secondo me invece è proprio qua l'incomprensione: il fatto che siano giochi multiplayer non deve per forza obbligare la gente a riunirsi e socializzare; quella dovrebbe essere una scelta volontaria, non una imposizione dettata dalle "regole" del gioco, altrimenti l'intero concetto di libertà non esiste.
Quando sentii per la prima volta parlare di DF fui colto da una visione: il mio mago, una piccola torre in un boschetto isolato, libri, carte, incantesimi, alambicchi, girare il mondo alla ricerca di testi e incantesimi potenti, dilettarmi con l'alchimia... un personaggio solitario, che ogni tanto, quando andava a "caccia" di documenti importanti, sfruttava altre persone per saccheggiare una città ("a voi l'oro, a me un paio di libri rari")
Questa per me è libertà.
Entrare in game, prendere una mazza in mano, entrare nella gilda uber e cominciare a piallare città... questo (imho) è quanto di più lontano dall'idea di divertimento che la mia mente possa concepire: è giocare a Quake...
Ormai ci si dimentica che nel nome del genere ci sarebbero sempre quelle paroline misteriose "rpg" (che trovo totalmente fuori luogo in qualunque genere di gioco abbia il termine "massive" nel nome)...