Mithrandir81 ha scritto ven, 15 aprile 2005 alle 15:22
ilgrillo ha scritto ven, 15 aprile 2005 alle 15:05
Mithrandir81 ha scritto ven, 15 aprile 2005 alle 14:58
Io mi immagino gli stessi problemi quando i bimbi leggevano l'Iliade, l'Odissea, l'Orlando Furioso...
Bella risposta.
Ti riferisci alla violenza insita in essi?
Se è così, azzardo un'ipotesi. Il circondamento in quel caso era circoscritto e contestualizzato dallo studio scolastico.
Quando invece il circuito violento inizia dal primo sbadiglio e fiisce con Porta a Porta, be', allora non so.
bah, io non li pensavo nell'ambito scolastico...a suo tempo questi erano testi da leggere (tanto e tanto tempo fa), e il mondo da allora non è poi cambiato poi molto, l'umanità non è diventata poi molto più violenta leggendo poemi epici pieni di battaglie, o più nobili leggendo il dolce stil novo...non più di quanto l'uomo non lo sia già naturalmente.
Il punto è che secondo me state completamente invertendo il punto di vista, state guardando nel binocolo dalle lenti piccole.
La violenza che si presenta in certe rappresentazioni che vanno dall'arte figurativa, ai videogames, ai romanzi e alla musica non si riversa sull'umanità, è una naturale componente umana che si riversa su questi mezzi di comunicazione.
Quando ci si chiede perchè ce n'è tanta nei videogames, il motivo è il più idiota e il più naturale di questo mondo: un videogame deve intrattenere, per intrattenere come si deve ci deve essere una componente di sfida, due pesi contrapposti, incipit, problematica, climax e scioglersi dei nodi, è la base di qualunque rappresentazione narrativa (e i videogiochi sono anche una rappresentazione narrativa), è l'ABC...ora esclusi i gochi di Sport, i Sim e il simulatore di fioraio, (forse mi sto' riallacciando all'altro topic) gli ambienti ideali in cui si presenta la summa di questo desiderio di sfida che permetta di intrattenere il giocatore, il lettore...sono quei contesti che già sono presenti naturalmente nella storia umana, guerre, attacchi terroristici, e nella variante fantastica, mostri, draghi fantascienza.
Il giallo ha l'assassino, l'investigatore, il sospetto e la soluzione a sorpresa.
Il thriller ha il cattivo, la situazione critica e la risoluzione da parte dell'eroe.
Il poema epico ha l'eroe, i grandi avversari dall'anti-eroe alla divinità di turno.
Persino la commedia romantica ha il tradimento (o sospetto tale) il contrasto e la risoluzione finale.
L'FPS ha il cattivo, il buono che si affrontano.
Il GDR ha il cattivo, il buono che si affrontano, e la sfida dell'avanzamento affrontando il cattivo (o il buono).
Lo sportivo ha l'avversario.
Il fioraio ha i parassiti, i conti da pagare, le consegne da fare.
The Sim ha gli altri PG, le bollette da pagare, il lavoro da affrontare i problemi della famiglia da risolvere.
E questo vale da quando mamma troglodita raccontava googlando (goooh goooh goooh) a bimbo troglodita come papà troglodita avesse abbattuto la fiera troglodita e varrà fino a quando mamma venusiana racconterà a bimbo venusiano come papà venusiano abbia combattuto con i pirati spaziali gioviali (che evidentemente tanto gioviali non sono).
I greci erano un popolo guerriero eppure anche un popolo di pensatori? E allora? E allora già questo è un controesempio del legame diretto che volete applicare.
State tirando su calcoli psicologici talmente avanzati da dimenticare il pallottoliere...
Questo il mio punto.
mancano un po' di "i" in giro, dannata tastiera