Originariamente Scritto da
tomlovin
Chiaverotti per me é più bravo solo di Ruju, gli altri sceneggiatori (escluso, forse, qualche outsider) gli stanno mediamente tutti quanti sopra. Il paragone con la Barbato é improponibile, a livello di profondità delle storie e delle sceneggiature stanno su due pianeti diversi (anzi, la Barbato ha dovuto anche moderarsi, dato che le sue prime sceneggiature contenevano tante di quelle idee che alla fine risultavano difficili da seguire... rischio che con Chiaverotti non si corre mai, le idee sono sempre quelle
).
Ma anche Medda (meno profondo della Barbato ma più incisivo) non lo vede nemmeno, se é per questo.
Chiaverotti é semplicemente un buon artigiano della sceneggiatura, svolge il suo compito sufficientemente bene (oddio, talvolta in maniera pessima... leggasi "Il picco della strega", "Frankenstein!" e tante altre per un esempio di storia orrenda
) ma grandi storie zero, l'unica forse un po' meglio delle altre é "Partita con la morte" (che ha anche le sue brave scemenze nel finale, comunque), l'altra potrebbe essere forse "Goblin".
Ma come tutti gli artigiani, dopo un po' annoia: per una durata lunga ci vuole un grande scrittore.
Su "Ghost Hotel" poco altro da dire, per me é l'apice della serie ("Il lungo addio", pur buona, potrebbe essere l'apice di una serie di romanzi rosa, forse
): un esempio di come si può parlare di temi seri senza rinunciare a scuotere lo spettatore e scrivere una grande storia.
Generalmente quando si parla di sociale la storia passa in secondo piano rispetto alla tirata sociopolitica, in "Ghost Hotel" Sclavi non casca in questo classico errore e fa una grande storia a tema sociale.