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Risultati da 1 a 25 di 25
  1. #1
    -BORG-
    ospite

    Predefinito In 200mila a Piazza del Popolo.

    Qualcuno c'è andato?
    Stime realistiche della manifestazione?

    Sarà la pioggia che concede finalmente una tregua e regala a Roma uno dei primi pomeriggi di primavera, sarà la gente che se ne va ballando con Cristicchi e la sua canzone sfottò su Carla Bruni, ma oggi a piazza del Popolo, per una manciata di ore, è sembrato di essere in un’altra Italia, non quella percossa e strattonata dalle continue incursioni del premier. Piazza gremita (200mila per gli organizzatori, solo 25mila per la Questura che evidentemente ha misurato un’altra piazza), bandiere sventolanti di tutti i partiti del centrosinistra e molto colore viola, slogan che virano spesso nell’ironia, come quel cartello con il quadro “I bari” di Caravaggio e i volti dei leader Pdl o lo stand dei giovani comunisti che vende il panino "alla Milioni". «Sì alle regole, no ai trucchi», si legge nei cartelloni sul palco. E al centro: «Per la democrazia, la legalità, il lavoro, i diritti».

    Prima prova del “nuovo centrosinistra”, la manifestazione di oggi è riuscita anche ad esorcizzare il rischio di un “effetto Unione”, con la carrellata di segretari di partito, dal socialista Nencini fino a Bersani, passando per Bonino, Bonelli, Vendola, Ferrero, Di Pietro. Forse anche perché i politici sono stati sapientemente intervallati da intermezzi musicali e testimonianze della società civile, una lavoratrice dell’Omsa, un’insegnante siciliana e il giornalista Riccardo Iacona che chiede di «riaprire subito le trasmissioni televisive che sono state bloccate».

    Un Di Pietro in versione super moderata ha fugato subito i dubbi della vigilia su possibili attacchi al Quirinale. Sciarpa viola al collo, e un siparietto con un fan che lo invita a non censurarsi e lui che si mette le dita a "x" sulla bocca, ma dal palco nessuna smagliatura. «Lo dico subito, oggi e da oggi l’unico nostro obiettivo sarà liberare il paese del despota Berlusconi», mette subito in chiaro Di Pietro, chiamando la piazza a una raffica di fischi contro Minzolini e regalando al premier una mezza dozzina di epiteti come “corruttore”, “neofascista”, “Nerone”, “piduista”. Qualche cartuccia anche per gli alleati, «noi a piazza Navona c’eravamo a dire che la democrazia era in pericolo e ci trattavano come eversivi, oggi siamo tutti qui perché i fatti ci hanno dato ragione». Punzecchiature agli alleati anche quando parla del centrosinistra «che con Berlusconi ha scherzato, soprattutto in tema di informazione, e i responsabili di quelle omissioni oggi dovrebbero venire qui a chiedere scusa». Ma il Tonino di Piazza del Popolo punta soprattutto sull’«alternativa», sul «fare squadra», sulla «responsabilità». Spunta un solo cartello critico col Quirinale, "Vendesi repubblica,rivolgersi a Napolitano", ma il leader Idv prende subito le distanze. Ma su Casini si abbette il sarcasmo: «Non sono in piazza? Mi pare che qui non se ne sia accorto nessuno...». Diversa l'opinione di D'Alema, che all'Unità dice: «Non credo che l'assenza dell'Udc segnali una battuta d'arresto nel nostro rapporto con l'Udc, ogni forza politica ha il suo stile e le sue tradizioni. Il rapporto con l'Udc ha fatto dei passi avanti, a mio avviso non sufficienti, anche per alcune loro scelte contradditorie alle regionali. Spero che sul decreto "salvaliste" l'Udc faccia il suo dovere in Parlamento insieme alle altre forze di opposizione».

