Alla fine è successo, come era prevedibile. Il progresso avanza, e non si ferma davanti a nulla e nessuno. Dopo il sorpasso dei DVD nei confronti delle videocassette, dopo che gli stessi videoregistratori sono spariti dagli scaffali di alcuni negozi inglesi, soppiantati dai ben più cool HDD/DVD Recorder, pare che stia lentamente arrivando anche l'ora dei CD musicali, i buoni vecchi dischi.
I primi a soffrire l'avvento delle nuove tecnologie sono i singoli, supporti dei quali personalmente non ho mai compreso più che tanto l'esistenza, ma che hanno sempre costituito una buona fetta del mercato della musica mondiale.
Nelle ultime due settimane, stando a rilevazioni effettuate dalla British Phonographic Industry, l'associazione di produttori musicali inglesi, sono stati venduti 282mila CD singoli a fronte di 314mila canzoni comprate e scaricate da siti come iTunes e Napster. E presto le canzoni scaricate entreranno nelle classifiche di vendita, rendendole quindi un po' più affidabili.
Rimane il rammarico, per chi ne sente la necessità (e io ero tra questi, fino a qualche mese fa), della perdita di un supporto non già fisico e tangibile - che può essere comunque fatto da sè in men che non si dica e con una spesa nettamente inferiore - ma quantomeno "ufficiale", con tanto di carta patinata, stampa a colori e jewel case di lusso.
E il mondo si dividerà, ancora una volta, in chi se ne frega e chi no.