Quando si parla di contaminazioni tra realtà virtuale (ormai diventata a tutti gli effetti quella ricreata nei MMOG) e mondo reale, uno degli argomenti che salta sempre fuori è la compravendita di oggetti/personaggi/incantesimi del gioco, venduti in cambio di denaro sonante (vero). Completata la transazione, acquirente e venditore si incontrano da qualche parte nel mondo digitale e si passano la merce. C'è persino chi ne ha non dico fatto una professione, ma quantomeno uno strumento per arrotondare le proprie entrate: si crea un personaggio, lo fa diventare potente e "skillato", e poi lo rivende ai più pigri e danarosi.
Curioso, vero? Beh, alla Blizzard non la pensano così.
Con un comunicato pubblicato sul sito ufficiale di World of Warcraft, la casa annuncia l'intenzione di perseguire attivamente tutti quelli che vendono e comprano oggetti di WoW su siti personali e su eBay, violando il contratto di gioco che sancisce che tutto quando "in game" è di proprietà di Blizzard e non può essere oggetto di transazioni economiche di terze parti. Gli account colti in flagranza verranno sospesi, e gli oggetti «offensivi» cancellati.
Ora, le posizioni della Blizzard nei confronti di chi cerca di rovinare l'esperienza di gioco altrui sono sempre state molto nette e condivisibili: sono stati cancellati migliaia di account di cheater e pirati che cercavano di giocare sporco, e va bene. Ma non credete che questa volta abbiano un tantinello esagerato?