Esponi, dai.Ph@ntom ha scritto dom, 12 dicembre 2004 alle 22:28
E' la dicotomia sottesa a fare da motore, ma mi fermo qui. Per non attirarmi le antipatie anti-hegeliane .
Da parte mia, cercherò di trattenermi.
Esponi, dai.Ph@ntom ha scritto dom, 12 dicembre 2004 alle 22:28
E' la dicotomia sottesa a fare da motore, ma mi fermo qui. Per non attirarmi le antipatie anti-hegeliane .
Da parte mia, cercherò di trattenermi.
No, la superbia è il peccato "storico". L'episodio della torre di Babele, al di là della permalosità divina, sta ad indicare che se l'uomo si unisce "può arrivare a Dio".Ph@ntom ha scritto ven, 10 dicembre 2004 alle 23:53
Il peccato originale è la superbia.
(voto?)
Il peccato originale è invece quello da cui è venuto a salvarci Gesù. Anche qua, la trovata della morte/resurrezione non deve distogliere dal vero messaggio cristiano, che è quell'ammmore universale.
Adamo ed Eva non si amano. Questo fatto diviene manifesto nel momento in cui mangiano il frutto proibito. Lei non fa nulla per difendere Lui, e Lui, da buon fetentone, nel disperato tentativo di salvarsi il culo, l'accusa d'essere l'unica responsabile. Perché in Paradiso si sta che è 'na bellezza.
Il Paradiso non è un vero luogo, ma uno stato dell'esistenza. Quello in cui si trovano i due prima di papparsi la mela: "una carne sola".
L'inferno è invece il non-amore, l'indifferenza, l'individualismo.
Quindi il peccato originale è qualcosa che si può espiare solo amando il prossimo, donandosi al prossimo, secondo il linguaggio comune dei sentimenti e dell'empatia.
Da qui appare logico che tale "peccato" è insito nella natura stessa dell'uomo, in quanto unità, individuo, e che la madre di Gesù non può essere nata senza di esso.
Ok. Non ho capito, però, perchè facessi una domanda del genere.
Perché se vai a sviscerare la teologia cattolica ti rendi conto delle puttanate immani con cui ci hanno riempito la testa. Ed una volta che hai capito questo puoi fare a meno di tutto, persino di Dio.
"C'è una bella vista da quassù. Ehi, mi capisci?"
Se parliamo di teologia in senso stretto, in più cattolica, mi trovi concorde. Questo è un discorso che verte propriamente sulla teologia e non sulle basi religiose, Dio compreso. Quindi ammettere le deficienze di una non è svuotare il resto.
Ciao!gangio ha scritto lun, 13 dicembre 2004 alle 02:21
Perché se vai a sviscerare la teologia cattolica ti rendi conto delle p*****ate immani con cui ci hanno riempito la testa. Ed una volta che hai capito questo puoi fare a meno di tutto, persino di Dio.
Ero tentato di utilizzare i tuoi stessi toni, lo ammetto...
Ma che senso avrebbe, specie in un forum?
Non ci conosciamo, ma sarei pronto a scommettere che non hai mai studiato la teologia cattolica...
Quindi, visto che siamo in un forum che parla di cultura, cosa ne diresti di partire da un minimo di rispetto, quanto meno tolleranza, verso cio' che non conosci?
Buona serata,
Michele
Tira di qua e tira di là, non ti resta nulla in mano.Emack ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 14:11
Concordo.JimmyPage ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 14:09
Contro il nichilismo nietzscheano ritengo che anziché demolire i vecchi valori, sia molto più importante conciliare quelli vecchi con quelli nuovi, e conciliare le culture che ne sono portatrici.
Mi sembra il classico metodo non generalizzabile. A volte è possibile e a volte no.
Sono sempre più per l'eradicazione di valori sorpassati e per la relativizzazione della morale.
Ehp, scusate ^__^
Non è possibile solo quando - come accade spesso - alcune culture si impongono come le uniche, assolute e imprescindibili.il figone ha scritto mer, 15 dicembre 2004 18:06
Tira di qua e tira di là, non ti resta nulla in mano.Emack ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 14:11
Concordo.JimmyPage ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 14:09
Contro il nichilismo nietzscheano ritengo che anziché demolire i vecchi valori, sia molto più importante conciliare quelli vecchi con quelli nuovi, e conciliare le culture che ne sono portatrici.
