Ma non si tratta di un incentivo a fondo perduto: i soldi andranno restituiti
E Gm, Ford e Chrysler dovranno affrontare una ristrutturazione senza precedenti
15 miliardi di dollari all'auto Usa
Via al piano di salvataggio
di VINCENZO BORGOMEO
Quindici miliardi di dollari. Alla fine il congresso Usa ha dato l'ok per il gigantesco piano di aiuti all'industria dell'auto. Un progetto a due facce però: da un lato arriva una valanga di quattrini per GM, Ford e Chrysler, dall'alta le tre big si devono impegnare in un processo di ristrutturazione senza precedenti. E per capire quanto in America facciano sul serio su cose del genere basti dire che il governo ha già previsto la nomina di una super commissario per gestire la profonda ristrutturazione.
Una figura di grande potere e non di facciata: questa specie di Zar ha la possibilità di decretare il fallimento delle società se il piano di ristrutturazione non sarà credibile e non sarà presentato entro il mese di marzo. Non solo: sarà sempre questo commissario a Toccherà ad autorizzare tutte le spese superiori ai 25 milioni di dollari. In pratica tutti, dal lancio di nuovi modelli all'apertura di nuove fabbriche. In più alle case automobilistiche viene anche richiesto l'impegno formale di rinunciare a sporgere denuncia contro eventuali leggi statali sull'effetto serra.
I dettagli di questo accordo si conosceranno in giornata ma si sa che il programma prevede un finanziamento sotto forma di prestito, al 5% per cinque anni e al 9% per i rimanenti due. Una cosa è certa: questi non sono certo aiuti a fondo perduto.
Intanto continuano anche le pressioni per ottenere il licenziamento dei Ceo dei tre gruppi, primo tra i quali del numero uno di Gm Richard Wagoner. Solo lo storico ex Ceo della Chrysler, Lee Iacocca, 84 anni, l'uomo che negli anni Ottanta aveva salvato dal fallimento il gruppo, sostiene gli attuali management debbano rimanere in carica. "Non sono d'accordo con l'idea emersa al Congresso, secondo la quale un cambio della dirigenza rappresenta una delle condizioni per ottenere il prestito", ha detto Iacocca, secondo cui "i gruppi forse non sono perfetti, ma chi li dirige sono gli unici a possedere l'esperienza, la conoscenza approfondita e la comprensione del vero funzionamento dell'industria dell'auto".
A Iacocca ha fatto eco lo svizzero Bob Lutz, uno dei vicepresidenti della Gm, ex presidente della Chrysler, ex vicepresidente della Ford, secondo cui Wagoner ha in realtà fatto un lavoro eccezionale. Se bisogna licenziare qualcuno - sostiene il veterano di Detroit - pensiamo allo stesso Lutz, ormai giunto alla venerabile età di 76 anni. Vedremo come finirà. Ma una cosa è certa: la battaglia è ormai cominciata.
(
10 dicembre 2008)