La carrozza è molto simile a quella dove hai viaggiato tu, e dove probabilmente hanno viaggiato tutti gli invitati. In qualche maniera ti sorprendi della perfetta organizzazione che ha fatto sì che giungeste tutti a brevissima distanza l'uno dall'altro. Questo Giovanni deve avere diverse frecce al suo arco.
Il cocchiere apre la porta della carrozza, e ne scende un uomo dallo sguardo altero, i tratti definiti, la mascella volitiva, i lunghi capelli neri che gli cadono sulle spalle. Una cicatrice gli solca la guancia destra. Ma ciò che colpisce di lui non è tanto il viso, nè la corporatura, nella media di queste terre, per quanto ti sia dato di capire, quanto gli abiti che indossa.
Una ricchissima tunica in broccato celeste con intarsi neri stretta in vita da una cintura probabilmente in seta. Dalle spalle pendono sottili catene argentate, e un ampio diadema con alcune iniziali intarsiate rifulge sul suo petto. Il mantello cje ha legato al collo è altrettanto sontuoso, ampio, in velluto nero.
L'uomo scende con andatura marziale dalla carrozza, porge appena uno sguardo che ti sembra di disprezzo verso il cocchiere, e senza neppure aspettare che questo gli volga le spalle avanza verso la locanda e entra.
Il cocchiere risale sulla carrozza e la fa partire.
Sei nuovamente solo, Wael. Il vento intensifica la sua forza. E' una notte sempre più fredda.
HERLEA! DIMITRI HERLEA!
Questo è il nome che ti sembra di capire, Ian. Lo dice Gheorghe, l'uomo che ti ha accolto all'entrata, nel momento in cui varca la soglia un nobile, o almeno uno che ne ha tutta l'apparenza. Non riesci a distinguere bene le insegne che porta, ma con ogni probabilità dovrebbe essere un voivoda del luogo. Noti che la sua entrata ha calamitato l'attenzione di tutti gli avventori. La tavolata si è zittita, anche il soldato, che finora ti pare fosse rimasto sulle sue, ha alzato lo sguardo squadrando attentamente il nuovo arrivato.
Nuovo arrivato che da parte sua senti sibilare qualcosa a bassa voce a Gheorghe, per poi avvicinarsi con aria dura alla cameriera e dirle seccamente qualcosa che però non riesci a percepire.