Originariamente Scritto da
Il Nero
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Io sto cercando di distinguere cosa è "efficiente" per il singolo speculatore da cosa è "efficiente" per l'economia intera.
Esempio: supponiamo che io invento un metodo per giocare a poker per cui giocando con 100€ ogni sera sono in grado di portarmi a casa 1€. Se devo scegliere come "allocare" i miei soldi, sicuramente mi conviene "allocarli" tutti giocando a poker, ed in un paio di anni diventerei ricco. Questo vuol dire che giocare a poker è un metodo estremamente efficiente di allocare i soldi.
Ma per il resto del mondo quell'allocazione è assolutamente inefficiente, perché tutti i soldi che ho guadagnato giocando a poker io li ho sottratti ad altri, cioè non ho prodotto alcuna ricchezza con il mio denaro.
Se quei 100€ io li investo in azioni della Ciccibacco S.p.a., sicuramente non diventerò ricco in pochi anni, ma d'altro canto i miei soldi vanno a finanziare la Ciccibacco S.p.a., cioè a creare ricchezza. Un'allocazione meno efficiente per il singolo speculatore è allora molto più efficiente per l'economia nel complesso.
Con derivati vari ed eventuali, o comunque "investimenti" in attività palesemente improduttive, è la stessa cosa. Per i singoli investitori (nota a margine: in particolare per quelli che pilotano il mercato
) l'attività puramente speculativa può essere più efficiente di un investimento, ma per l'economia nel suo complesso non lo è mai, perché l'attività speculativa per definizione non produce ricchezza, quindi anche l'investimento più a cazzo di cane è più "efficiente" della pura speculazione.
Ovviamente ci sono attività non strettamente di investimento, quindi anche a carattere speculativo, che possono servire comunque al buon funzionamento del mercato, quindi produrre ricchezza in modo indiretto, ma questo non è il caso del 90% dei derivati finanziari in giro.