    Battute a parte, il "caso" Di Pietro è rientrato. E Bersani gongola: «Mai avuti dubbi su di lui». Soddisfazioni che al leader Pd arrivano anche dalla Bonino, che lui ha fortemente voluto candidata nel Lazio, anche sfidando più d’una resistenza nel partito. «Oggi i compagni Radicali non ci sono ma io io sì perché sono grata di essere la candidata di tutti voi», esordisce Emma, in feeling con una piazza che chiama a fare qualcosa di più che darle una mano. «Dovete sentirvi tutti candidati presidenti, e io con voi». «Temo nei prossimi giorni ancora molte trappole, dobbiamo attrezzarci per prevederle ed evitarle», avverte la Bonino. «Le regionali non saranno solo un voto amministrativo, da qui può partire una riscossa democratica e civile del Paese». Bonino guarda anche agli elettori di centrodestra: «Penso che siano molti quelli che sentono l'esigenza di decoro istituzionale, di decenza, perché di cittadini perbene ce ne sono tanti». E chiude citando la giornalista russa Anna Politkovskaja, «per conquistare la fiducia della gente non bastano sentimenti tiepidi e io non ne ho, spero neanche voi!».

    Pure il leader del Prc Ferrero, che in alcune regioni si è chiamato fuori dalla coalizione, ha toni particolarmente unitari: «Nonostante le differenze, alle prossime elezioni dobbiamo stare tutti insieme per battere Berlusconi». Applausone, mentre il Verde Bonelli (ormai in via di guarigione dopo il lunghissmo digiuno di 34 giorni e il malore) lancia un mazzo di fiori alla piazza «bellissima che segna l’inizio di una rivoluzione gentile». «I fiori sono il nostro riconoscimento agli italiani che ogni giorno rispettano le regole e si battono per la legalità», spiega. E conclude: «Berlusconi ha definito questa piazza una “ammucchiata”, ma non è il lettone di Putin, è una piazza che dà una grande prova di democrazia».

    Tutti in squadra, dunque, e Bersani ha gioco facile nel dire che oggi «è la festa dell’alternativa». Un discorso tutto al futuro, il suo, «difesa della democrazia e questione sociale si danno la mano», e poi lavoro, scuola, sanità. Onestà, serietà e regole, «poche parole chiare». Anche Bersani ironizza sul Cavaliere, «fa il capopolo, persino il caporedattore del Tg1, tranne che il suo mestiere. Perché non prende la carriola e non porta via le macerie dell’Aquila che stanno lì da un anno?». E poi un consiglio, anche se per la verità il copyright è dell’assente Casini (che definisce la manifestazione «un errore gravissimo»): «La prossima volta le liste se le facciano fare dalla protezione civile», ironizza il leader Pd. Che si dice sicuro, «vinceremo, lista o non lista», perché «Berlusconi non può più parlare al futuro del Paese. E’ troppo forte per essere finito, ma noi impediremo che nel suo tramonto nervoso travolga la politica e le istituzioni». «Guardate che le cose cambiano», conclude, «affrontiamo con fiducia l’appuntamento elettorale e andiamo a vincere».

    Un ottimismo condiviso da un sorridente Massimo D’Alema, che dietro il palco si concede anche una chiacchierata con Nichi Vendola, («La pace? L’abbiamo fatta un mese e mezzo fa...») e sulle regionali dice: «Andremo meglio di come si pensava due mesi fa e forse meglio di quello che si pensa oggi...stiamo salendo, questo è il trend». Vendola fa un intervento dei suoi, decisamente appassionato e molto apprezzato dalla piazza, per dire che il premier è «una bestia ferita che può ancora far danni con i suoi colpi di coda», ma soprattutto per dire che l’epoca della «balcanizzazione» del centrosinistra è finita. «Il racconto di Berlusconi è finito tra le macerie dell’Aquila, qui comincia il cantiere dell’alternativa, il centrosinistra ritrova il suo popolo che si era smarrito, dobbiamo rendere percepibile e netto il senso del cammino di un centrosinistra che riapre la porta della speranza. Hanno portato l’Italia in un angolo, tocca a noi risollevarla». Ovazione per lui, che alla fine ruba la scena a Di Pietro: si pensava che la piazza “movimentista” premiasse Tonino, e invece l’applausometro lo vince il governatore pugliese. Che si candida a un ruolo di primo piano nella coalizione che verrà.
    L'Unità.