Mi sembra il classico metodo non generalizzabile. A volte è possibile e a volte no.
Sono sempre più per l'eradicazione di valori sorpassati e per la relativizzazione della morale.
E non faccio nomi.
Io parlavo anche delle dinamiche all'interno di una cultura sola...JimmyPage ha scritto mer, 15 dicembre 2004 alle 21:49
Non è possibile solo quando - come accade spesso - alcune culture si impongono come le uniche, assolute e imprescindibili.il figone ha scritto mer, 15 dicembre 2004 18:06
Tira di qua e tira di là, non ti resta nulla in mano.Emack ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 14:11
Concordo.JimmyPage ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 14:09
Contro il nichilismo nietzscheano ritengo che anziché demolire i vecchi valori, sia molto più importante conciliare quelli vecchi con quelli nuovi, e conciliare le culture che ne sono portatrici.
Mi sembra il classico metodo non generalizzabile. A volte è possibile e a volte no.
Sono sempre più per l'eradicazione di valori sorpassati e per la relativizzazione della morale.
E non faccio nomi.
Solipsismo. Bella roba.il figone ha scritto mer, 15 dicembre 2004 alle 23:26
Io parlavo anche delle dinamiche all'interno di una cultura sola...JimmyPage ha scritto mer, 15 dicembre 2004 alle 21:49
Non è possibile solo quando - come accade spesso - alcune culture si impongono come le uniche, assolute e imprescindibili.il figone ha scritto mer, 15 dicembre 2004 18:06
Tira di qua e tira di là, non ti resta nulla in mano.Emack ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 14:11
Concordo.JimmyPage ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 14:09
Contro il nichilismo nietzscheano ritengo che anziché demolire i vecchi valori, sia molto più importante conciliare quelli vecchi con quelli nuovi, e conciliare le culture che ne sono portatrici.
Mi sembra il classico metodo non generalizzabile. A volte è possibile e a volte no.
Sono sempre più per l'eradicazione di valori sorpassati e per la relativizzazione della morale.
E non faccio nomi.
Suppongo che gangio sia cresciuto in una famiglia cattolica, come la stragrande maggioranza di noi. Questo non giustifica i suoi toni un pelino assolutisti, certo.michy79 ha scritto mer, 15 dicembre 2004 alle 16:51
Quindi, visto che siamo in un forum che parla di cultura, cosa ne diresti di partire da un minimo di rispetto, quanto meno tolleranza, verso cio' che non conosci?
Dico di no.michy79 ha scritto mer, 15 dicembre 2004 alle 16:51
Non ci conosciamo, ma sarei pronto a scommettere che non hai mai studiato la teologia cattolica...
Quindi, visto che siamo in un forum che parla di cultura, cosa ne diresti di partire da un minimo di rispetto, quanto meno tolleranza, verso cio' che non conosci?
(tanto sei tu che sai quello che so e che non so...posso dire quello che voglio e di volta in volta mi dirai se la sapevo o non la sapevo...una bella comodità!)
Le libertà di pensiero e di opinione sono la garanzia contro tutti gli assolutismi.Emack ha scritto gio, 16 dicembre 2004 alle 00:20
Suppongo che gangio sia cresciuto in una famiglia cattolica, come la stragrande maggioranza di noi. Questo non giustifica i suoi toni un pelino assolutisti, certo.michy79 ha scritto mer, 15 dicembre 2004 alle 16:51
Quindi, visto che siamo in un forum che parla di cultura, cosa ne diresti di partire da un minimo di rispetto, quanto meno tolleranza, verso cio' che non conosci?
quella planetaria o in un intorno piccolo a piacere?il figone ha scritto mer, 15 dicembre 2004 alle 23:26
Io parlavo anche delle dinamiche all'interno di una cultura sola...
