Potrebbero sempre comprare di gran carriera il K-9
Potrebbero sempre comprare di gran carriera il K-9
Questa è piuttosto interesante...
rubata dalla solita "Pagine di Difesa", l'articolo è di Ezio Bonsignore.
Saluti.
Nei mesi e nelle settimane che hanno preceduto il summmit dei capi di Stato e di governo dei paesi della Nato a Bucarest, l’attenzione di tutti gli analisti e osservatori politici era concentrata sulle due importanti questioni dell’allargamento dell’Alleanza, e dell’Afghanistan. Si trattava cioи di vedere se il presidente Bush sarebbe o non sarebbe riuscito a superare le obiezioni della Grecia all’ingresso della Macedonia sotto il nome di ‘Macedonia’ e a forzare i tempi per quanto riguarda l’ingresso della Georgia e dell’Ucraina; e di controllare se alcuni membri recalcitranti avrebbero o non avrebbero potuto essere convinti a tirar fuori piщ uomini e/o piщ soldi per la missione Isaf, e ad abbandonare i paralizzanti ‘caveat’ circa la disposizione delle loro truppe e le missioni che esse possono compiere.
Ma invece, c’и stata una grossa sorpresa. La decisione di gran lunga piщ importante sul piano strategico, tra quelle prese a Bucarest riguarda il delicatissimo argomento della difesa antimissile.
Nel comunicato finale del summit, che per definizione riflette la posizione congiunta di tutti i paesi membri, la Nato ha formalmente approvato il piano americano per lo spiegamento in Europa di certi elementi del sistema da difesa antimissile balistici (Bmd) degli Stati Uniti. Si tratta del cosiddetto Terzo Sito (in aggiunta ai due giа esistenti a Fort Greeley in Alaska e Vandenberg Afb in California), che come noto dovrа comprendere una stazione radar nella Reubblica Ceca e una batteria di missili intercettori in Polonia. La Nato non solo ha approvato questo piano, ma ha anche indicato che il Terzo Sito deve essere visto come facente parte del sistema di sicurezza collettivo dell’Alleanza.
Questa presa di posizione della Nato rappresenta una vittoria di straordinaria portata per l’amministrazione Bush sul piano politico, diplomatico e strategico. Questo sopratutto in quanto essa и stata ottenuta superando la fortissima e duramente espresso opposizione della Russia, e in un momento storico-politico in cui molti membri europei della Nato sono sempre piщ preoccupati di mantenere buone relazioni con la Russia sul piano economico e delle furniture di energia, e quindi preferiscono evitare di irritare il Cremlino. Se, come sembra probabile, l’accordo finale per l’installazione del Terzo Sito potrа essere concluso prima che l’amministrazione Bush giunga alla sua conclusione, George W. Bush sarа finalmente riuscito a ottenere quella ‘ereditа strategica’ per la sua presidenza che sta affannosamente cercando.
In un unico paragrafo di poche asciutte frasette, sistemato quasi alla fine del comunicato e ben dopo argomenti apparentemente molto piщ importanti, come l'assistenza da fornire alla Mauritania per l'eliminazione di residuati bellici o le iniziative per migliorare le relazioni pubbliche dell'Alleanza, la Nato di fatto annuncia il piщ profondo cambiamento nella sua strategia complessiva sin dall'epoca della formulazione della Risposta Flessible, e in realtа dalle implicazioni e conseguenze ancora piщ pesanti. La cosa bizzarra и che non pare che questo cambiamento sia stato in precedenza discusso a approvato a livello di Alleanza (per non parlare poi dei Parlamenti dei singoli Stati).
Si comincia con l'affermare che:
“Ballistic missile proliferation poses an increasing threat to Allies’ forces, territory and populations. Missile defence forms part of a broader response to counter this threat.”