  2. #2
    La Borga L'avatar di Firestorm
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    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    D'Alema deve mettersi di buzzo buono se veramente il PD sta salendo deve cercare di farlo scendere per far piacere al suo padroncino...

  3. #3
    Chiwaz
    ospite

    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    Beh, dai, una bella scampagnata

  4. #4
    Vitor
    ospite

    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    e sabato prossimo c'è quella del Pdl, quindi già immagino:
    "eravamo più noi"
    "no noi"
    "ma i nostri erano più belli"
    "ma i nostri ce l'hanno più lungo"



  5. #5
    Chiwaz
    ospite

    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    Spero che piova.

  6. #6
    delfino furioso
    ospite

    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    Citazione Originariamente Scritto da Firestorm Visualizza Messaggio
    D'Alema deve mettersi di buzzo buono se veramente il PD sta salendo deve cercare di farlo scendere per far piacere al suo padroncino...
    la base sembra d'accordo




  7. #7
    Karas
    ospite

    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    asd

    Ma un po tutto il vecchiume del pd dovrebbe levare le tende

  8. #8
    Il Nonno L'avatar di ILSAGGIO
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    Spero che piova.
    Faranno un decreto legge per evitarlo

  9. #9
    Il Nonno L'avatar di dualismo_2000
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    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    Citazione Originariamente Scritto da Chiwaz Visualizza Messaggio
    Beh, dai, una bella scampagnata
    Concordo

    l'unico scopo di queste manifestazioni pre-elettorali (quella di ieri e quella della prossima settimana) è cercare di scongiurare il pericolo dell'astensionismo tramite una sorta di "chiamata alle armi".
    Non spostano un voto e non sono nemmeno fatte per sensibilzzare su uno specifico tema politico (tipo quella sull'articolo 18 di qualche anno fa).

    Ormai la battaglia politica si gioca sul numero di elettori scontenti che diserterà le urne. e in questo momento chi sta messo peggio, pur partendo da una posizione di vantaggio, è il pdl.

  10. #10
    La Borga L'avatar di Firestorm
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    Non qui non serve basta chiamare bondi e capezzone che con le loro ali immacolate andranno a dare un messaggio al papino di Silvio per dirgli che non è il caso...

  11. #11
    Animatore distratto L'avatar di Nanatsusaya
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    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    MA quindi le Gothic Lolita non si sono potute ritrovare il sabato pomerigio


    この 怨み 地獄 へ 流します。

  12. #12
    Lo Zio
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    Non è detto Nanatsu, le gothic lolitas amano molto il viola

  13. #13
    Il Nonno L'avatar di Gil-galad, Re degli Elfi
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    Citazione Originariamente Scritto da ILSAGGIO Visualizza Messaggio
    Faranno un decreto legge per evitarlo
    Correzione: faranno un decreto interpretativo per dire che, a prescindere del tempo atmosferico, si considera il sabato una giornata di bel tempo se il sole brilla sopra almeno un'area del pianeta terra.

  14. #14
    Il Nonno L'avatar di Edward Green
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    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    Vi posto questi due articoli, giusto per dare un incipit:
    Spoiler:
    Settegiorni. Gli scenari Il vecchio rito della piazza
    A destra e sinistra la sensazione di un rito stanco
    Rondolino. L' ex portavoce di D' Alema premier: tutti dovrebbero avere un altro impegno. E non sarebbe diserzione ma solo buon senso. Quella stanchezza bipartisan di andare in manifestazione