La morale cambia nel corso dei secoli. Sulla linea del tempo non è una costante. E' chiaro che in un certo momento storico, all'interno di una società, è data una morale comune, o meglio comunemente accettata. Insomma, i valori assoluti non esistono, ed è molto meglio così.Ph@ntom ha scritto gio, 16 dicembre 2004 alle 00:07
Solipsismo. Bella roba.il figone ha scritto mer, 15 dicembre 2004 alle 23:26
Io parlavo anche delle dinamiche all'interno di una cultura sola...JimmyPage ha scritto mer, 15 dicembre 2004 alle 21:49
Non è possibile solo quando - come accade spesso - alcune culture si impongono come le uniche, assolute e imprescindibili.il figone ha scritto mer, 15 dicembre 2004 18:06
Tira di qua e tira di là, non ti resta nulla in mano.Emack ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 14:11
Concordo.JimmyPage ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 14:09
Contro il nichilismo nietzscheano ritengo che anziché demolire i vecchi valori, sia molto più importante conciliare quelli vecchi con quelli nuovi, e conciliare le culture che ne sono portatrici.
Mi sembra il classico metodo non generalizzabile. A volte è possibile e a volte no.
Sono sempre più per l'eradicazione di valori sorpassati e per la relativizzazione della morale.
E non faccio nomi.
Per una volta ero strettamente pratico, non mettiamola sempre sul piano astratto.gangio ha scritto gio, 16 dicembre 2004 alle 03:06
quella planetaria o in un intorno piccolo a piacere?il figone ha scritto mer, 15 dicembre 2004 alle 23:26
Io parlavo anche delle dinamiche all'interno di una cultura sola...
Prendi l'intorno che ti fa piacere, perchè troverai comportamenti eticamente accettati o meno in diverse culture, e mi sembra che alla fine nessuno abbia la ragione in mano.
Vi prego di notare che non sto dicendo 'tante morali' sono 'nessuna morale'; ma tante morali sono tante morali, senza che vi siano proprietà emergenti unificanti.
[quote title=il figone ha scritto gio, 16 dicembre 2004 16:36Vi prego di notare che non sto dicendo 'tante morali' sono 'nessuna morale'; ma tante morali sono tante morali
[/quote]
Il ragionamento è logico, semplice e chiaro. Non fa una piega e io lo straquoto.
Se volete aggiungo anche del mio a questo ragionamento.
Non volete?
Amen.
Ogni uomo ha la sue croce.
Ecco la mia postilla:
Quando noi "efemeroi" quando proviamo ad andare più in la diventiamo peccatori.
Perchè siamo frecce anelanti la conoscenza del bene e del male.
Perchè non conosciamo ancora la giustezza della nostra azione.
Perchè siamo ignari.
E' come se mangiassimo quella mela senza sapere perchè, ma volendo conoscere il perchè.
Vorremmo la conoscenza retroattiva, per pentirci di noi stessi
Occorre assaggiare la mela, per conoscere il Bene e il Male
Finalmente assaggiato il Frutto, conosciamo la vera Etica.
Ma ci accorgiamo che abbiamo peccato per conoscerla.
Ma Dio ci ha creati ignari, potenziali peccatori.
Conoscere l'Etica è conoscere il peccato.
Conoscere il peccato è peccato
Non conoscere il peccato è salvifico
E' potenzialmente rischioso
E noi che siamo immagine e somiglianza di Dio capiamo che
Dio è potenzialmente peccatore
Padre del peccato che ha generato una prole inconscia del suo dramma.
Dio creando l'uomo ha generato il peccato
Ha decretato cosa fosse peccato
Ha decretato che decretando peccato è divenuto peccatore
Ha decretato che il concetto di peccato genera peccato
Quindi il peccato è peccato.
Quindi A=A. ( la matematica non è quella stupidaggine che credevo)
Dio è il peccato di noi uomini troppo arroganti
Cosa pensavamo di creare a nostra immagine e somiglianza?
Un monstrum in tutto uguale a noi,
seppur nobile, poichè misericordioso?
Siamo tutti peccatori perchè creiamo i nostri dei
e vogliamo imporli a noi, quindi agli altri.
Ma Cristo disse di essere misericordiosi,
Cristo disse di non imporre,
perchè siamo tutti uguali.
Cristo aveva ragione, quanto gli voglio bene
Dio è morto, ma ci serva da lezione
Gli dei hanno il naso lungo o le gambe corte!