Questo potrebbe sembrare ovvio e addirittura lapalissiano, ma non lo и affatto. Sino ad un passato ancora molto recente, tutti i membri della Nato - a parte gli Stati Uniti, e quindi l’Alleanza nel suo complesso - erano interessati a studiare possibili forme di difesa contro la minaccia posta da missili balistici a breve portata (e cioи armi tattiche di Teatro) contro le loro forze spiegate in missioni ‘out of area’. Allo stesso tempo, perт, questi paesi consideravano il concetto della difesa antimissile contro armi a media lunga portata (intermediate-range ballistic missile, IRBM, e intercontinental ballistic missile, ICBM), e quindi intesa ad assicurare la protezione del loro territorio e dei centri di popolazione, come un vero e proprio anatema. Questo perchи il concetto di una difesa BMD su scala nazionale и diametralmente opposto al principio della deterrenza nucleare tramite la minaccia della distruzione reciproca (Mutually Assured Destruction, MAD), principio che era sinora visto come il sacrosanto fondamento di tutta la politica di sicurezza dell’Alleanza.
Se la Nato ora dice che “la difesa antimissile si inquadra nella risposta complessiva alle minaccie contro il territorio e la popolazione degli Alleati”, questo significa che si sta scientemente abbandonando il principio del deterrente, per allinearsi invece con le nuove politiche di sicurezza espresse nella National Security Policy dell’amministrazione Bush, e che hanno appunto comportato la denuncia unilaterale del trattato ABM e la decisione di spiegare un sistema BMD a protezione della nazione.
“We therefore recognise the substantial contribution to the protection of Allies from long-range ballistic missiles to be provided by the planned deployment of European-based US missile defence assets.”
Questa и la frase chiave. Mentre sino a poche settimane fa non poche capitali di paesi Nato continuavano ad avere i loro seri dubbi circa la vera natura e gli scopi del Terzo Sito, e anche l’accettazione da parte di Polonia e Repubblica Ceca non era affatto sicura, adesso si и addirittura deciso che il Terzo Sito va a beneficio dell’Alleanza in quanto tale. Sarebbe interessante scoprire quali promesse, garanzie e assicurazioni (o minacce?) gli Stati Uniti abbiano messo sul tavolo per arrivare a una tale straordinaria unanimitа. Ma temo che dovremo accontentarci delle nostre illazioni.
“We are exploring ways to link this capability with current Nato missile defence efforts as a way to ensure that it would be an integral part of any future NATO-wide missile defence architecture.”
Come giа detto, gli studi e i programmi per la difesa antimissile sinora avviati in ambito Nato erano strettamente limitati al possibile sviluppo di sistemi di Teatro, concepiti per la protezione delle forze spiegate oltremare nonchи, in via secondaria, di certi obiettivi strategici chiave sul territorio dell’Alleanza (sopratutto le basi aeree) che potrebbero essere minacciati da missili balistici tattici. Ma adesso, la difesa di Teatro non viene nemmeno citata di sfuggita, e salta fuori di colpo una "architettura di difesa antimissile per tutta la Nato” di cui non si era in precedenza mai parlato, e sulla quale non risulta esserci stata alcuna discussione. Chiaramente, qualcuno sta muovendo certe carte con una fretta tremenda.
Sul piano pratico, visto che il Terzo Sito и strettamente inserito nel sistema BMD americano, che il suo funzionamento dipende eslusivamente dal sistema di allarme americano e che gli Stati Uniti hanno giа spiegato chiaramente che il sistema funzionerа al di fuori di qualsiasi possibile decisione da parte dei governi ceco e polacco, esiste un solo possibile modo per integrare il Terzo Sito in una futura “architettura Nato”: far sм che questa architettura sia costituita da altri siti simili sparsi per tutto il territorio dell’Alleanza, ma sempre sotto controllo esclusivo americano, anche se con la foglia di fico della Nato. Anche perchи:
“Bearing in mind the principle of the indivisibility of Allied security as well as NATO solidarity, we task the Council in permanent session to develop options for a comprehensive missile defence architecture to extend coverage to all Allied territory and populations not otherwise covered by the US.”
Questo и in effetti un punto molto delicato. Per ragioni puramente geografiche, il Terzo Sito non sarа in grado di fornire protezione ai paesi del fianco meridionale dell’Alleanza, da qualsiasi direzione provenga la minaccia. E’ quindi ovvio che ad esempio la Grecia non avrebbe alcun interesse ad approvarne l’installazione, se non in presenza di ben precise garanzie circa il futuro allargamento dell’ombrello.