    S cenderanno in piazza, rassegnati al rito che li accomunerà a distanza di una settimana. A colpire non è solo il senso di smarrimento e di stanchezza che i due schieramenti trasmettono alla vigilia delle rispettive manifestazioni, ma il fatto che nel Pdl come nel Pd non se ne faccia nemmeno mistero. C' è una voglia di sfuggire alla cerimonia che per una volta rompe il solito cliché. A contrapporsi non sono tanto i falchi e le colombe, i moderati e gli estremisti. Il sentimento di stanchezza per la piazza è diffuso e trasversale, accomuna berlusconiani di provata fede come Mario Valducci ad anti-berlusconiani storici come Rosi Bindi, icona dei movimenti di centrosinistra e che certo non ha preso le distanze dalla manifestazione di oggi contro il Cavaliere. Ma ci sarà un motivo se oggi la presidente del Pd non sarà a Roma perché impegnata in un comizio a Mestre. «Tutti dovrebbero avere un altro impegno dato che siamo in campagna elettorale», afferma Fabrizio Rondolino, portavoce di Massimo D' Alema ai tempi di Palazzo Chigi: «E non sarebbe diserzione ma solo buon senso misto a un pizzico di sano pragmatismo, l' idea cioè che risorse ed energie andrebbero sfruttate in altro modo. La verità è che quanti hanno passione per la politica sono stufi della politica dell' effimero, che non porta voti». Se è vero che la piazza è sempre stata il luogo dei comizi alla vigilia delle urne, non si capisce perché - in prossimità delle elezioni - i leader abbiano chiesto ai loro dirigenti di partito di interrompere la campagna elettorale per un giorno, per riunirsi e manifestare contro l' avversario, invece di racimolare consensi casa per casa. È la prima volta che tutto ciò accade, e forse ha ragione l' intellettuale di destra Pietrangelo Buttafuoco quando dice che «ormai la politica si divide tra chi ha il dominio dell' etere e chi il dominio del territorio. Perciò, chi campa grazie ai media cerca la piazza, mentre chi lavora sul territorio in piazza c' è sempre, sta nei bar, a conquistarsi gli elettori». Non a caso Umberto Bossi ha accettato controvoglia l' idea del premier di trascinare tutti a Roma fra una settimana. E se la Lega mostra un profilo istituzionale, quasi di Palazzo, è perché ha l' ansia di amministrare non di protestare, ed è convinta che la piazza, quella di San Giovanni, non porterà voti. Ecco il punto. I cortei conquisteranno di sicuro le aperture dei tg e le prime pagine dei giornali, ma difficilmente la prova di forza muscolare garantirà nuovi consensi. Anzi c' è il rischio che l' opinione pubblica resti confusa dalla sovrapposizione dei messaggi dei due cortei. Lo s' intuisce dal ragionamento di Alessandra Ghisleri, dei cui sondaggi Berlusconi si fida ciecamente: «Entrambe le manifestazioni - sostiene infatti la responsabile di Euromedia research - sembrano proporsi con gli stessi slogan. Tutti sfileranno "per la difesa della democrazia", "per la libertà", "contro la violazione delle regole"». Ieri Silvio Berlusconi e Antonio Di Pietro hanno persino usato le stesse parole d' ordine: «La nostra non sarà una manifestazione di protesta ma di proposta». A parte la prospettiva di sentire i rappresentanti dei due schieramenti rinfacciarsi le stesse accuse dal palco, e di vedere in televisione i soliti noti, i cittadini sono stanchi di venir precettati dalla «casta». L' interpretazione di questo stato d' animo, ormai diffuso, l' ha rilevato Nando Pagnoncelli nei suoi studi demoscopici: «La stanchezza della piazza che si manifesta adesso persino tra i politici è - secondo il capo di Ipsos - la punta dell' iceberg della stanchezza del Paese verso la politica, contro la quale gli elettori sono pronti a usare l' arma dell' astensionismo nelle urne». L' idea della piazza mostra insomma le sue rughe, ma non è vero che la partecipazione si è dissolta, semplicemente si è trasferita altrove, sulla rete: i blog sono diventati i muri dove una volta si esprimeva il dissenso con le bombolette spray. Se di riflusso dunque si può parlare, è verso un rito che non entusiasma più nemmeno chi lo organizza. Antonio Scurati, scrittore di sinistra, scorge nella voglia di corteo del Cavaliere «il segno di un suo scendere di grado, perché il luogo della politica berlusconiana è stata storicamente la piazza mediatica. La piazza fisica apparteneva alla sinistra, che lì ha conosciuto la sua apoteosi. Oggi invece in piazza la sinistra ci va per sfinimento, quasi claudicando, per spirito reattivo. E negli anni quello che era un sentiero lastricato di successi si è trasformato in un percorso di estenuazione». Toccherà a tutti, oggi o tra una settimana. In molti parteciperanno controvoglia, stavolta senza farne nemmeno mistero. Francesco Verderami RIPRODUZIONE RISERVATA

