Piccola recensione di questo promettente titolo dopo una 15ina abbondante di ore di gioco. The Lost Crown (TLC) è la terza fatica di Jonathan Boakes, già apprezzato autore di Dark Fall e di Dark Fall 2. Come potrete intuire dal titolo, trattasi di un gioco che strizza l'occhio al soprannaturale in modo piacevole e coinvolgente. Ma passiamo ad una breve anlisi delle features del gioco:
1) Grafica. Partiamo da questa, perchè Boakes ha fatto una scelta davvero controcorrente, ossia quella di scenari quasi interamente in bianco e nero. Sono questi due colori, infatti, a contraddistinguere le schermate di gioco, inframmezzati da macchie di colore che evidenziano certi oggetti o esseri viventi. L'effetto, sebbene possa lasciare inizialmente perplessi, è molto suggestivo e contribuisce bene a dare un senso di mistero al gioco, aiutato anche dal notevole dettaglio della grafica, ricchissima di dettagli e particolari. Unica nota un pò stonata sono i personaggi, animati in modo un pò grossolano e che utilizzano modelli non molto convincenti, ma è una pecca cui ben presto si soprassiede.
2) La trama. Naturalmente non anticipo niente. Posso solo dire che il racconto,a parte un paio di sbavature, è davvero molto avvincente e soprattutto straordinariamente carico di atmosfera e suspence. A tale riguardo, l'autore è stato molto bravo creare una storia che attinge ad un aspetto del soprannaturale spesso trascurato, ossia quello relativo ai misteri legati al ciclo delle stagioni, ed alle leggende che prendono orgine dal culto della terra e dai riti pagani relativi alla natura. Il tutto è narrato con grande maestria e ricchezza di informazioni, ed accresce non di poco la profondità del gioco. Grande, grandissima importanza rivestono a questo riguardo le musiche e gli effetti ambientali del gioco, davvero eccellenti ed in grado di creare un continuo senso di inquietudine e pericolo imminente.
3) I puzzle. Bene anche sotto questo aspetto. Da quanto ho visto sino ad ora, sono perfettamente integrati nel gioco ed anche piuttosto vari, sia nel concept che nella realizzazione. Si passa dai classici mosaici da ricostruire a puzzle uditivi, ad altri che richiedono la lettura di libri, alle più classiche forme di interazione tra oggetto e scenario. Un capitolo a parte merita un tipo di puzzle: nel corso del gioco, infatti, verremo dotati dell'equipaggiamento del perfetto ghostbuster, completo di telecamera ad infrarossi, registratore, macchina fotografica, ed altri ammenicoli con i quali relazionarci con il mondo dell'aldilà. Il tutto è stato realizzato molto bene, e le sessioni di caccia al fantasma sono tra le più riuscite.
Per ora mi fermo qui. Prossimamente parlero dei personaggi del gioco, dei dialoghi e dell'interfaccia e di altre piccole particolarità.
Per ora l'impressione è decisamente positiva.