Siamo quindi di fronte a un cambiamento davvero epocale. La Nato ha deciso - ma senza che l'opinione pubblica e gli stessi parlamenti degli stati membri siano stati consultati o anche solo informati - di adeguarsi ai concetti strategici formulati dall'amministrazione Bush. L’era della deterrenza si chiude e si apre quella della difesa antimissile. Speriamo che la nuova strategia funzioni altrettanto bene quanto ha funzionato la vecchia. E speriamo che i Russi mandino giщ il boccone amaro, senza fare troppe piazzate. E speriamo sopratutto che la Nato, avendo deciso di seguire gli Usa in questo, non decida di seguirli anche nell'altro pilastro chiave della nuova National Security Policy: e cioи la dottrina e la pratica della guerra preventiva.
A quanto pare abbiamo un vincitore nel concorso per il nuovo veicolo da combattimento inglese e se non erro esso è il meno avanzato dei tre
General Dynamics' Piranha V makes FRES provisional selection
By Tim Ripley
09 May 2008
General Dynamics' Piranha V light armoured vehicle has been provisionally selected ahead of Artec's Boxer and Nexter's Vehicule Blindé de Combat d'Infanterie (VBCI) to meet the British Army's Future Rapid Effect System (FRES) Utility Vehicle requirement.
A written statement from the UK Defence Equipment and Support Minister Baroness Taylor described the Piranha V as the "preferred design" but only a "provisional selection".
Accordingly, questions remain over exactly what work needs to be done to get beyond the provisional selection. A statement from General Dynamics UK noted that the company "will now enter negotiations with the MoD to determine the scope of development work required".
The competition to select a Utility Vehicle Integrator is ongoing and - until that decision is made - questions also remain over the exact build strategy to get the vehicle into service, with teams from Artec, BAE Systems, EADS, General Dynamics, Lockheed Martin and Nexter are all vying for the role.
As the MoD's announcement stopped short of a production order, industry executives and UK MoD sources told Jane's they feared that the FRES programme had fallen victim to the UK defence "budget crunch".
Image: General Dynamics Piranha (Jane's/Patrick Allen)
Da, al solito, Pagine di Difesa, articolo (interessante) di Andrea Tani.
Saluti
L’acquisizione della Drs Technologies da parte di Finmeccanica и una di quelle novitа che solo pochi anni fa sarebbe sembrata inverosimile, una pagina da libro dei sogni. Se tutto andrа bene - ovvero se le autoritа statunitensi daranno il loro Ok alla prima Opa amichevole (e ben accolta) su una loro societа che realizza high tech militare cruciale da parte di un acquirente ‘non anglosassone’ - Finmeccanica entrerа dalla porta principale nel piщ grande mercato militare del mondo: circa 700 miliardi di dollari all’anno, la metа del totale mondiale. Diventerа il secondo fornitore estero del Pentagono, dopo la Bae, o piщ precisamente il secondo fornitore estero con radici stanziali negli States, dato che Eads, che ha vinto la multibilionaria gara dei tanker, supera forse il totale acquisito di Finmeccanica finora in terra d’America, ma non ha una presenza in loco comparabile a quella di Finmeccanica dopo l’operazione Drs.
Continua cosм la travolgente cavalcata di Fimeccanica verso la internazionalizzazione. Quello che stupisce - al di lа delle dimensioni e della dinamica del fenomeno - и come le successive operazioni alle quali abbiamo assistito in questi anni siano andate nel complesso bene, sia nella fase esecutiva che nello spesso difficile follow-on. L’integrazione di Westland in Agusta sta procedendo con molta speditezza, data la lunga frequentazione delle due societа prima della fusione. Il gruppo и ormai una delle prime realtа elicotteristiche mondiali e si afferma con sempre maggiore autorevolezza su tutti i mercati.