    Verderami Francesco


    Spoiler:
    UNA STRANA CAMPAGNA ELETTORALE
    Piazze piene e idee vuote

    UNA STRANA CAMPAGNA ELETTORALE

    Piazze piene e idee vuote

    La piazza e le grandi manifestazioni popolari appartengono alla democrazia e ne dimostrano la vitalità. Ma siamo davvero sicuri che la elezione di buoni amministratori regionali in un Paese desideroso di essere federale esiga due grandi raduni di massa a una settimana di distanza? Abbiamo creato le Regioni perché volevamo accorciare la distanza fra i cittadini e i loro rappresentanti.

    Abbiamo modificato il titolo V della Costituzione perché volevamo che le Regioni avessero maggiori competenze. Abbiamo approvato il principio del federalismo fiscale perché vogliamo che ogni Regione sia responsabile delle proprie spese e gli elettori apprendano a scegliere rappresentanti onesti, capaci, attenti all’uso del pubblico denaro. Se queste riforme hanno un senso, le campagne elettorali dovrebbero concernere i cittadini delle singole regioni e offrire all’intero Paese un quadro aggiornato del modo in cui ciascuna di esse affronta la crisi. Vorremmo sapere, ad esempio, perché le Regioni in cui la spesa sanitaria è minore sono spesso quelle in cui i cittadini sono meglio trattati. Vorremmo conoscere i motivi per cui a spese particolarmente elevate corrisponda una cronica mancanza di servizi essenziali.

    Vorremmo ascoltare la voce di candidati che spiegano ai loro elettori quale programma intendano applicare se saranno eletti. Avremo invece una grande manifestazione di centro-sinistra oggi a Roma e una grande manifestazione di centro-destra domenica prossima a Milano. Queste due manifestazioni nazionali hanno già avuto alcuni effetti perniciosi. In primo luogo hanno interamente oscurato il dibattito pre-elettorale sui contenuti delle diverse candidature. Si parla di tutto, fuorché di ciò che le Regioni hanno il diritto e il dovere di fare in materia di salute, sicurezza, occupazione, pubblica istruzione. In secondo luogo hanno rimesso indietro l’orologio della politica italiana. Il centro-sinistra scende in piazza con una formazione simile a quella dell’Unione: un cartello delle contraddizioni in cui chi rispetta e apprezza il ruolo moderatore del presidente della Repubblica sfila insieme a chi ne vorrebbe l’impeachment.

    La sinistra sembra avere dimenticato che questa alleanza di comodo fra partiti profondamente diversi fu il principale motivo della caduta del governo Prodi nel 2008. Un avversario comune non basta a creare un programma comune. Il centro-destra, dal canto suo, soffre di una stessa malattia. Mentre la sinistra si mobilita contro Berlusconi, il leader del Pdl chiama a raccolta il suo popolo contro i comunisti, i magistrati faziosi, gli occulti registi di un complotto anti-governativo. Siamo alle solite. Invece di essere invitati a scegliere fra amministratori e programmi, siamo chiamati a scegliere fra il Bene e il Male, fra la dittatura strisciante della destra e l’incurabile comunismo della sinistra. Viene naturale chiedersi se i partiti si occupino di queste cose perché non sanno occuparsi d’altro. Dicono di parlare a cittadini democratici e consapevoli, ma non chiedono un voto: chiedono un atto di fede. Anche le astensioni, in questo caso, avranno un significato.

