Sull'onda del - comprensibile - sconforto post 11 settembre quasi tutte le software house e gli sviluppatori si sono precipitati ad annunciare tagli e modifiche ai giochi che allora erano in fase di sviluppo, consistenti principalmente nell'assurda "sparizione" delle Torri Gemelle dagli scenari ambientati a New York, piuttosto che la cancellazione di titoli che potessero essere in qualche modo considerati non adatti a quel particolare momento storico.
Cosa è rimasto di tutto questo, a più di quattro anni da quell'evento? Niente, verrebbe da dire. Anzi. Se si dà una rapida occhiata agli scaffali dei negozi continuano a proliferare giochi di guerra, ambientazioni perlopiù realistiche, con eserciti e corpi speciali addestrati nella lotta al terrorismo, missioni a Baghdad, in Medio Oriente o comunque in zone "calde" del pianeta.
Ammetto che mi sfugge il motivo del perchè di tanto successo, o per meglio dire mi è molto chiaro: è la domanda a determinare l'offerta. I publisher, che non fanno beneficenza, assecondano il più possibile le richieste del mercato, che evidentemente non è sazio di giochi nei quali sparare ai terroristi oppure condurre guerre di liberazione che abbiano esiti meno complicati di quelle reali. Oppure c'è dell'altro?
E sì qui dentro siete in parecchi: c'è qualcuno di voi che è appassionato di giochi militari, qualcuno che contribuisce a creare questa domanda...
Toc toc?