problema che ha con un'altra persona (B) che conosco. Inoltre, io ho una certa conoscenza dei fatti anche a prescindere da quel che mi ha detto A, poiché conosco per racconto diretto il punto di vista di B ed ho osservato diverse interazioni tra i due.
In queste ipotesi, se penso che B si sia comportato male, dico esattamente quello che penso ad A, spiegando le mie motivazioni, perché è comunque possibile che A, sentendo il mio punto di vista, possa maturare una sua nuova prospettiva su B.
Se poi B se ne avrà a male perché ritengo sbagliato il suo comportamento, e anziché cercare di capire se e dove sbaglia, farà l'offeso e chiuderà i ponti con me, allora pazienza, non vale neanche la pena di cercare di recuperare la relazione con lui.
Per la cronaca, se un mio amico sostiene che un mio comportamento è sbagliato, non faccio certo l'offeso che si ritiene nel giusto e manda al diavolo l'amico. Non vedo nulla di cattivo nel fatto che lui sostenga la sua opinione. Semmai, rifletto criticamente su quello che lui sostiene, discutendone anche con lui. Se, alla fine, ritengo ancora di essere nel giusto, allora prendo atto della nostra diversità di opinioni, ma non è che questo m'impedisca di continuare ad essere suo amico (d'altronde, non posso certo pretendere che i miei amici la pensino come me su ogni cosa). Se, invece, mi rendo conto di aver sbagliato davvero, mi sento grato nei confronti dell'amico perché proprio grazie a lui me ne sono potuto avvedere.