    Sergio Romano
    13 marzo 2010


    In questo mese abbiamo avuto una manifestazione di centrosinistra e presto avremo quella di centrodestra.Ma a che scopo?
    Questa domanda me la pongo sempre più spesso riguardo alle manifestazioni e alle adunate volte a protestare e a reclamare un mondo diverso.
    In fondo se vediamo in modo disincantato la realtà, negli ultimi 20 anni quanto sono servite le manifestazioni? Hanno impedito a Berlusconi di fare le sue leggi? Hanno fermato la globalizzazione? Hanno resi più consapevoli i leader del G8? Hanno impedito la mutazione del mercato del lavoro e l'avvento del precariato? La risposta la sapete già.

    Le manifestazioni funzionavano nei decenni passati, perchè oltre ad essere molto più feroci e compatte, vi era dietro potenti organizzazioni in grado di influenzare i meccanismi.Ma ora?
    A vedere le ultime manifestazioni, sembra di vedere delle gite colorate.I palloncini, quattro cartelli e la gente che passeggia.Insomma una cosa folcloristica che al massimo fa ridere chi detiene le leve del potere.

    Posso capire che un partito faccia la manifestazione.In fondo ha due motivi:
    1)Pubblicità esterna e visibilità
    2)Rinforzare attraverso il rito della piazza il fronte interno.

    Ma per il resto della gente ormai è solo uno sfogatoio.Si scende in piazza, si passeggia, si bestemmia contro il malgoverno, ci si fa due risate in cumpa e infine ci si becca al bar a bere il caffè.Così poi tutti sono in pace, che hanno fatto il loro dovere contro il cattivo potere.
    Ma la storia degli ultimi 20 anni insegna che forse bisogna trovare strade alternative, dato che quelle vecchie non funzionano più....

  15. #15
    -BORG-
    ospite

    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    Citazione Originariamente Scritto da delfino furioso Visualizza Messaggio
    la base sembra d'accordo



    Ma è bellissimo, mi sà che lo stampo e dietro ci metto il calendario del 2010

  16. #16
    Gangrel
    ospite

    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    non so se l'avete visto ma l'intervento di vendola merita..ripeto anche qua,entro 10 anni vendola nuovo PdC

    http://www.youtube.com/watch?v=_18JJMhnybE

  17. #17
    Chiwaz
    ospite

    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    A me sembrano le solite quattro cazzate in linguaggio veterocomunista.
    Il mondo del lavoro, compagni e compagne, bah.

    Convinto lui di quel che dice...

  18. #18
    Chiwaz
    ospite

    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    Citazione Originariamente Scritto da Edward Green Visualizza Messaggio
    Vi posto questi due articoli, giusto per dare un incipit:
    Spoiler:
    Settegiorni. Gli scenari Il vecchio rito della piazza
    A destra e sinistra la sensazione di un rito stanco
    Rondolino. L' ex portavoce di D' Alema premier: tutti dovrebbero avere un altro impegno. E non sarebbe diserzione ma solo buon senso. Quella stanchezza bipartisan di andare in manifestazione

