maxpay ha scritto ven, 15 aprile 2005 alle 11:06
credo che mi ripeterò come al solito ma pazienza...
la violenza nei videogiochi non è il lupo nero che ti acchiappa e ti porta via da mamma e papà. la sua negatività sta nel fatto che è uno stimolo, un pungolo, un qualcosa che entra nella tua testa. quello che ne fa la tua testa non ti è dato saperlo, visto che non è che se diventi violento, percepisci il cambiamento.
"oh mamma sto diventando violento. 'spetta che gioco a Qbert"
no, direi che non funziona così...
ovviamente non è l'unico stimolo. fa parte di tanti stimoli. ed è questo il vero problema. il proverbio dice che ad andare con lo zoppo si impara a zoppicare e nella sostanza credo che sia così.
la società di oggi ti pressa, ti imbocca, ti riempie di stimoli negativi e a seconda di come vivi e di come sei, li recepisci in un modo o in un altro.
e non cambia la tua "dose" di violenza. cambia il tuo modo di porsi di fronte ad un problema. e ognuno cambia in modi diverso.
uno studente represso imbraccia un m16 e spara a mezza scuola.
un altro studente represso sfoga la sua rabbia andando a sfasciare mezzo stadio in una partita di calcio.
un altro ancora diventa semplicemente più violento.
il primo non è un pazzo, come non lo sono gli altri due, ma è chiaro che vivono un disagio e che la loro mente, stracolma e pressata, reagisce in un determinato modo.
il videogioco in se non ha nulla che faccia effettivamente male.
va sempre contestualizzato.
se conduco una vita splendida, fatta di amicizie, amore eterno, un buon lavoro e un tramonto al mare una volta a settimana, il videogioco violento non mi intacca. mi solletica e basta.
in caso contrario invece...