Vedo che non c'è topic dedicato a questa splendida graphic novel e mi permetto di aprirlo io...
Blankets. Coperte. Coperte di morbida, calda stoffa. Coperte di neve. O metaforiche coperte..
Blankets, dell’autore americano Craig Thompson nato nel 1975, non racconta la tragedia dell’Olocausto come fa Maus, non narra la storia dell’Iran come succede in Persepolis… è “semplicemente” un romanzo autobiografico che racconta per immagini e parole l’esistenza di Craig, nel periodo che va dall’infanzia alla fine dell’adolescenza.
Il piccolo Craig trascorre le sue giornate tra i rassicuranti, fantasiosi giochi condivisi con il fratello e le pesanti angherie dei bulli della sua scuola. La bravura di Thompson si riscontra nell’abilità di saper raccontare entrambe le situazioni: molto belle le tavole in cui l’immaginazione trasforma la realtà facendo di un letto un veliero in mezzo a una tempesta…Efficaci le pagine dedicate al dolore del dover subire l’assurda colpa di essere diversi.
Blankets è essenzialmente un romanzo di formazione ovvero il racconto del percorso seguito da Craig verso l’età adulta, percorso che inevitabilmente appare fatto di cambiamento, disillusione, ma anche rinascita. Molto spazio è dedicato alla narrazione del primo amore, quello di Craig per Raina. Le tavole esprimono non solo la dolcezza del sentimento, ma anche la sua idealizzazione: Raina è rappresentata come una musa, una dea… Thompson sfrutta così la capacità del fumetto di rappresentare in una tavola senza parole, cosa vede l’occhio e cosa sente il cuore.
Elemento importante della sceneggiatura di Blankets è poi il rapporto con la religione. Craig cresce in una famiglia fortemente legata agli insegnamenti cattolici ed è palese la critica all’educazione repressiva e al terrorismo psicologico subito in conseguenza alla rigidità religiosa. Una rigidità che porta il sensibile adolescente a forti sensi di colpa legati alla sessualità. Il percorso di crescita parte da un’infantile, passiva accettazione delle verità del mondo adulto, a una finale rinuncia al dogmatismo, con l’accettazione e addirittura l’esaltazione della condizione del dubbio. In Blankets crescere significa quindi sapersi fare delle domande, non necessariamente trovare delle risposte. E in ogni caso c’è un forte rifiuto per ogni risposta preconfezionata. Infine l’unico punto fermo, l’unica certezza che rimane al giovane Craig è la “soddisfazione di poter lasciare un segno su una superficie bianca”, la certezza cioè di aver trovato la propria strada nell’arte, nel fumetto, nel raccontarsi.