L'ho scoperto io
L'ho scoperto io
adoro quest'uomo!
questo è l'incipit:
Io sono una persona malata...sono una persona cattiva. Io sono uno che non ha niente di attraente. Credo di avere una malattia al fegato. Anche se d'altra parte non ci capisco un'acca della mia malattia, e non so precisamente che cosa ci sia di malato in me. Non mi curo e non mi sono mai curato, anche se la medicina e i dottori io li rispetto. Per di piu' sono anche superstizioso al massimo grado. O perlomeno quanto basta per rispettare la medicina. ( sono abbastanza istruito da non essere superstizioso, ma sono superstizioso ). Nossignori, non mi voglio curare e non lo voglio appunto per cattiveria. Ecco, forse questa cosa voialtri non vi degnerete di capirla. Be' io invece la capisco. Ovviamente non so spiegarvi a chi di preciso io intenda fare dispetto in questo caso specifico con la mia cattiveria. So benissimo che nemmeno ai dottori medesimi potro' in alcun modo farla sporca, col mio non andar da loro a curarmi. E so meglio di chicchesia che così sto danneggiando me stesso e nessun altro. Cionondimeno, se non mi curo e' giustappunto per cattiveria.
...e ancora:
Signoriddio, ma che mi importa delle leggi della natura e dell'aritmetica, quando per un qualche motivo queste leggi e il "due per due fa quattro" non mi piacciono? Va da se' che non abbattero' un muro simile a testate, se dovesse risultare che le mie forze non basteranno ad abbatterlo, ma comunque sia non mi conciliero' certo con esso per l'unica ragione che quel muro di pietra mi sta davanti e che le mie forze non bastano.
Fedor M. Dostoevskij - Memorie dal sottosuolo
e questo per rendere omaggio a Zio Lans:
-Scendemmo dalla macchina.
L'auto non era eccessivamente ammaccata. Dissi:
- adesso e' piu' carina.
- ricordami di ammaccare il tuo furgone quando torniamo a casa, visto che ti piace tanto.
- mentre tu cambi la gomma, daro' un'occhiata in giro. Questa zona ha un che di familiare.
- adesso ti sembra familiare. C'e' una gomma da cambiare ed ecco che conosci il posto come il palmo della tua mano.
- ho soltanto detto che mi sembra familiare. Torno presto.
- quando?
- quando riterro' che tu abbia piu' o meno finito di cambiare la gomma.
Il posto non sembra per niente familiare, ma insomma, odio cambiare le gomme...
[...]
Tornai alla macchina, Leonard aveva montato la ruota di scorta e stava togliendo il cric.
- e' andata bene?
- adesso ho capito perché vai in giro con un nero. Così se buchi hai qualcuno che ti cambia la gomma.
- e' la tua macchina.
- e' colpa tua se mi trovo quaggiu'.
- va bene, mi hai beccato. Mi piace avere un nero che mi cambi le gomme.
- e che ti faccia da autista.
- esatto, da autista. Credo che le minoranze dovrebbero stare al loro posto.
- tu avere ragione, bradone, e io e' gosi' fiero di servirdi.
- in realta' non so come dirtelo, Leonard, ma vado in giro con i neri solo quando non riesco a trovare un filippino.
Joe Lansdale - Una stagione selaggia
<<E mi ricordai del Quattordicesimo libro di Bokonon che avevo letto da cima a fondo la sera prima. Il Quattordicesimo libro si intitola: "Che speranze può nutrire un uomo ragionevole per l'umanità su questa terra, tenendo conto dell'esperienza dell'ultimo milione di anni?".
Non ci vuole molto a leggere il Quattordicesimo libro.
Consiste in una parola e un punto.
Eccoli:
"Nessuna".>>
Kurt Vonnegut - Ghiaccio-nove
Joe R. Lansdale - Nel deserto delle Cadillac, con i morti (da Maneggiare con cura, antologia di racconti).<<Di che ordine sei?>> chiese Wayne.
<<Gesù amava Maria>> rispose la suora.
<<Sua madre?>> chiese Wayne.