(sembra una poesia molto brutta a vedere il testo... bello)
Assolutamente (no). E' una faticaccia (beh, via, in certi contesti la relatività mi fa piacere).il figone ha scritto gio, 16 dicembre 2004 alle 16:33
La morale cambia nel corso dei secoli. Sulla linea del tempo non è una costante. E' chiaro che in un certo momento storico, all'interno di una società, è data una morale comune, o meglio comunemente accettata. Insomma, i valori assoluti non esistono, ed è molto meglio così.
Ph@ntom[/email] ha scritto gio, 16 dicembre 2004 alle 00:07]Solipsismo. Bella roba.il figone ha scritto mer, 15 dicembre 2004 alle 23:26
Io parlavo anche delle dinamiche all'interno di una cultura sola...JimmyPage ha scritto mer, 15 dicembre 2004 alle 21:49
Non è possibile solo quando - come accade spesso - alcune culture si impongono come le uniche, assolute e imprescindibili.il figone ha scritto mer, 15 dicembre 2004 18:06
Tira di qua e tira di là, non ti resta nulla in mano.Emack ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 14:11
Concordo.JimmyPage ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 14:09
Contro il nichilismo nietzscheano ritengo che anziché demolire i vecchi valori, sia molto più importante conciliare quelli vecchi con quelli nuovi, e conciliare le culture che ne sono portatrici.
Mi sembra il classico metodo non generalizzabile. A volte è possibile e a volte no.
Sono sempre più per l'eradicazione di valori sorpassati e per la relativizzazione della morale.
E non faccio nomi.
A parte le celie, bisogna fare una distinzione che si sottovaluta spesso e su cui ho avuto modo di riflettere: diamo per assodato l'inesistenza di una base effettiva comune per le varie moralette (ammesso non concesso, ovviamente). Ciò non implica la scorrettezza di una morale particolare e neppure una sua eventuale assolutizzazione (emerge, in coincidenza con la globalizzazione, e paradossalmente dopo la "morte" dei grandi valori assoluti, una morale planetaria; qualcosa indicherà pure?!).
Ad ogni modo fatemi dire che è dovere di ognuno non cedere al relativismo etico. Se ammettiamo il relativismo etico torniamo alla preistoria mentale.Ph@ntom ha scritto gio, 16 dicembre 2004 alle 18:45
Assolutamente (no). E' una faticaccia (beh, via, in certi contesti la relatività mi fa piacere).il figone ha scritto gio, 16 dicembre 2004 alle 16:33
La morale cambia nel corso dei secoli. Sulla linea del tempo non è una costante. E' chiaro che in un certo momento storico, all'interno di una società, è data una morale comune, o meglio comunemente accettata. Insomma, i valori assoluti non esistono, ed è molto meglio così.
Ph@ntom[/email] ha scritto gio, 16 dicembre 2004 alle 00:07]Solipsismo. Bella roba.il figone ha scritto mer, 15 dicembre 2004 alle 23:26
Io parlavo anche delle dinamiche all'interno di una cultura sola...JimmyPage ha scritto mer, 15 dicembre 2004 alle 21:49
Non è possibile solo quando - come accade spesso - alcune culture si impongono come le uniche, assolute e imprescindibili.il figone ha scritto mer, 15 dicembre 2004 18:06
Tira di qua e tira di là, non ti resta nulla in mano.Emack ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 14:11
Concordo.JimmyPage ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 14:09
Contro il nichilismo nietzscheano ritengo che anziché demolire i vecchi valori, sia molto più importante conciliare quelli vecchi con quelli nuovi, e conciliare le culture che ne sono portatrici.
Mi sembra il classico metodo non generalizzabile. A volte è possibile e a volte no.
Sono sempre più per l'eradicazione di valori sorpassati e per la relativizzazione della morale.
E non faccio nomi.
A parte le celie, bisogna fare una distinzione che si sottovaluta spesso e su cui ho avuto modo di riflettere: diamo per assodato l'inesistenza di una base effettiva comune per le varie moralette (ammesso non concesso, ovviamente). Ciò non implica la scorrettezza di una morale particolare e neppure una sua eventuale assolutizzazione (emerge, in coincidenza con la globalizzazione, e paradossalmente dopo la "morte" dei grandi valori assoluti, una morale planetaria; qualcosa indicherà pure?!).