La fusione fra le componenti italiana e britannica delle varie Selex ha luci e anche ombre non marginali, ma il processo и recente e il contesto molto competitivo. Le sollecitazioni che esso impone mal si conciliano con l’atmosfera rilassata che dovrebbe avvolgere tutte le lune di miele. Occorre dare tempo al tempo, come in tutti i matrimoni d’interesse, tenendo presente che questo genere di operazioni si portano sempre appresso il macigno della eterogeneitа culturale e di interessi di partner industriali che appartengono a diversi contesti nazionali. L’eterogeneitа conta e come. Si pensi solo alle frizioni, per usare un eufemismo, che strattonano Eads e le sue anime francesi e tedesche, pur dopo svariati decenni dalla sua costituzione.
Una delle ragioni del relativo successo – finora – delle integrazioni italo-inglesi и costituito dal clima empatico che caratterizza i rapporti del management integrato dei vari settori. Gli - una volta - altezzosi britanni sono in genere piuttosto soddisfatti della leadership italiana, che tende a essere cooptante piщ che egemonica, per carattere distintivo, cultura ecumenica tipica delle consorterie del Bel Paese e soprattutto necessitа. I neo leader di Monte Grappa e affini hanno un estremo bisogno della padronanza del mondo e del cosmopolitismo dei loro (supposti) dipendenti albionici, soprattutto per quanto riguarda i rapporti con i gangli cruciali del pianeta dove si fanno i giochi veri.
L’inevitabile provincialismo nel management italiano su certi temi si accompagna a una assennata apertura ai contributi che possono venire da culture industriali diverse, e questo facilita lo stabilirsi di rapporti di autentica collaborazione. Cosa che non si puт dire per altri contesti, come quello dei cugini d’Oltralpe, certamente piщ agguerriti - almeno sul piano dei quadri e delle strategie - ma immensamente piщ duri, imperialisti e arroganti nell’esercizio del comando (per inciso, questa potrebbe anche essere una ragione subliminale, fra le tante concrete, per la quale и fallita la scalata di Air France su Alitalia).
Comunque sia, con l’operazione Drs и stato veramente traversato il Mare Incognito e si и approdati in un Nuovo Mondo dove le buone maniere e il ‘volemose bene’ potrebbero non essere sufficienti. Se vi sono delle inadeguatezze, dovranno essere rapidamente colmate, pena l’accentuarsi di quella reazione dubbiosa dei mercati che al momento sta facendo perdere alle azioni di Finmeccanica il tre per cento del suo valore, probabilmente per gli aspetti piuttosto onerosi dell’operazione, che hanno prosciugato le risorse di Monte Grappa in modo audace o imprudente, a seconda delle valutazioni. Drs ha le technologies che risultano dalla sua ragione sociale, ma anche debiti e non pochi. In compenso non ha moltissimi ordini. Rappresenta un’opportunitа carica di incognite, non una certezza di sorti certe e progressive.
D’altra parte, gli emigranti siciliani che approdavano a suo tempo ad Ellis Island non erano portatori di capitali in cerca di investimenti, ma di braccia in cerca di lavoro, e con quelle si sono fatti valere e hanno fatto fortuna. Magari non subito. Le nostre societа si devono contentare di quello che и rimasto dalle predazioni interne dei colossi Usa ed esterne degli ‘anglosassoni’. Le aziende dispongono soprattutto di braccia tecnologiche e produttive di prim’ordine e dell’inventiva per farle fruttare. La stessa storia dei successi dei materiali d’armamento italiani venduti nel dopoguerra negli Usa, in virtщ della sola loro validitа operativa e tecnica, lo sta a dimostrare.
Dal cannone Oto Melara da 76/62 compatto, venduto e prodotto su licenza in 400 esemplari per la US Navy fino a diventare uno standard mondiale - il pezzo d’artiglieria navale di maggiore successo di tutti i tempi – ai radar per la scoperta aerea, ai sistemi di scoperta subacquea eterodossi (il cosiddetto Sarchiapone che qualcuno ricorderа, che fruttт alla Marina Militare italiana la cessione di due caccia, due navi anfibie e due sommergibili, se non ricordo male) ai recenti aeromobili acquisiti dai marines e dall’Usaf (US 101 e C 27J) alla pistola Beretta ai molti altri articoli minori che non compaiono sui giornali. Il piщ recente, certamente non minore, che potrebbe diventare realtа и il proiettile d’artiglieria navale guidato Vulcano che la US Navy sta valutando dopo l’abbandono di un analoga iniziativa nazionale. Se riuscisse a sfondare (per un proiettile quale altro augurio?) ripeterebbe l’epopea del Compatto e forse qualcosa di piщ.