<<Maria Maddalena. Crediamo che se la sia scopata. Erano amanti. Ci sono delle prove nelle scritture. Maria era una cortigiana e ci siamo ispirati a lei. Rinunciò a quella vita e divenne una cortigiana di Gesù.>>
<<Mi dispiace dovertelo dire, sorella>>, interloquì Calhoun <<ma quell'anima pia di Gesù è morto e sepolto. Se aspetti che venga lui a sbatterti, quella cosetta dolce che possiedi farà in tempo a seccarsi e a farsi portare via dal vento.>>
<<Grazie per le notizie>> disse la suora. <<Ma non ce lo scopiamo in persona. Ce lo scopiamo in spirito. Lasciamo che lo spirito entri negli uomini così che possano prenderci nello stesso modo in cui Gesù prese Maria.>>
<<Dici sul serio?>>
<<Dico sul serio.>>
<<Sai, credo di sentire il buon vecchio Nazareno che si muove dentro di me, adesso. Perchè non ti togli le mutandine, tesoro, ti stendi su quel sedile e non ti fai dare una carrettata di Gesù dal vecchio Calhoun?>>
Lei gli puntò la derringer addosso e fece, <<Resta dove sei. Se fosse vero, se tu fossi pieno di Gesù, mi lascerei prendere in un attimo. Ma ora sei pieno del diavolo, non di Gesù.>>
<<*****, Sorella, dai una chance anche al vecchio diavolo. E' un tipo divertente. Io e te potremmo montare su... vabbe', lasciamo stare. Ma se cambi idea posso diventare religioso su due piedi. Mi piace tanto scopare. Ho scopato tutto quello che mi veniva a tiro, tranne un parocchetto, e mi sarei scopato anche quello, se solo avessi trovato il buco.>>
Mio dio ho quell'antologia e ancora non l'ho letta!!!! Strepitoso.
"... è fatale la prevalenza di una minoranza organizzata, che obbedisce ad un unico impulso, sulla maggioranza disorganizzata. La forza di qualsiasi minoranza è irresistibile di fronte ad ogni individuo della maggioranza, il quale si trova, solo, davanti alla totalità della minoranza organizzata; e nello stesso tempo si può dire che questa è organizzata appunto perchè è minoranza. Cento, che agiscano sempre in concerto e d'intesa gli uni con gli altri, trionferanno sui mille presi ad uno ad uno e che non avranno alcun accordo tra loro; e nello stesso tempo sarà ai primi molto più facile l'agire di concerto e l'avere un'intesa perchè son cento e non mille." (Gaetano Mosca)
Intoccabili - S.Lodato e M.Travaglio
Ci sono bionde e bionde, e al giorno d'oggi questa è quasi una battuta di spirito. Tutte le bionde hanno i loro vantaggi, eccettuate forse quelle metalliche che , sotto la tintura, sono bionde quanto gli zulù e, per quanto concerne l'indole, sono tenere quanto un marciapiede. C'è la bionda piccoletta e furba che cinguetta e ciangotta , e l'imponente bionda statuaria che con uno sguardo azzurro come il ghiaccio ti mette con le spalle al muro. C'è la bionda che ti guarda dall'alto in basso, e ha un buon profumo, ed è tutta vibrante luminosità, e ti si attacca al braccio ed è sempre tanto, tanto stanca quando l'accompagni a casa. Fa il consueto gesto di diniego e ha il solito mal di capo e tu vorresti stordirla con un colpo in testa, ma in fondo sei lieto di aver saputo dell'emicrania prima di aver investito in lei troppo tempo e denaro e troppe speranze. Poichè l'emicrania la difenderà sempre; è un'arma che non si logora mai ed è mortale quanto il pugnale dei bravi o la fiala di veleno di Lucrezia.
C'è la bionda tenera, accondiscendente e alcolizzata che non si cura di ciò che indossa, purchè si tratti di visone, o di dove va, purchè la meta sia un club notturno di lusso e vi si possa bere champagne a volontà. C'è la bionda mminutina e vivace ch'è una piccola camerata e vuole fare a mezzo quando si paga il conto ed è piena di luce e di buon senso, e conosce a fondo la lotta giapponese e può scaraventare a terra un autista di cammion facendoselo volteggiare sulla spalla senza saltare più d'una frase nell'articolo di fondo della Saturday Review. C'è la pallida, esangue bionda affetta da un'anemia di tipo non fatale ma incurabile. E' molto languida e molto crepuscolare e parla con una voce bassa che par venire dall'oltretomba, e non puoi toccarla neppure con un dito, in primo luogo perchè non ne hai alcuna voglia e in secondo luogo perchè sta leggendo The Waste Land o Dante nella lingua originale, o Kafka o Kierkegaard, oppure sta studiando il provenzale. Adora la musica e quando l'orchestra filarmonica di New York suona Hindemith sa dirti quale dei sei violoncelli abbia attaccato con un quarto di misura troppo tardi. Mi si dice che anche Toscanini ne era capace. Così sono in due.
