Guerra del Vietnam
UN RIEPILOGO GENERALE - ANTECEDENTI E VARIE FASI
OBIETTIVI DEI BELLIGERANTI
Vietnam del Nord
I guerriglieri Vietcong (Vietnamiti "rossi") e le forze regolari del Nord intendevano ottenere la definitiva indipendenza e l’unità del paese.
Stati Uniti
Bloccare il temuto allargamento dell’area comunista: il piano prevedeva la "pacificazione " del Vietnam in diciotto mesi e si incentrava sulla costruzione dei cosiddetti "villaggi strategici" al fine di impedire l’infiltrazione dei vietcong, che avevano l’appoggio dei contadini.
LA LUNGA GUERRA DI INDIPENDENZA
1945-1954
la guerra contro i Francesi
Nel 1945 il capo del partito comunista vietnamita Ho-Chin-Minh formò un governo provvisorio che suscitò l’ostilità dei paesi occidentali, sempre timorosi dell’avanzata comunista in Asia. Nel 1946 iniziarono le ostilità tra il Fronte nazionale di liberazione (Fnl) del nord del Vietnam (Viet-minh) e i Francesi, aiutati dagli Americani. La guerra terminò nel 1954: a Dien-Bien-Phu le truppe del FNL e del Viet-minh, comandate dal generale Giap, inflissero una dura sconfitta alle truppe francesi.
1954
Conferenza di Ginevra
La penisola indocinese viene divisa in tre Stati indipendenti: Laos, Cambogia e Vietnam. Il Vietnam fu diviso a sua volta in due lungo il 17° parallelo:
- Vietnam del Nord nel quale viene riconosciuta una repubblica democratica guidata da Ho Chi-Min (con capitale Hanoi)
- Vietnam del Sud, affidato al cattolico Ngo Dinh Diem (capitale Saigon, sotto il controllo americano).
Veniva anche stabilito che si tenessero entro breve tempo libere elezioni in previsione della riunificazione del Paese. Ma gli USA intervennero facendo sorgere una dittatura militare filo americana, sostenendola con aiuti militari ed economici per fronteggiare la guerriglia dei vietcong (vietnamiti rossi), i comunisti del Fronte nazionale di liberazione (Fnl)
1962/63/64
Le cose si complicarono maggiormente nel 1963, quando il regime di Diem fu abbattuto da un colpo di Stato che portò al potere il generale Thieu, mentre le truppe statunitensi aumentavano rapidamente (nel 1964 il contingente militare arrivò a mezzo milione di soldati) senza comunque indebolire la resistenza dei Vietcong. I governi che si susseguirono al Sud suscitarono l’opposizione della popolazione, specialmente nelle campagne, dove guerriglieri comunisti, detti Vietcong, sostenuti dai Nordvietnamiti, organizzano azioni di guerriglia.
1965
Rapida intensificazione del conflitto. Il presidente Johnson decise di estendere le operazioni militari all’interno del Vietnam del nord, le cui maggiori città divennero il bersaglio di numerosi bombardamenti. Ma nonostante le distruzioni sistematiche, l’alto numero di morti, la più grande potenza mondiale non riuscì a piegare le forze guerrigliere, alimentate dagli aiuti bellici sovietici e cinesi.
1968
Tra il 1969 e il 1970 i morti e le stragi furono numerosi anche tra la popolazione civile. Intanto la politica reazionaria del governo di Van Thieu stimolava la diffusione del movimento di indipendenza anche tra le popolazioni contadine del Sud, rifornite clandestinamente di armi dai governi sovietico e cinese e sostenute nel loro spirito di rivolta dal movimento dei Vietcong.
In occasione del capodanno il FNL, appoggiato dell’esercito regolare nordvietnamita, lanciò un’offensiva che lo portò ad occupare le campagne, per poi incunearsi nelle città e nella stessa capitale Saigon.
Un imponente movimento pacifista, sviluppatosi tra i giovani degli Stati Uniti e diffusosi anche in Europa, chiede a gran voce il ritiro delle forze americane dal Vietnam. Il presidente Richard Nixon respinse le proposte dei comandi militari per un ulteriore aumento del contingente USA (già pari a 1/3 di tutte le forze americane) e annunciò l’inizio del disinpegno americano. Nel 1969 venivano avviate le trattative di pace a Parigi.
1970-1972
Il consistente aumento delle forze del Sud indusse Nixon a ridurre la presenza delle forze terrestri americane e ad aumentare quelle aeree e navali. Per tagliare le linee di rifornimento ai vietcong viene deciso di intervenire in Cambogia e in Laos. La politica di "vietnamizzazione del conflitto" si risolve in un fallimento che prelude alla sconfitta statunitense.
Nel marzo 1972 il vietcong conquista la provincia del Quang Tri, nel 1973 gli americani sono costretti alla pace firmata a Parigi. Il regime dittatoriale del Sud è abbandonato a se stesso.
1973:
pace di Parigi
La ritirata statunitense è preceduta da un riavvicinamento di Nixon a URSS e Cina (la «diplomazia del ping pong»); il riavvicinamento consentì di ammorbidire l'atteggiamento di Hanoi e di accelerare i preliminari di pace, che vennero firmati il 27 gennaio 1973. Gli Stati Uniti sospendevano tutti gli aiuti militari a Saigon, in cambio della formazione di un governo democratico-parlamentare e del mantenimento provvisorio dei due Vietnam.
1974: occupazione di Saigon
Malgrado il ritiro delle ultime truppe statunitensi avvenuto nel marzo 1973 (che segnava la prima grande sconfitta nella storia degli Usa), il conflitto continuò. Sanguinosi combattimenti, con moltissime vittime, si protrassero fino all’aprile del 1975, quando Vietcong e truppe nord-vietnamite riuscirono ad entrare nella capitale Saigon (ribattezzata poi Città Ho Chi Minh).
LE CONSEGUENZE
in Vietnam
Quando nel 1975 gli ultimi reparti americani lasciarono il Vietnam del sud, fu creato uno stato unico con capitale Hanoi, mentre Saigon fu ribattezzata Città di Ho Chi-Min.
La guerra di liberazione vietnamita è costata, secondo calcoli americani, più di 7.300.000 tra morti e feriti totali, di cui poco più di un milione uccisi in combattimenti. Per il Vietnam la guerra significò la rovina della sua economia, duramente colpita dal conflitto. Sul Vietnam, un paese grande quanto l’Italia, erano stati scaricati più esplosivi di quelli usati su tutti i fronti nel corso della seconda Guerra Mondiale, oltre a una enorme quantità di defolianti chimici.
negli Stati Uniti
Gli USA persero per la prima volta una guerra, con 60.000 morti e 100.000 mutilati. Tale perdita rappresentò una ferita morale e psicologica per un’intera generazione e un terribile evento militare ed economico che ridimensionò il ruolo planetario degli USA. I soldati americani reduci dal Vietnam, rappresentarono a lungo una mina vagante per la società americana, diventando spesso il simbolo di una colpa da cancellare. E' la «sindrome del Vietnam» dalla quale gli Stati uniti si sono liberati solo negli anni dell'amministrazione Reagan, come dimostrano i film ispirati alla «dirty war», alla sporca guerra del Vietnam.
Ridimensionamento del ruolo di Washington nel sistema finanziario internazionale: la prima sconfitta militare li indebolì anche in campo economico con la crescita dell’inflazione e la perdita di valore del dollaro (culminata nella rinuncia alla convertibilità in oro del dollaro: 1971).