Oggi facciamoci due risate: vi parlerò di Jack Thompson, l'avvocato di Miami che ha deciso di consacrare la propria vita alla guerra contro i videogiochi violenti. Già oggetto di non pochi scherni nelle scorse settimane, il nostro eroe ha deciso di giocarsela fino in fondo. Qualche giorno fa aveva "provocatoriamente" lanciato la proposta di far realizzare un videogioco che avesse come obiettivo principale le stesse software house, promettendo di donare 10.000 dollari all'ente di beneficenza preferito di Paul Eibeler, il chairman di Take2 (la casa che Thompson predilige, per via della serie Grand Theft Auto) qualora il progetto venisse realizzato.
Il soggetto dell'ipotetico gioco racconta - e non sto inventando, giuro che è vero - di «Osaki Kim, padre di un ragazzo del liceo ucciso a colpi di mazza da baseball da un videogiocatore di 14 anni. L'assassino giocava ossessivamente con un videogame violento nel quale l'arma preferita del protagonista era proprio una mazza da baseball. Nella sequenza iniziale, prima che cominci il gioco vero e proprio, si vede un tribunale di Los Angeles che condanna "solamente" all'ergastolo il ragazzo, nonostante gli esperti della giuria abbiano stabilito delle connessioni tra il videogame e l'omicidio. Osaki Kim esce dall'aula giurando vendetta contro l'industria dei videogiochi che, egli ne è convinto, ha contribuito alla morte di suo figlio».
Avete letto? E ribadisco, non è uno scherzo, questo tizio se ne è davvero uscito con questa idea! Se qualcuno volesse realizzare un gioco dove il padre del ragazzo prende un bazooka e va a bombardare la software house, Thompson pagherebbe comunque la "taglia"?
Ma non è finita qui. Oh no, se non è finita qui!
Tanto per cominciare, il National Institute on Media and the Family (praticamente il MOIGE americano) ha preso le distanze dall'avvocato, che solitamente affiancava l'ente nelle sue battaglie.
A seguire, un team di modder di GTA l'ha preso in parola e ha realizzato un "instant mod" chiamato Defamation of Character: A Jack Thompson Murder Simulator. L'avvocato l'ha snobbato, dichiarandolo insufficiente per i suoi scopi, e aggiungendo che la sua era solo una provocazione (il che porta a ritenere che anche l'offerta di beneficenza fosse fittizia).
Il duo Tycho e Gabe, quelli di Penny Arcade, hanno invece preso sul serio gli insulti continui dell'avvocato, e hanno deciso di donare di loro iniziativa i diecimila dollari alla Entertainment Software Association Foundation. A nome di Jack Thompson. Il quale non l'ha presa molto bene, e si è rivolto alla polizia denunciando Penny Arcade per molestie reiterate, a partire dalla vendita di magliette "I Hate Jack Thompson".
Se non ci credete (anch'io faticavo, lo ammetto), sul sito di PA trovate le immagini della denuncia e dell'assegno spedito alla fondazione di cui sopra a nome Thompson.
Imperdibile la chicca finale di Gabe sull'ultima comparsata TV di Thompson alla CNN, in cui parlava dell'ultimo gioco di football di Midway, e dove se ne è uscito con una frase del tipo «la NFL non permetterebbe mai di usare il suo nome in un videogioco, e questo dovrebbe dirvi qualcosa». Ignorando, e questo ci dice effettivamente qualcosa, che Electronic Arts ha comprato in esclusiva i diritti della NFL, e che per questo motivo i nomi delle squadre e dei giocatori non possono comparire nel gioco Midway.
Ma LOL.