Provate a badare a questo: il '900, secolo nefasto, ha sgretolato ogni certezza più di qualsiasi altro. C'è un motivo lampante? Forse sì (e non lo indico perchè è ovvio).
Sto dicendo che il relativismo fenomeno gnoseologico è...relativo. Eccitante.
dovere non cedere al relativismo etico?
brrrr.....
io dico un sacco di cose stupide, ma lo faccio con lo spirito della presa per il cul*.Torno serio solo un nanosecondo per dire che "il relativismo etico è preistoria mentale e che è dovere morale non caderci" è perlomeno medioevo mentale
Il relativismo etico è il punto di partenza della concordia tra gli uomini dico io
Però perchè discuterne ?
Mi pare che sia poco fertile
Bene ora posso tornare idiota
Io mento sempre
Concordia? Non riderò. Relativismo etico vuol dire, poco elegantemente, che sono legittimato a cacciarti un coltello in testa (o a buttarti dietro una guerra, o a non riconoscere il diritti universali dei ragazzini, fate voi).Scramasax ha scritto gio, 16 dicembre 2004 alle 20:44
dovere non cedere al relativismo etico?
brrrr.....
io dico un sacco di cose stupide, ma lo faccio con lo spirito della presa per il cul*.Torno serio solo un nanosecondo per dire che "il relativismo etico è preistoria mentale e che è dovere morale non caderci" è perlomeno medioevo mentale
Il relativismo etico è il punto di partenza della concordia tra gli uomini dico io
Però perchè discuterne ?
Mi pare che sia poco fertile
Bene ora posso tornare idiota
Io mento sempre
(Facciamoci un piacere, leviamo questo "medioevo" mentale chè è il considerare il medioevo l'epoca del male assoluto.)
No, non è così. La legge te lo impedisce. La legge è edificata sulla morale? E se sì su quale delle tante morali? Il diritto è un edificio che si compone forse di tutte, che esiste da sempre e procede con un ritmo diverso (non sto dicendo più veloce o più lento) rispetto al cangiante aspetto di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. Eppoi se volete possiamo prendere delle tendenze costanti umane e generalizzarle: evitare di uccidere è una di queste. Però l'errore è UNIVERSALIZZARE o ancora peggio astarre una morale trascendente al pianeta Terra e al sistema Uomo. Sono tendenze, evidentemente legate alla nostra natura.Ph@ntom ha scritto gio, 16 dicembre 2004 alle 20:55
Concordia? Non riderò. Relativismo etico vuol dire, poco elegantemente, che sono legittimato a cacciarti un coltello in testaScramasax ha scritto gio, 16 dicembre 2004 alle 20:44
dovere non cedere al relativismo etico?
brrrr.....
io dico un sacco di cose stupide, ma lo faccio con lo spirito della presa per il cul*.Torno serio solo un nanosecondo per dire che "il relativismo etico è preistoria mentale e che è dovere morale non caderci" è perlomeno medioevo mentale
Il relativismo etico è il punto di partenza della concordia tra gli uomini dico io
Però perchè discuterne ?
Mi pare che sia poco fertile
Bene ora posso tornare idiota
Io mento sempre
Quello umano è un processo di perfezionamento?
Se sì ha un punto di arrivo?
Dove lo spazio per un'etica comune, in un sistema dinamico?
L'uomo stesso non è immutabile: esiste un'evoluzione sociale ma non si dimentichi quella naturale.
Per esempio: aiutare i deboli è qualcosa di universalmente accettato come giusto? E in che luce lo è, di volta in volta?
Mangiare i cani? Avere rapporti sessuali con i propri genitori pare un tabù "storico", ma già coi giovinetti marchiamo male.
Non mi sto ponendo come il liberalizzatore di tutte le perversioni. Ricordate che "tante morali" può voler dire che la MIA (che non è mia personale, non stiamo finendo per frantumarci in milioni di particelle; stiamo solo discorrendo se si possano cercare dei valori universali dell'Uomo, e di conseguenza di che cosa sia l'Uomo, di storicizzare, di prevedere gli sviluppi, etc) sia più rigida o più giusta di altre. E già su "giusta" il discorso diviene complicato.
Concordo con le saggie parole del figone. In effetti il tuo nick te lo sei definitivamente guadagnato figone! Almeno per me.
