finito l'ennesimo romanzetto della Nothomb,
le solite 120pag veloci e ben scritte!! Come dicevo nel titolo: croce e delizia, bello da leggere ma finisce sempre troppo presto!
ma cominciamo dall'inizio.
Amèlie ( ormai dopo 9 romanzi acquistati siamo in confidenza ) ci racconta la sua prima esperienza lavorativa in Giappone, all'epoca della sua vita in quel paese al seguito del padre ambasciatore belga, quindi dimenticatevi gli omicidi e le tinte del noir piu' classiche della Nothomb, ma non pensate assolutamente ad un banale e sterile reportage! Assolutamente il contrario: la storia procede veloce e davvero finisce troppo presto, il modo di "colorare" gli eventi di quest'autrice è inimitabile, riesce a farci ridere ma riesce altrettanto bene a farci incaz*are ( contro i suoi aguzzini ovviamente ). Il racconto è la scusa piu' semplice ad una guerra di culture, ad uno scontro tra ideologie, ricco ( anche !! ) di colpi di scena.
Un romanzo a tratti saffico, l'amata, ma anche la cattivona, sono la stessa persona e piu' volte i commenti della protagonista mi hanno lasciato molto il senso della dichiarazione d'amore ( mezzo supremo di vittoria su piu' livelli, ma anche e soprattutto amore per il Giappone terra adottiva dell'autrice che non manca mai di essere nominata nelle sue scritture ).
Nella parte centrale del libro lascia per qualche pagina il suo classico batti e ribatti fatto di dialoghi fitti per illustrarci invece le "regole" non scritte, ma chiare a tutti, che devono essere rispettate da uomini ma soprattutto dalle donne giapponesi: istruttivo, sconcertante.
Si arriva al finale ( e 3 ) troppo presto, avrei desiderato leggere altre pagine su Amèlie-san alla Yumimoto e forse avrei preferito epilogo piu' alla Cenerentola, ma questa è solo un'opinione personale che tra l'altro è forse la piu' distante dalla fabula nothombiana.
Aggiungo un accenno al titolo: "Stupore e tremori" era la formula con la quale ci si avvicinava all'imperatore giapponese ( a suoi tempi ) e Amèlie la tira fuori verso la fine del racconto per descriverci il suo personale epilogo con l'amata/odiata, ma ancora di piu' per dare alla storia il significato del suo NON- resistere alle disumanità a cui viene sottoposta, ma assecondare le stesse con la gioia e la consapevolezza del loro reale significato ( concetto difficile da spiegare, ma chiaro alla fine del libro )
Le ultime righe sono invece l'estasi dell'autrice nel suo successo ( parola quanto mai NON -spoilerosa in questo caso ) "contro" la cultura giapponese.
Per concludere: una storia che prende decisamente, con tutti i limiti dell' "autobiografia", che pero' non puo' mancare nella libreria di chi ha deciso di "conoscere" piu' affondo questa bravissima autrice.
GIUDIZIO FINALE ( che mancava da un po' )
PRO:
+ c'è il Giappone al lavoro!
+ scritto davvero bene!
CONTRO:
- incrocio tra reportage e biografia dell'autrice.
grafica ( copertina ): * ( me la spiegate? ) )
giocabilità ( stile di scrittura ): *** ( mai lento e molto divertente )
lonegvità ( storia vera e propria ): *** ( vi farà passare la voglia di cercare lavoro in Giappone )
globale: ***
Configurazione minima ( direi Igiene dell' Assassino e Diario di Rondine )
Configurazione consigliata ( su questo non ho dubbi: Attentato, il suo migliore - ma letto dopo almeno altri 2 romanzi della stessa ).