Divertiamoci un po', và. Nelle righe che seguono riporto alcuni stralci del resoconto stenografico di un'interrogazione parlamentare. Dovete indovinare a cosa si riferisce (questo è facile) e quando si è tenuta (meno scontato). La lettura non è breve ma è spassosissima, garantito al limone.
«A mio avviso, pur non rilevandosi alcuna violazione di legge in base all'ordinamento vigente, è inopportuno e diseducativo mettere a disposizione dei minori giochi di questo tipo. Ricordo che il Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell'interno ha diramato, il 5 dicembre 2003 direttive tese ad un maggiore coordinamento delle attività di prevenzione e di contrasto della crescente diffusione di videogiochi a contenuto osceno o violento».
«In ambito europeo è in corso di istituzione il sistema PEGI (Pan European Game Information), di classificazione dei videogiochi per fasce di età e per contenuti audiovisivi visibile sulle confezioni. I questori sono stati sensibilizzati a disporre controlli nelle sale da gioco ed in analoghi esercizi, individuando, nelle apposite tabelle di elencazione dei giochi d'azzardo e dei giochi vietati, prescrizioni e divieti specifici, anche nell'interesse dei minori».
«Avrei certamente preferito che il Governo esprimesse la volontà di inasprire le pene o di adottare misure normative particolari, perché il gioco in oggetto, duramente criticato da ben 1.200 associazioni nell'assemblea nazionale di Libera (network costituito dalle associazioni in parola), ha veramente superato ogni limite. Si pone, indubbiamente, il problema della possibile insorgenza di processi emulativi, soprattutto da parte di minori o, comunque, di giovani, ma vi è anche, probabilmente - e non è meno pericolosa e grave -, la voglia di alimentare gli abusati stereotipi sulla cultura meridionale, allo scopo di dipingere il Mezzogiorno d'Italia come brodo di coltura esclusivamente delle attività mafiose e camorristiche cui è dedita la criminalità organizzata. [...] È in atto una rincorsa verso videogiochi sempre più «folli»: per renderli appetibili e per aumentarne la capacità di attrazione, vengono costantemente amplificate, infatti, le indicazioni di violenza, una violenza che, pur essendo stupida ed inutile, viene presentata come forma di manifestazione di comportamenti quasi eroici».
«Questi fatti sono di straordinaria gravità. Ad ogni modo, prendo atto con piacere delle circolari emanate dal Ministero dell'interno. Credo che quest'ultimo abbia anche il dovere di verificare, a consuntivo, quale sia l'effettiva portata degli interventi delle singole questure, perché fatti come quello relativo alla diffusione di questo videogioco sono di una gravità inaudita. Il Mezzogiorno d'Italia e l'intero paese non meritano giochi di questo genere. Soprattutto, credo che abbiamo anche un dovere di natura morale nei confronti delle tante, troppe vittime innocenti della mafia, che non possono essere svillaneggiate da giochi che sono criminali esattamente come le attività mafiose».
«Banalizzare il problema mafia al punto da renderlo un gioco al quale abbiano accesso anche le coscienze più giovani e, come tali, più duttili, e farlo assimilare come se fosse l'eterna lotta tra il bene e il male, tra il buono ed il cattivo, come se fosse un fatto scontato, quasi emblematico, è l'errore più grave che possiamo commettere e che una società civile possa consentire. [...] Auspico che il Governo abbia la sensibilità di affrontare tale fenomeno, non solo per quello che oggi è, ma anche per quello che potrebbe divenire in futuro se non è rapidamente represso».
Fantascienza? No, interrogazione parlamentare tenutasi poco più di una settimana fa, il 18 gennaio. Cliccare per credere (Sito della Camera dei Deputati).
Ricordo solo che il sistema PEGI è in vigore da parecchio tempo, e non «in corso di istituzione», che Mafia è uscito nel 2002 (i nostri politici sono "sul pezzo", come si suol dire), e che riporta un bel bollino in copertina dove se ne consiglia l'acquisto ai maggiori di 15 anni. O ci si arrabbia o si chiude con un bel "MA LOL!"
Che poi, in cosa consisterebbero le circolari citate nell'intervento, volte a «prevenire e contrastare la crescente diffusione di videogiochi a contenuto osceno o violento»? Ci dobbiamo preoccupare? E di cosa?