E infine c'è la bionda sfarzosa e spettacolare che seppellisce tre gangester e poi sposa due milionari con un milione di dollari ciascuno e conclude la sua carriera con una villa rosa pallido a Cap d'Antibes, con un' Alfa Romeo al completo di autista e vice-autista, e una scuderia di aristocratici squattrinati che tratta dal primo all'ultimo con l'affettuosa, distratta condiscendenza di un vecchio duca quando augura la buonanotte al suo maggiordomo.
Raymond Chandler, Il Lungo Addio
Si strinse forte contro di me e i suoi capelli mi sfioraroni il viso. Alzò la bocca verso la mia per essere baciata. Tremava. Socchiuse le labbra, dischiuse i denti e le lingua dardeggiò. Poi abbassò le mani e strappò qualcosa, e la viestaglia che indossava si aprì, e sotto la vestaglia era nuda come una mattina di settembre, ma maledettamente meno pudica
Raymond Chandler, Il Lungo Addio
Il solo oggetto assolutamente immobile nella stanza era un divano enorme su cui erano posate come nella navicella di un pallone frenato due giovani donne. [...] Non conoscevo la più giovane delle due. Stava distesa sul divano, completamente immobile, col mento un po' sollevato come se vi tenesse in equilibrio qualcosa in procinto di cadere. Se mi vide con gli angoli degli occhi non se ne fece accorgere; anzi, quasi mi sorpresi a mormorare le mie scuse per averla disturbata entrando.
L'altra ragazza, Daisy, fece l'atto di alzarsi- si sporse leggermente in avanti con l'espressione consapevole- poi rise, una risatina assurda e affascinante, anche io risi e avanzai nella stanza.
<<Sono p...paralizzata dalla felicità>>
Rise di nuovo, come se avesse detto qualcosa di molto spiritoso, e mi trattenne un momento con la mano, guardandomi in faccia, quasi per assicurare che nessuno al mondo le era più gradito di me. Era un suo modo di fare. Accennò in un mormorio che il cognome della ragazza equilibrista era Baker. [...]
Comunque , la signorina Baker mosse le labbra, mi fece un cenno quasi impercettibile, e poi tornò a gettare rapidamente la testa indietro: l'oggetto che teneva in equilibrio evidentemente aveva traballato e le aveva fatto un po' di paura. Di nuovo mi salì alle labbra una specie di scusa. Le dimostrazioni di completa autosufficienza provocano quasi sempre in me un rispetto sbalordito.
Francis Scott Key Fitzgerald - Il grande Gatsby
Questo passaggio mi ha divertito molto e non so perché mi ha ricordato un po' il buon vecchio Murakami, non sfigurerebbe in bocca a uno dei suoi protagonisti tutti dotati di una ironia un po' surreale
Ci si potrebbe riempire il topic di citazioni da Gatsby, ne volevo mettere altre solo erano un po' spoilerone, accontentatevi di questa, se ho voglia di scrivere ne posto qualcun'altra.
Ultima modifica di The Puppet Master; 02-10-08 alle 21:35:44
un piccolo passo da Norwegian Wood, nemmno troppo importante ai fini della storia, ma l'ho trovato molto vicino al mio modo di pensare, oltre ad essere una metafora bellissima e molto poetica:
[...] che ero brava ad insegnare agli altri, voglio dire. E lo sono davvero sai?
-ne sono convinto.
- Sono molto piu' paziente con gli altri di quanto lo sia con me stessa, e mi è molto facile tirar fuori i lati positivi nelle cose degli altri che non nelle mie. Sono un tipo cosi'. E' un po' come essere quella superficie ruvida su una scatola di fiammiferi. Il che mi sta benissimo, intendiamoci. Meglio essere una scatola di prima qualità che un fiammifero scadente.
Norwegian Wood - Haruki Murakami
...bella sta cosa dell'insegnante che "accende la fiamma" ( della passione )
qualche esempio dell'umorismo lansdaleiniano:
- Forse voglio soltanto dirti che è meglio che tu resti qui. Vado da solo.
- Non ti lascerei mai andare da solo.
- Andrei con Leonard.
- Non sai se vorrà venire con te.
- Lo so invece. Ma anche se non volesse o non potesse venire, io ci andrei lo stesso. E una cosa che tipi come noi possono risolvere.
- Ne sei certo?
- No. Ma mentre lo dicevo suonava bene.
Rumble tumble - Joe R. Lansdale
Bel topic ! Parteciperò con il più bel pezzo di tutta la letteratura !