Insomma, le premesse per un deciso salto di qualitа ci sono. Occorre cogliere ad ogni costo le formidabili opportunitа che si presentano, approfittando della rinnovata ‘entente’ con l’alleato transatlantico, scaturita dalle recenti elezioni, e utilizzando al meglio il supporto potenziale di una lobby italo-americana che non и certamente marginale nel contesto della societа ospitante. Ma soprattutto adeguando le proprie strutture di management dei piani medio-alti (quelli altissimi pare non abbiano bisogno di suggerimenti) alle eccellenze di un paese come gli Stati Uniti d’America, che ha inventato la tecnologia e ha responsabilitа di sicurezza planetarie e quindi non si puт permettere approssimazioni sul tema. La posta in gioco non и solo l’accesso al mercato della difesa piщ ricco del mondo, ma l’enorme promotion internazionale che un tale accesso comporta. La realizzazione di questo American Dream non и scontato nй agevole. L’industria della difesa italiana и molto qualificata sul piano dell’ingegneria, grazie anche al pluridecennale apporto diretto e indiretto delle forze armate italiane, che negli anni hanno allevato e supportato pazientemente le iniziative primordiali che si accendevano un po’ caoticamente dappertutto nel quadro del risveglio postbellico, a scapito a volte della credibilitа operativa del proprio strumento militare (la lungimiranza sembra sia stata premiata). Il sistema и sano, efficiente, trasparente e quasi del tutto esente dalle piaghe che hanno rovinato altre realtа industriali nazionali, per non parlare di quelle non industriali, magari pubbliche. Puт fornire un esempio per molti e guidare una rinascita industriale del Paese. Ma deve imparare a reggersi completamente e saldamente sulle proprie gambe acquisendo la capacitа di gestire al meglio macrofenomeni internazionali, cosa che il pregresso nazionale non aiuta a fare.
Non c'è che incrociare dita, piedi e quant'altro la nostra anatomia permetta perchè questa e le (auspicabili) altre acquisizioni di Finmeccanica vadano a buonissimo fine. Comunque... bellissimo colpo!
Ma... ehm... di cosa si occupa esattamente quella ditta americana?
Ne ha parlato Guarguaglini martedì nel corso di una intervista su Radio 24. Da quello che ho capito la Drs Tech. produce principalmente radar e sistemi elettro-ottici di puntamento.
Basta cercare in rete!
Saluti
Ahpperò. Speriamo ci siano sinergie davvero significative con Selex.
Da repubblicabari.it (scusate la fonte poco autorevole)"Un carro militare viene trasportato a bordo di un elicottero in grado di ospitare oltre all´equipaggio una squadra di sei persone. Il CH 47 è utilizzato sia per il trasporto logistico che gestionale. A bordo si può caricare anche un depuratore che purifica l´acqua del mare rendendola potabile. Quando l´elicottero si alza, nel campo di Torre Veneri, a dieci chilometri da Lecce, ha inizio l´esercitazione del primo comando italiano interforze che opererà in aree di crisi sotto la regia dell´Unione europea. In pratica si tratta del primo corpo interforze che dal 2010 avrà il compito di condurre operazioni militari e interventi umanitari in paesi, come ad esempio i Balcani o il Libano, assediati dalla guerra. L´esercitazione si svolge in una distesa di grano grande come venticinque campi di calcio. Dopo circa venti giorni di lavori, quell´area di cinque ettari ora può ospitare 400 uomini appartenenti ai quattro diversi corpi di forze armate.
