vendichiamo un pò tutti
vendichiamo un pò tutti
Dal sito dei Reds
"Liverpool will face FC Internazionale for the CL Last-16 matches. God save us from Mario Balotelli"
Leggi bene, c'è scritto "God save Mario Balotelli" e basta
REDS TO FACE SERIE A LEAGUE LEADERS
Inter are having a wonderful season in their domestic league and currently sit in top spot seven points ahead of second placed Roma. Of the 16 games played so far they've won 12, drawn four, scored 35 goals and conceded just eight.
davvero?
sul sito dell'arsenal c'è scritto "we're afraid by the explosion of paluschi,the new pato's mate"......
ma si,facciamoli parlare...
tanto usciamo,tutti
Meglio affrontare subito una grande, son dell'idea che quest'anno siamo davvero forti e che il gioco "fisico" del Liverpool sia da preferire a quello tecnico dell'Arsenal...insomma, guardiamo il bicchiere mezzo pieno.
E beviamocelo.
zio caoio sorteggini proprio eh..
e la gazza dice "bene inter" mah oddio..
dai si può fare, è dura ma si può fare.. ricordiamoci del 65.. e cerchiamo però di non perdere 3 a 1 all'andata e rischiare al ritorno
Beh, se poi al ritorno gliene infiliamo 3 senza prender gol, io ci stò.
io potrei morire quindi preferisco un 7 a 1 all'andata
e brava la gazzaInter felice, Roma così così
Il Milan: "Pescato il peggio"
L'Arsenal peggio del Liverpool?!
la Gazza
ma chi la dirige? l'anonima alcolisti?
vi ricordo che chi di c.ulo ferisce, di c.ulo perisce
Effettivamente non riesco a capire per quale ragione l'inter dovrebbe essere particolarmente felice di questo sorteggio
perchè il liverpool non è contro milan o contro roma, è ovvio
L'Arsenal mostra il miglior calcio delle Premier ed è piena di govani talenti che corrono come bastardi, non ha però esperienza internazionale a livello di altre squadre.
Il Liverpool... bhe... si è rinforzato nel corso del tempo e ha pure esperienza internazionale.
Sulla carta sono difficili tutti e due, ma forse il Liverpool è più completo.
Ovviamente, conterà molto lo stato fisico delle squadre nel periodo in cui giocheranno queste partite.
"Inter, tornerò Imperatore"
Adriano è stato presentato dal San Paolo. Indosserà la maglia numero 10 ed esordirà il 16 gennaio sul campo del Guaratingueta nel campionato Paulista. "Ho grandi motivazioni. Sono arrivato triste, ma appena ho messo piede qui mi sono sentito subito meglio. Ringrazio Moratti"
Adriano con la maglia del San Paolo. Ap
SAN PAOLO (Brasile), 21 dicembre 2007 - Adriano secondo atto. O, meglio, seconda vita. Il San Paolo per rigenerarlo. Sei mesi per tornare l'Imperatore. L'ex interista debutterà il 16 gennaio sul campo del Guaratinguetà nel campionato Paulista. E in cuor suo il ragazzone di Rio sogna un trampolino di lancio al fulmicotone.
PROMESSA - Camicia bianca e maglia numero 10 tra le mani, Adriano si è presentato in conferenza stampa con un sorriso luminoso; quasi dimenticato. Adriano che sembra avere dimenticato la "saudade"; forse non più vittima della depressione. Il parcheggio al San Paolo fino a luglio è il toccasana. "Ho capito che qui potevo essere felice - afferma Adriano nel corso della presentazione - e per me è un onore vestire questa storica maglia. Sono venuto al San Paolo per segnare e aiutare la squadra a arrivare fino in fondo". Mancini? Preferisce non parlarne: "Ringrazio solo Massimo Moratti". Semmai dedica uno spazio a Muricy Ramalho, allenatore del San Paolo. "Da quando sono arrivato, Muricy mi ha trattato in modo affettuoso - racconta -. È difficile dirlo, perché ancora non abbiamo cominciato a lavorare assieme, ma credo che non avremo problemi. Se starò bene spero di essere titolare altrimenti cercherò di guadagnarmi il mio spazio. Le mie motivazioni sono grandi, non sono il tipo che promette molte cose, ma mi piace lavorare e voglio tornare l'Adriano di due anni fa. Il gol? Arriva quando si sta bene con la squadra e con se stessi".
