Elvin ha scritto ven, 18 aprile 2003 11:22
Da un’interessante intervista effettuata il mese scorso in una serie di uffici di grosse aziende legate al mondo dell’Information Technology inglese, sono scaturiti risultati interessanti, (per non dire sconfortanti) sul livello di sensibilità degli utenti nel campo della sicurezza aziendale. È la questione “password” a lasciar trasparire una certa disinvoltura di fondo da parte degli utenti nel gestire l’accesso alle proprie postazioni di lavoro. Nella fattispecie, l’80% degli intervistati ha barattato la conoscenza della propria password personale con i colleghi dell’ufficio in cambio di favori di qualsiasi tipo: dalle merendine alla sostituzione sul lavoro, fino al prestito di materiale di cancelleria come una semplice penna. Le postazioni più gettonate sono naturalmente quelle degli utenti con accesso ad Internet, i quali usano questo privilegio come merce di scambio molto più frequentemente di quanto si pensi.
Nel caso possiate essere così sfortunati da imbattervi in collega appartenente all’esiguo 20% che preferisce tenere la propria password per sé, avrete una buona possibilità di riuscire nell’impresa utilizzando rispettivamente il termine “Password”, oppure il nome del vostro collega, di uno dei suoi figli o la sua data di nascita, oppure ancora il nome della sua squadra di calcio. Per concludere, pare che una volta lasciato il posto di lavoro, gli ex-dipendenti, nell’ 70% dei casi, siano portati a spifferare al mondo intero parecchie informazioni riservate relative alla loro vita professionale appena terminata. Password incluse ovviamente.
Fatta salva qualsiasi considerazione sul buon senso delle persone,
vi stupite ancora del perché la pirateria distribuisca online le ISO complete di giochi molto attesi mesi prima che esca sul mercato la loro versione scatolata?