«Quando siamo arrivati - racconta il tenente colonnello dell´esercito Vincenzo Lauro - c´erano solo ulivi e cespugli. Abbiamo lavorato sodo per trasformare l´area in un campo di esercitazione». A Campo Frigole l´esercito, la marina, l´aeronautica e i carabinieri hanno costituito il primo corpo interforze. Tra gli ulivi del Salento si studia e si svolgono esercitazioni mentre si sperimenta la prima forma di convivenza tra quattrocento uomini appartenenti a diversi corpi. «Mi sento come un padre di famiglia che ha grandi responsabilità - confessa il comandante della divisione "Acqui" Vincenzo Lops, nato a Corato - e credo che questo progetto è destinato a diventare un momento storico di grande importanza per tutte le forze armate, italiane e internazionali».
L´obiettivo è costituire il primo comando interforze della Nato che in una prima fase sarà capeggiato dagli inglesi e successivamente dai greci. Nel contempo i soldati pensano anche a trascorrere nel migliore dei modi il proprio tempo libero tra una partita a carte e un paio di ore trascorse ad allenarsi in una palestra ben attrezzata. Vivranno all´interno del campo sino al 18 giugno quando l´operazione Sharp Endeavour si concluderà. Per quanto riguarda l´addestramento, si lavora sodo sin dalle prime ore del mattino. Esercitazioni con l´elicottero, prove di assalto corpo a corpo e tante ore di tattica. Ingegneri e specialisti di ogni reparto studiano nei dettagli ogni possibile mossa simulando anche azioni di guerra. Che vengono monitorate e riprese da un sofisticato sistema satellitare che è in grado di facilitare le comunicazioni anche nelle situazioni di emergenza. Computer portatili di ultima generazione consentono ai comandanti di gestire operazioni complesse controllandole dal proprio pc.
La comunicazione e i rapporti con i media vengono invece curati dal maggiore De Marcus e dal tenente colonnello Stefano Schiappacasse. Campo Frigole è una piccola città in cui non manca nulla. Tecnologia, tattica e innovazione ma anche rispetto delle migliori tradizioni pugliesi. Come quella della focaccia che il cuoco del campo, il caporal maggiore Massimiliano Nocco, prepara ogni mattina. «Se mangiano bene, lavorano ancora meglio. E poi - commenta Nocco - la più grande soddisfazione di chi come me e i miei collaboratori lavora in cucina è vedere le facce soddisfatte di chi mangia». Dopo pranzo, chi vuole può anche gustare un caffè nella zona relax o guardare un film nell´area tv. Ma senza esagerare perché poi si riprende subito con le riunioni tecniche e le "prove di guerra". Il comandante Lops ne è convinto: «Questi ragazzi sentono l´importanza di quello che stanno vivendo e hanno una gran voglia di fare bene. Per questo lavorano sodo ogni giorno». E poi, dopo aver mangiato la polvere alzata dagli elicotteri che decollano per le varie esercitazioni, dovranno trovare il tempo di lavarsi le divise e tornare a dormire in una delle 150 tende modulari disposte in una zona top secret."
foto
Bello
Se magari mi spiegano che cos'é un "carro militare" sono anche contento
Una carrozza trainata da 4 sergenti
Arlington, Virginia – La comunità militare ha dato una prima occhiata al più recente obice semovente dell’esercito statunitense quando un prototipo del nuovo cannone ha fatto la sua apparizione durante la cerimonia per il 233° anniversario della costituzione dell’esercito degli Stati Uniti d’America svolta al Pentagono.
Il XM1203 Nlos-c (Non line of sight – cannon) è la componente a fuoco indiretto della nuova famiglia di veicoli terrestri muniti di equipaggio dell’esercito (Army’s manned ground vehicle family), che diventerà uno degli elementi del sistema di combattimento dell’esercito americano del futuro. La nuova famiglia di veicoli terrestri comprende otto varianti specializzate, dal pezzo di artriglieria Nlos-c al trasporto per la fanteria fino al posto di medicazione avanzato, tutti realizzati utilizzando un unico scafo e un unico gruppo propulsore.