- [...] Mi sembra di star qui tentando di raccontarvi un sogno; vano tentativo, perchè nessuna descrizione di un sogno può comunicare la sensazione di sogno, la commistione di assurdità, sorpresa e smarrimento in un tremito di affannosa rivolta, quella sensazione di essere catturati dall' incredibile che è l' essenza stessa dei sogni.. -
Marlowe rimase un pò in silenzio.
- ... No, è impossibile, è impossibile comunicare la sensazione di vita che promana da un qualsiasi periodo della propria esistenza, quello che costituisce la sua verità, il suo significato, la sua essenza sottile e penetrante. E' impossibile. Si vive, come si sogna; soli... -
Conrad. "Cuore di tenebra" .
Ultima modifica di Franksinasce; 16-10-08 alle 20:16:56
Stupendo incipit de Il gioco dell'angelo di Zafon Carlos.Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Uno scrittore è condannato a ricordare quell'istante, perchè a quel punto è già perduto e la sua anima ha ormai un prezzo.
- Paco si avvicinò a Leonard e disse: "a proposito amico tu di che segno sei?"
- "dello stronso" disse Leonard
- mi hai convinto rispose Paco
Una stagione selvaggia - J.R.Lansdale
Un grandissimo: Ian McEwan - Cortesie per gli ospitiNon era più grande passione. Il piacere stava soprattutto nell'amichevole mancanza di fretta, nella familiarità dei rituali e delle procedure, nel sicuro, preciso incastro di membra e corpi, confortevole, come un calco di gesso che torna nella forma. Erano generosi e voluttuosi, scarsamente esigenti, e per nulla rumorosi. Il loro modo di fare l'amore non aveva un chiaro inizio o una chiara fine e spesso si concludeva nel, o era interrotto dal, sonno.
In un pomeriggio d'Estate, quando ancora abitava nello Yonne, Michel ando' a correre nei campi con sua cugina Brigitte. Brigitte era una graziosa ragazza di sedici anni, di estremo garbo, che dopo qualche anno avrebbe sposato un cojone pazzesco
Michel Houellebecq - Le particelle elementari
ecco, se c'è una cosa che mi sta colpendo di questo libro è come l'autore passi ( spesso ) dall'aulico al volgare senza soluzione di continuità
Ultima modifica di sava73; 18-11-08 alle 11:23:15
e il peggio/meglio deve ancora arrivare
Io ero molto innamorata di mio marito. Gli carezzavo e gli leccavo il sesso quasi con venerazione; amavo sentirlo dentro di me. Ero fiera di provocare le sue erezioni, avevo una foto del suo sesso eretto e la conservavo nel portafoglio: per me era come un santino. Dargli piacere era la mia gioia più grande. Mi ha lasciato per una donna più giovane.
Michel Houellebecq - Le particelle elementari
ma vi immaginate: vi succede qualcosa e vi guardano dentro il portafogli per vedere i documenti, e trovano QUEL santino
Houllebecq è un grande non ci sono "santini"
Ned raggiunse l'anticamera e sedette.Lasciò scorrere lo sguardo sulla carta da parati a motivi floreali,le tende di velluto,i quadri.
Si alzò per osservarli da vicino.
Ritraevano episodi di storia militare.Gli spartani alle Termopili.
Nelson a Trafalgar.
Si soffermò ad osservare i dettagli della carica di Balaklava.
Le bocche dei cavalli erano spalancate in un ruggito,le criniere come fiamme al vento.
La sciabola del conte di Cardigan teneva l'epicentro del quadro e puntava dritta verso la gloria,raffigurata come una ragazza.
Lo aspettava oltre le linee nemiche,vestita solo di un velo e una corona.
La testa del general maggiore era avvolta da un'aura luminosa.
Eppure c'era qualcosa nello sguardo che sembrava violare la retorica del dipinto.
Non era facile accorgersene,ma guardando bene ci si rendeva conto che gli occhi erano spiritati,gli occhi spaventosi di un folle che incitava i propri uomini a correre incontro alla morte. Possibile che l'autore avesse voluto suggerire proprio quello?
Sentì un brivido e per un attimo le urla gli risuonarono nella mente,grida di terrore puro,lame che calavano sulle schiene degli uomini in fuga.Qualcuno incitava all'assalto urlando in arabo.Riconobbe la propria voce.
- L'ottusità imperiale.
Sussultò e si girò di scatto.
Un uomo alto,orecchie a sventola e mascella quadrata,osservava il dipinto.Era il tizio che aveva alzato lo sguardo al suo passaggio davanti la porta.
L'uomo protese il mento verso la tela:- E' così che dovrebbero intitolarlo.
Aveva le mani nelle tasche dei pantaloni,la cravatta allentata e l'aria stanca.Ned non disse nulla.