SECONDA CASA - Promessa solenne: "Ho finito di riposarmi, sono in debito di un anno nei confronti di tutti e quello che voglio fare ora è giocare tutte le partite e segnare i gol che aiuteranno il San Paolo ad arrivare in fondo sia in campionato che nella coppa Libertadores". Adriano e la maglia numero 10, combinazione magica che responsabilizza. "Il San Paolo sta avendo una grande importanza nella mia vita e sono cosciente di quello che voglio - ha aggiunto -. Ho chiesto di rimanere qui per sei mesi perché so che è una cosa buona. Sono arrivato triste, ma appena ho messo piede qui mi sono sentito subito meglio. Al di là di tutto, anche dei soldi, quello che conta di più per me è stare bene e qui ci riesco, con la maglia del San Paolo. Voglio che questa sia la mia seconda casa e fare tanti gol".
SELECAO - Nel campionato brasiliano troverà come avversario il Flamengo, squadra dove ha mosso i primi passi e segnati i primi gol. Un pezzo importante del suo cuore è ancora lì tanto da promettere, in caso di gol al Flamengo, che non esulterà. "Spero che i miei vecchi tifosi non si sentano ingannati da me, dalla mia scelta, credo che anzi capiranno che è per il mio bene, per tornare a essere felice - ha sottolineato -. Il San Paolo mi ha aiutato molto qui e giocare con questa maglia è un modo per ringraziare questa società. Credo comunque che non esulterò in caso di gol al Flamengo in segno di rispetto". Infine l'altro grande obiettivo: riconquistare un posto in Nazionale: "Farò di tutto per tornare nella Selecao. Per fare questo ho bisogno di giocare, di stare bene. Sono sicuro che Dunga tiene d'occhio tutti, sia in Brasile che fuori, e coloro che si trovano in Brasile devono dimostrare qualcosa di più".
g.des.
Ma è prestito con diritto di riscatto? Voglio sapere che succede nel caso Adriano riesploda
no è prestito e basta, torna a luglio
Così, per chi non conosce marione balotelli
Se non ci fossero le prove, la parabola calcistica di Mario Balotelli verrebbe scambiata probabilmente per una di quelle improbabili storie veicolate dai cartoni animati giapponesi. L’infanzia difficile, il pallone come unica arma di riscatto sociale e un sogno nel cassetto: quello di diventare calciatori, bruciando tutte le tappe alla velocità della luce. Eppure, è davvero ciò che sta succedendo a questo diciassettenne, bresciano d’adozione, artefice del successo interista nella finale del campionato Primavera. La partita con la Samp è difficile da sbloccare? Niente paura, ci pensa “Super Mario” come lo chiama ormai la sua nutrita claque di tifosi: rigore procurato e realizzato senza tremare al 44’ del secondo tempo. Roba da veterani, difficile da ipotizzare per chi – come Balotelli – è ancora in età da “Allievi”. Ma altresì roba da campioni: e qui nessuno pare avere più dubbi, il giovane cresciuto nel Lumezzane ha davvero le stigmate per diventare un big del calcio futuro.
La sua storia assomiglia però davvero ad una favola. Il piccolo Mario nasce a Palermo il 12 agosto 1990 ma si trasferisce già all’età di due anni a Brescia, dove la sua famiglia adottiva – i Balotelli appunto – inizia a prendersi cura di lui come un figlio vero. Il campo di calcio diventa ben presto l’habitat naturale del ragazzo, che brucia le tappe a tempi record. A 11 anni approda al Lumezzane e a 15, per lui, è già tempo di esordio in C1, con la squadra allora diretta da Salvioni che, abbagliato dall’eleganza dell’attaccante, decide di chiedere una deroga alla Lega per farlo debuttare prima del sedicesimo anno di età, come da regolamento professionistico. Il passo dalla provincia bresciana ad Appiano Gentile è breve, ma prima Mario – in una trama da film – passa persino dal Camp Nou, per effettuare un provino con il Barcellona.
Tutti lo vogliono, tutti lo cercano (comprese le nazionali giovanili italiani, che non possono però ancora schierarlo per problemi burocratici: ghanese di nascita, il suo vero cognome è Barwah) e alla fine è proprio l’Inter a strappare il sì dei fratelli Corrado e Giovanni, da sempre al fianco di Mario cui vogliono garantire una buona scuola oltre che una società di successo. Il resto è storia recente: quest’anno, Balotelli è riuscito nuovamente a bruciare le tappe e a stupire. Macchina da gol neglI Allievi Nazionali, è stato ben presto promosso alla Primavera nerazzurra in cui ha continuato a segnare a raffica (media di quasi un gol a partita) fino a sabato sera in quel di Bressanone, dove ha ricevuto la definitiva consacrazione. Ora viene il difficile per lui: dovrà essere più forte delle grandi attese che ormai il suo nome porta inevitabilmente con sé. A Lumezzane chi lo conosce bene però giura: «Mario non si smarrirà e diventerà il campione che merita di essere: è un ragazzo davvero speciale, il numero uno».
facciamo un raduno di interisti per inter - liverpool