Il cannone è ancora nello stadio di sviluppo, secondo il parere espresso dal sergente di 1^ classe dell’esercito Jesse Henne, un membro del team addetto alla manutenzione e alla logistica del progetto Nlos-c. La prima versione di prova si suppone giungerà a Fort Bliss, nel Texas, nel 2012, mentre la produzione di serie è previsto che sarà avviata nel 2015. Nel frattempo, il prototipo del cannone è stato presentato venerdì scorso al Pentagono proveniente da Minneapolis, dove si stanno effettuando i test di sviluppo, trasportato con un apposito carrello con lo scafo e il cannone da 155 mm pitturati di marrone chiaro e nascosti, lungo l’itinerario del percorso, alla vista dei curiosi da grandi teloni.
A differenza dell’attuale obice semovente dell’esercito Usa M109A6 Paladin da 155 mm, che ha un equipaggio di otto soldati (comandante, pilota e sei artiglieri), il Nlos-c ha solamente due membri di equipaggio: il comandante del mezzo e il pilota. Il Nlos-c sarà anche il primo veicolo dell’esercito ad avere i cingoli interamente in materiale plastico invece di quelli in metallo con inseriti i tasselli in gomma. Il cingolo in plastica rigida è più leggero, più silenzioso ed è in grado di offrire un moto di rotolamento con minori vibrazioni. Il sergente Jesse Henne ha dichiarato: “Io non so se attualmente si possa parlare di un rotolamento morbido in un veicolo cingolato, ma in questo mezzo, facendo le debite proporzioni, il rumore è attenuato in modo eccezionale”.
Altri miglioramenti includono un sistema di integrato di corazza attiva su tutte le superfici del veicolo in modo che se questo viene colpito con un proiettile anticarro, del tipo propulso da un razzo con la testa a carica cava, la corazza dello scafo reagisce immediatamente prima che il dardo possa penetrare al suo interno. L’esercito ha disposto l’invio del sergente Jesse Henne, un capo meccanico specializzato nella manutenzione dei veicoli cingolati con 18 anni di esperienza, presso il progetto Nlos-c nel 2006 a seguito del suo reimpiego al termine del secondo turno di servizio in Iraq con la 101^ divisione aerotrasportata.
In qualità di meccanico del programma Nlos-c, Henne ha precisato che il suo incarico è quello di “fornire ai progettisti il parere dei soldati che impiegheranno il veicolo, in modo da rendere noto che cosa gli utilizzatori realmente si aspettano da questo nuovo mezzo, in particolare dal punto di vista degli interventi di manutenzione, durante il suo impiego sul campo di battaglia”. Questo è un aspetto particolarmente importante, perché quando si impiega sul terreno il veicolo, i soldati devono dedicare l’80% del loro tempo alla sua manutenzione. Questo è ancora più valido se si pensa che l’equipaggio è composto da artiglieri che non hanno ricevuto un addestramento specifico per la manutenzione del veicolo in dotazione. Normalmente, ci si attende che l’equipaggio di un veicolo corazzato compia attività come il controllo dei livelli dei liquidi, il serraggio dei rotismi e degli organismi di rotolamento e la sostituzione dei cingoli, ovvero l’equivalente dei controlli di manutenzione che quotidianamente dovremmo eseguire sulle nostre autovetture private.
Ma sul Nlos-c, l’equipaggio dovrà svolgere molti dei compiti che adesso sono eseguiti solo dai meccanici specializzati. Per esempio, se il motore preposto al funzionamento del cannone – il propulsore del sistema automatico di caricamento del cannone, che ha consentito di evitare la presenza a bordo di un terzo artigliere quale servente-caricatore – va in avaria, i due membri dell’equipaggio dovranno essere in grado di ripararlo.
Il cannone sarà dotato di una serie completa di computer dedicati all’autocontrollo-verifica del funzionamento di tutte le sue componenti che semplificheranno al massimo il lavoro dell’equipaggio. Il sergente Jesse Henne, mentre accarezza la parete marrone chiaro del prototipo del veicolo Nlos-c, ha concluso dicendo: “Questi computer segnaleranno gli inconvenienti e daranno all’equipaggio le indicazioni per porvi rimedio”. Fonte: Stars and Stripes – Lisa Burgess
Traduzione dall’inglese per Pagine di Difesa: Emanuel
Ma sbaglio o il NLOS-C è armato con un 155mm a 39 calibri invece dei 50-55 calibri che sono lo stato dell'arte attuale?
