PD: «PROPOSTA INCIVILE E RAZZISTA». LA CGIL: «ISTIGA AL LAVORO NERO». NO DI LA RUSSA
Lega: «Un tetto alla cassa integrazione
per i lavoratori extracomunitari»
Emendamento del Carroccio alla Finanziaria: massimo sei mesi. Fugatti: «Bisogna pensare prima agli italiani»
Umberto Bossi (Eidon)MILANO - Un tetto alla cassa integrazione per i cittadini extracomunitari. Prosegue l'offensiva della Lega sugli immigrati. In un emendamento alla Finanziaria presentato in commissione Bilancio alla Camera, a firma del deputato del Carroccio e capogruppo in commissione Finanze Maurizio Fugatti, si chiede un limite a «qualsiasi trattamento di sostegno al reddito» per i cittadini extracomunitari che lavorano in Italia. «Per i lavoratori residenti - si legge nel testo dell'emendamento - sul territorio nazionale non cittadini italiani ovvero comunitari destinatari di qualsiasi trattamento di sostegno al reddito, ai sensi della legislazione vigente in materia di ammortizzatori sociali, la durata del beneficio non può essere per l'anno 2010 superiore a sei mesi».
SEI MESI - «Se non c'è lavoro per gli italiani non c'è per nessuno - spiega Fugatti. - Le risorse sono quelle che sono e prima dobbiamo pensare agli italiani». «Noi - aggiunge - diamo la cassa integrazione anche ai cittadini extracomunitari ma solo per sei mesi». «Se la crisi dovesse andare avanti - prosegue - si creerà una contrapposizione tra disoccupati italiani e disoccupati extracomunitari e questo vuol dire che sulle strade, e in parte questo già accade in Padania, ci troveremo sia disoccupati italiani sia disoccupati extracomunitari. Quindi noi dobbiamo tutelare di più gli italiani». «Se il lavoro non c'è - conclude - rimane qui chi il lavoro lo ha o chi ha la Cig. In alternativa torna a casa. I sondaggi ci dicono che ci sono tanti extracomunitari che hanno deciso di tornare. Noi non li licenziamo ma se sono senza lavoro la Bossi-Fini dice questo».
IL PD - Immediata la reazione del Pd. «La proposta della Lega di fissare un tetto massimo di sei mesi di Cassa Integrazione nel 2010 per i lavoratori residenti non cittadini italiani è semplicemente una follia» dichiara il capogruppo del Pd nella commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, che aggiunge: «In questo modo non solo si colpiscono i lavoratori oggettivamente più deboli ma si crea una condizione di rottura del rapporto di lavoro che spingerà inevitabilmente queste persone nel vicolo cieco della clandestinità e del lavoro nero». Politiche di questo genere, secondo Damiano, «sono profondamente discriminatorie e non aiutano le stesse imprese ed i lavoratori del Nord, che si finge demagogicamente di volere tutelare, a risolvere i gravi problemi che derivano dalla crisi». «Quell'emendamento è palesemente incostituzionale - afferma il capogruppo nella commissione Affari costituzionali della Camera, Sesa Amici - e sono sicura che la presidenza della Camera lo dichiarerà inammissibile. È in ogni caso la triste dimostrazione che la Lega, che ormai è l'ago della bilancia di questa maggioranza, arriva a strumentalizzare un grave problema sociale, com'è quello della disoccupazione, per cavalcare norme incivili e razziste del tutte prive di ogni fondamento e ragion d'essere».
CGIL - Netto anche il giudizio della Cgil: «Una iniziativa xenofoba e una vera e propria sciocchezza giuridica» afferma il segretario confederale, Fulvio Fammoni. «Questi lavoratori e i loro datori di lavoro - afferma - pagano come per tutti gli altri i contributi per accedere agli ammortizzatori sociali. Quindi si tratta di un emendamento improponibile a meno che la Lega non pensi che, come succede per la previdenza, i lavoratori stranieri devono solo versare e difficilmente ricevere il corrispettivo di quanto versato. È una esplicita istigazione al lavoro nero», conclude Fammoni.
LA RUSSAE CARFAGNA- La proposta non piace nemmeno a Ignazio La Russa. «Immaginare di trattare diversamente gli italiani o gli stranieri che hanno perso il lavoro senza colpa- afferma il ministro della Difesa - sarebbe un'ingiustizia». «I termini fissati per i lavoratori italiani non mi sembrano così lunghi e non vedo ragioni - dice La Russa - per discriminare i lavoratori in ragione della loro nazionalità. Mi piace discriminare in ragione dei comportamenti e dunque punire chi non rispetta la legge, chi entra clandestinamente». Anche il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, bolla come provocatoria la proposta della Lega, prevedendo che «non avrà alcun seguito in Parlamento».
IDV - Posizione simile dall'Italia dei Valori. «Mettere i lavoratori, gli operai, coloro che soffrono la crisi per primi e ne pagano il prezzo più alto, gli uni contro gli altri, è da vigliacchi e miserabili prima ancora che da razzisti» commenta Massimo Donadi, capogruppo di Idv alla Camera. «Questo emendamento - aggiunge - è miserabile, becero e razzista, come becera e razzista è la politica della Lega, capace solo di parlare alla pancia dei suoi elettori e di cavalcare le paure della gente».
CITTADINANZA - In precedenza, era stato Umberto Bossi a smorzare le polemiche sulla calendarizzazione a dicembre del progetto di legge sulla cittadinanza agli immigrati. «Noi votiamo contro», si era limitato a dire il ministro rispondendo ai cronisti mentre lasciava i gruppi di Montecitorio. Su questo tema è intervenuto anche Ignazio La Russa, ministro della Difesa e coordinatore nazionale del Popolo della libertà che all'AdnKronos ha detto: «Non è una questione da decidere con un vertice». «C'è - dice il ministro - una data fissata dal Parlamento per affrontare l'argomento, a dicembre. Non è un problema di vertice, abbiamo dato incarico alla Consulta del Pdl di avviare un dibattito» spiega il ministro della Difesa, rispondendo così anche agli alleati della Lega che, con il capogruppo alla Camera Roberto Cota, chiedevano un summit di maggioranza.