Dal momento che sono però stato, con gran misericordia, risparmiato dallo sberleffo rispondo a quanto detto sopra.
Relativismo etico significa non avere la pretesa di giustificare la "legge" con un fondamento di natura "metafisica/trascendentale". Ridere è una buona cosa, se si ride di gusto, non d'amaro.
Tu vuoi cacciare un coltello in testa a tizio?
Coloro che condividono l'esistenza insieme a te (che io chiamerei con un eufemismo "società civile", attribuendo ai termini il significato latino) te lo permettono?
Ok, chi sono io per giudicare se la tua azione sia lecita o no?
Relativismo etico è che io non mi immischio.
Lo stato etico è il contrario. Tu sei ebreo\kulak? Noi siamo nazisti\comunisti? Il nostro dovere in quanto cellule dello stato etico è quello di realizzare noi stessi chiudendoti in un lager\gulag.
Questo a me fa piangere.
Ti dirò una cosa molto simpatica e piena di spunti su cui ridacchiare.
Attila si congiunse con sua figlia più volte. i greci tolleravano l'omosessualità passiva e consideravano le donne animali da riproduzione. In cina si magiano i cani. In Italia i cavalli. Gli ebrei mutilano il loro membro. I cristiani marchiano del loro Dio bambini non senzienti. I romani epuravano i disabili esponendoli al foro.
Facciamo un gioco, dimmi in questa lista quali sono le cose giuste e quali no?
Ancora: gli uomini hanno il diritto di giudicare la Storia?
Di giudicarsi tra loro?
Il diritto lo creano e lo impongono consapevoli dei suoi limiti oppure lo creano inconsciamente e immaginano che glielo abbia affibiato un dio qualunque, o cavolo di matmagandi immanuelkant o chicchessia?
E ancora: perchè gli uomini agiscono? c'è un fine?
Agiamo per paura e utilità o per mano del Signore?
Devo fare una premessa doverosa e che forse ho dato per scontato (forse malamente, intendo), d'altro canto è meglio in discorsi del genere specificare di cosa si sta parlando: la mia è una morale (di ascendenza cristiana) umanitaria che si basa sulla sofferenza del prossimo. Detto questo:
Di grazia, su cosa è basato il diritto? E a questo punto mi pare sia tu a trascendere dacché lo sleghi dai "scintillanti aspetti del giusto-sbagliato" rendendolo così stranamente etereo.il figone ha scritto gio, 16 dicembre 2004 alle 22:25
No, non è così. La legge te lo impedisce. La legge è edificata sulla morale? E se sì su quale delle tante morali? Il diritto è un edificio che si compone forse di tutte, che esiste da sempre e procede con un ritmo diverso (non sto dicendo più veloce o più lento) rispetto al cangiante aspetto di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato.Ph@ntom ha scritto gio, 16 dicembre 2004 alle 20:55
Concordia? Non riderò. Relativismo etico vuol dire, poco elegantemente, che sono legittimato a cacciarti un coltello in testa
Se, però, vuoi metterla su questo versante devi minimo indicarmi altre basi, per il diritto, che non siano categorie morali (ma mi sembra una faccenda così autoevidente...).
Perchè sarebbe un errore?Quote:
Eppoi se volete possiamo prendere delle tendenze costanti umane e generalizzarle: evitare di uccidere è una di queste. Però l'errore è UNIVERSALIZZARE o ancora peggio astarre una morale trascendente al pianeta Terra e al sistema Uomo. Sono tendenze, evidentemente legate alla nostra natura.
Pure se fossero tendenze umane come cambierebbe il discorso? E anzi, mi dovresti dare ragione .
Empatia?Quote:
Quello umano è un processo di perfezionamento?
Se sì ha un punto di arrivo?
Dove lo spazio per un'etica comune, in un sistema dinamico?
L'uomo stesso non è immutabile: esiste un'evoluzione sociale ma non si dimentichi quella naturale.
Per esempio: aiutare i deboli è qualcosa di universalmente accettato come giusto? E in che luce lo è, di volta in volta?
A dir la verità sono propaggini che non mi interessano (a parte quella dei cani).Quote:
Mangiare i cani? Avere rapporti sessuali con i propri genitori pare un tabù "storico", ma già coi giovinetti marchiamo male.