-Cariche a cavallo contro l'artiglieria,assalti alla baionetta contro le mitragliatrici.E' la logica che ha riempito i cimiteri di tutta Europa.
Questa volta Ned annuì.
-Un'idea vecchia della guerra
-Giusta per un impero decrepito,ridotto a sparare sui civili.
Ned fu sul punto di chiedergli chi fosse ma l'altro lo precedette.
- Lei è il colonnello Lawrence,vero?Ho visto una sua foto sul giornale.
Ned scrutò quel volto come se potesse riconoscerlo.
Doveva avere più o meno la sua età,ma aveva in faccia i segni del sonno arretrato e sembrava scosso,teso da una forza interiore in conflitto con il mondo.
L'accento era inconfondibile.
- Fa parte della delegazione irlandese?
L'altro sbuffò.
-Si,prigioniero qui dentro da tre giorni.
Ned sedette in poltrona con movimenti delicati,quasi temesse di disturbare l'atmosfera intima del momento.
-Guerra o pace?
Lo chiese come se fosse la domanda più innocente.
L'irlandese lo guardò con imbarazzo.
- Lei che dice? Meglio una pace disonorevole o una guerra suicida?
- Dal disonore ci si può riscattare - disse Ned - Dalla morte no.
La risposta parve colpirlo,andò a sedersi di fronte a lui.
- Ha idea di quanto odio sia in gioco? - Non attese una risposta - Come si fa a sparare su gente inerme? Padri e figli che guardano la partita?
Di nuovo le grida,gli occhi che implorano pietà,il crepitare meccanico di una mitragliatrice,i bossoli che rimbalzano per terra. Si sentì stringere lo stomaco e dovette abbassare lo sguardo.
L'altro si protese in avanti.Non c'era ansia nella sua voce,ma una profonda stanchezza che a tratti pareva sconfinare nella delusione.
- Quegli uomini nell'altra stanza, - disse - Sono i migliori politici che abbiamo,combattono con la sintassi,cercano di guadagnare ogni pollice di terreno.
Ma la decisionefinale spetta a chi ha la dinamite in tasca.E' per questo che mi hanno mandato qui. Credo che lei possa capire.
Ned pensò che fore in quel momento era l'unica persona davvero in grado di farlo e che non c'era più bisogno che quell'uomo si presentasse.
Guardò Michael Collins provando una pena inaspettata.
- Posso prendere tempo, - continuò Collins - tirarla per le lunghe,lasciare che gli altri sfoglino il vocabolario,ma alla fine dovrò decidere per tutti.
E scrivere il mio nome accanto a quello del mio nemico.
Dovrò tornare a casa e dire che la guerra è finita,che gli inglesi se ne andranno,ma il nuovo Stato irlandese non sarà del tutto libero e non sarà nemmeno una repubblica,bensì un dominion della Corona britannica.
Dovrò dire ai miei compagni che non ho ottenuto quello per cui hanno combattuto e per cui tanti di noi sono caduti.
Dovrò farlo perchè le madri d'Irlanda non debbano più piangere i loro figli e perchè un'alternativa non esiste.
Sarà la mia condanna a morte.
Ned non avrebbe creduto possibile che esistesse qualcuno più solo di lui.Si sentì triste per quell'uomo.
- Qualcosa mi dice che lei non è il tipo da tirarsi indietro per questo - disse.
Michael Collins fece una cosa sorprendente:rise.
Una risata sincera,in faccia al destino.
- So che suo padre era irlandese.Lei e io potevamo trovarci dalla stessa parte della barricata.
- Non ho mai messo piede in Irlanda.
- Dalle mie parti uno come lei potrebbe fare grandi cose - indicò l'ambiente che li circondava - Quando sarà deluso a sufficienza da questi burocrati imperiali,ci faccia un pensierino.
Si alzò - Ora è meglio che torni dai miei.
Ned gli strinse la mano senza indugi - Buona fortuna - disse.
- Anche a lei.
Rimase seduto immobile per una manciata di minuti,incapace di fissare i pensieri,come in uno stato di dormiveglia.
Il personaggio chiamato Ned è in realtà T.E.Lawrence (Lawrence D'Arabia) a colloquio con Michael Collins.
Tratto da: "Stella del mattino"
Scritto da: WU MING 4
“Fino alla fine ha covato la maledizione del dubbio di sé, che può diventare ostilità verso sé stessi e perfino rinuncia a tutto ciò che si ama e si stima”
Ultima modifica di GoDsMaCk; 02-12-08 alle 08:55:36