Oilà
Sto finendo di leggere "Childhood's End" ("Le guide del tramonto"), di cui non stot a dirvi la storia, cmq è molto bello.
Bè, Clarke in questo racconto, come in molti altri, inserisce digressioni filosofeggianti sull'uomo, sul rapporto dell'uomo con la scienza, eccetera
Vi avverto che spoilero leggermente la storia!!
In questo racconto un essere alieno superiore, nel rilasciare una dichiarazione alla Terra, mostra una zona dell'universo in cui è situata la nostra galassia, e spiega alla folla la solita cosa: ci sono milioni di stelle, in milioni di galassie, con fottilioni di pianeti
Però aggiunge: "voi vivete in media 80 anni, dove pretendete di poter andare?"
Già avevo pensato a questa eventualità, però vedere che anche Clarke aveva avuto questa idea, e non era proprio l'ultimo dei pirla, potremmo effettivamente essere "condannati" al nostro piccolo sistema solare?
Dobbiamo effettivamente scordarci l'ottimistica fantasia di Gene Rodenberry che ci vedeva spadroneggiare per l'intera galassia tra soli 2-300 anni?
Effettivamente se dovessimo sviluppare una propulsione che ci porti vicini alla velocità della luce (abilità che Clarke attribuisce alla razza aliena) per fare 20 anni luce andata e ritorno impiegheremmo comunque circa 40 anni rispetto al punto di partenza
A loro non interessa perchè vivono un sacco, ma noi siamo comunque confinati ai nostri cavolo di 100 anni di vita.. lo spazio è fuori portata dell'essere umano?
Siamo spacciati?