Tanto non entrerà mai in produzione. Troppo sofisticato e velleitario, come un sacco di progetti militari statunitensi degli ultimi anni.
Qualcuno ha detto A-12 Avenger (per dirne uno)???
Questa mi sembra una esagerazione, trent'anni fa molti hanno detto la stessa cosa riguardo ai "big five" (i futuri Abrams, Bradley, MRLS, Apache e Patriot) e sappiamo tutti come è finita.
Bé con la differenza, che il successore del Paladin, l' XM2001 - Crusader, é già stato progettato, testato e abortito. Il tutto con tre persone di equipaggio ed un cannone a tiro rapido dal calibro standard 155/56.
Con queste premesse, pensare che un progetto ancora più avanzato riesca laddove pochi anni fa é fallito il Cusader, non mi sembra un'idea molto peregrina.
P.S: Ma l'utilita dei cingoli silenziosi su un pezzo d'artiglieria qual'é?
credo esistano anche problemi di affaticamento nel caso di equipaggi così ridotti e missioni prolungate.
Da quello che ho capito però il problema del Crusader risiedeva nella sua camera di scoppio futuristica con esplosivo liquido invece che a sacchi, e soprattutto nel fatto che sia stato pronto per la produzione a fine anni '90 quando i soldi erano pochi e il Paladin per ciò che serviva andava ancora bene.
Già ce lo vedo:"Problema 404, sistema di propulsione in avaria: try again, help" Fin che c'erano potevano inserire una connessione a internet così da cercare pareri in rete sui vari problemi
Il Centro di Integrazione Anfibia del Comando Forza da Sbarco di Brindisi ha condotto una serie di prove per valutare le capacità di imbarco e sbarco dell’obice FH-70 su litorale non attrezzato. Le prove sono state effettuate nei giorni scorsi da bordo della Nave San Marco con un sistema d’arma del reggimento Artiglieria a Cavallo di Milano. Le batterie a cavallo fanno parte del pacchetto di Unità precettate per il progetto Capacità Nazionale di Proiezione dal Mare, insieme ad altri Reparti della Brigata "Pozzuolo del Friuli" e della Forza da Sbarco della Marina Militare. Le numerose prove, condotte sia nel bacino allagabile della nave anfibia, sia con il mezzo da sbarco del tipo MEN sulle spiagge dell’isola di Pedagne, hanno dato esito ampiamente positivo, evidenziando le ottime doti di manovrabilità e la versatilità d’impiego dell’obice FH-70, anche in ambiente anfibio.
(fonte: Stato Maggiore Esercito)
da Jane's
US DoD cancels Armed Reconnaissance Helicopter project
The US Department of Defense (DoD) has cancelled the Armed Reconnaissance Helicopter (ARH) programme to replace the army's ageing Bell OH-58D Kiowa Warriors, it announced on 17 October. According to a DoD statement, it has determined that "the fundamental cost and schedule basis underlying the award of the ARH contract is no longer valid"
Insomma, dopo dieci anni e più di lavori tempo fa l'esercito USA ha cancellato il programma LHX/Comanche ed adesso ha anche cancellato il programma nato dalle sue ceneri. Premesso che anche i Kiowa/Kiowa warrior non sono eterni, adesso che si fa? nuovo megaprogetto o punteranno tutto su fire scout e/o altri U(C)AV innovativi?
Secondo me U(C)AV, e neanche troppo innovativi... Siamo ancora agli studi di sviluppo...
Saluti
Il problema non è che non sono eterni... è che sono fondamentalmente elicotteri civili con "una mano di vernice" per farli diventare militari. Non ci salirei neanche costretto.da Jane's
Insomma, dopo dieci anni e più di lavori tempo fa l'esercito USA ha cancellato il programma LHX/Comanche ed adesso ha anche cancellato il programma nato dalle sue ceneri. Premesso che anche i Kiowa/Kiowa warrior non sono eterni, adesso che si fa? nuovo megaprogetto o punteranno tutto su fire scout e/o altri U(C)AV innovativi?
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