E’ convinzione diffusa che Pong dell’Atari sia stato il primo videogioco ad approdare sulle televisioni dell’America inizi anni ’70.
Ebbene non è così: la prima consolle domestica prodotta e distribuita su larga scala fu la Magnavox Odyssey, uscita sul mercato nel Maggio 1972 e che vendette, durante il primo anno, circa 100.000 unità ad un prezzo al pubblico intorno ai 100$.
Si trattava ovviamente di un prodotto molto semplice rispetto a quelli a cui siamo abituati oggi, l’architettura non prevedeva infatti microprocessori (troppo cari, l’Intel aveva introdotto il suo 4004 solo l’anno precedente) ed era basata su 40 transistor ed un numero analogo di diodi.
La grafica, minimalista, era in bianco e nero e non era prevista l’emissione di nessun suono. In pratica gli unici oggetti visualizzabili erano due ‘racchette’, una pallina ed una linea verticale ma, nonostante ciò, l’Odyssey dispose in tutto di 28 giochi di diverso genere: sportivi, spaziali ed anche educativi, anche se tutti molto semplici.
La fruizione di detti giochi era agevolata dalla presenza di diversi accessori, contenuti spesso nelle stesse cartucce dei giochi, come adesivi trasparenti di plastica colorata rappresentanti fondali, carte, dadi ed addirittura un fucile (che molti non acquistarono in quanto si diffuse l’errata convinzione che funzionasse solo con televisori della stessa marca).
L’Odyssey era un sistema programmabile strutturato in base a cinque diversi moduli: un generatore di punti, uno di sincronia verticale, uno di segnale video, uno di flip-flop e per finire uno di matrici (necessario per determinare le collisioni). Le cartucce erano costituite da un semplice circuito stampato composto da soli interruttori tramite i quali la macchina veniva posta in uno stato piuttosto che in un altro.
Nonostante le buone premesse l’Odyssey non si rivelò comunque il successo sperato: gravi errori di marketing tipo il non specificare che l’apparecchio poteva funzionare con qualunque televisore, la limitata diffusione, la scarsa preparazione dei commessi ed il venderlo prevalentemente nei negozi Magnavox, minarono la diffusione presso il grande pubblico che pure sarebbe stato interessato all’acquisto (come dimostrò poco più avanti il già citato Pong).
Neanche una decisa riduzione del prezzo, passato dai 100$ dollari iniziali ai 75$ del 1973 ed ai 50$ dell’anno successivo, servì alla causa ed alla fine del 1974 la produzione cessò dopo aver totalizzato un totale di circa 200.000 macchine vendute.