    S cenderanno in piazza, rassegnati al rito che li accomunerà a distanza di una settimana. A colpire non è solo il senso di smarrimento e di stanchezza che i due schieramenti trasmettono alla vigilia delle rispettive manifestazioni, ma il fatto che nel Pdl come nel Pd non se ne faccia nemmeno mistero. C' è una voglia di sfuggire alla cerimonia che per una volta rompe il solito cliché. A contrapporsi non sono tanto i falchi e le colombe, i moderati e gli estremisti. Il sentimento di stanchezza per la piazza è diffuso e trasversale, accomuna berlusconiani di provata fede come Mario Valducci ad anti-berlusconiani storici come Rosi Bindi, icona dei movimenti di centrosinistra e che certo non ha preso le distanze dalla manifestazione di oggi contro il Cavaliere. Ma ci sarà un motivo se oggi la presidente del Pd non sarà a Roma perché impegnata in un comizio a Mestre. «Tutti dovrebbero avere un altro impegno dato che siamo in campagna elettorale», afferma Fabrizio Rondolino, portavoce di Massimo D' Alema ai tempi di Palazzo Chigi: «E non sarebbe diserzione ma solo buon senso misto a un pizzico di sano pragmatismo, l' idea cioè che risorse ed energie andrebbero sfruttate in altro modo. La verità è che quanti hanno passione per la politica sono stufi della politica dell' effimero, che non porta voti». Se è vero che la piazza è sempre stata il luogo dei comizi alla vigilia delle urne, non si capisce perché - in prossimità delle elezioni - i leader abbiano chiesto ai loro dirigenti di partito di interrompere la campagna elettorale per un giorno, per riunirsi e manifestare contro l' avversario, invece di racimolare consensi casa per casa. È la prima volta che tutto ciò accade, e forse ha ragione l' intellettuale di destra Pietrangelo Buttafuoco quando dice che «ormai la politica si divide tra chi ha il dominio dell' etere e chi il dominio del territorio. Perciò, chi campa grazie ai media cerca la piazza, mentre chi lavora sul territorio in piazza c' è sempre, sta nei bar, a conquistarsi gli elettori». Non a caso Umberto Bossi ha accettato controvoglia l' idea del premier di trascinare tutti a Roma fra una settimana. E se la Lega mostra un profilo istituzionale, quasi di Palazzo, è perché ha l' ansia di amministrare non di protestare, ed è convinta che la piazza, quella di San Giovanni, non porterà voti. Ecco il punto. I cortei conquisteranno di sicuro le aperture dei tg e le prime pagine dei giornali, ma difficilmente la prova di forza muscolare garantirà nuovi consensi. Anzi c' è il rischio che l' opinione pubblica resti confusa dalla sovrapposizione dei messaggi dei due cortei. Lo s' intuisce dal ragionamento di Alessandra Ghisleri, dei cui sondaggi Berlusconi si fida ciecamente: «Entrambe le manifestazioni - sostiene infatti la responsabile di Euromedia research - sembrano proporsi con gli stessi slogan. Tutti sfileranno "per la difesa della democrazia", "per la libertà", "contro la violazione delle regole"». Ieri Silvio Berlusconi e Antonio Di Pietro hanno persino usato le stesse parole d' ordine: «La nostra non sarà una manifestazione di protesta ma di proposta». A parte la prospettiva di sentire i rappresentanti dei due schieramenti rinfacciarsi le stesse accuse dal palco, e di vedere in televisione i soliti noti, i cittadini sono stanchi di venir precettati dalla «casta». L' interpretazione di questo stato d' animo, ormai diffuso, l' ha rilevato Nando Pagnoncelli nei suoi studi demoscopici: «La stanchezza della piazza che si manifesta adesso persino tra i politici è - secondo il capo di Ipsos - la punta dell' iceberg della stanchezza del Paese verso la politica, contro la quale gli elettori sono pronti a usare l' arma dell' astensionismo nelle urne». L' idea della piazza mostra insomma le sue rughe, ma non è vero che la partecipazione si è dissolta, semplicemente si è trasferita altrove, sulla rete: i blog sono diventati i muri dove una volta si esprimeva il dissenso con le bombolette spray. Se di riflusso dunque si può parlare, è verso un rito che non entusiasma più nemmeno chi lo organizza. Antonio Scurati, scrittore di sinistra, scorge nella voglia di corteo del Cavaliere «il segno di un suo scendere di grado, perché il luogo della politica berlusconiana è stata storicamente la piazza mediatica. La piazza fisica apparteneva alla sinistra, che lì ha conosciuto la sua apoteosi. Oggi invece in piazza la sinistra ci va per sfinimento, quasi claudicando, per spirito reattivo. E negli anni quello che era un sentiero lastricato di successi si è trasformato in un percorso di estenuazione». Toccherà a tutti, oggi o tra una settimana. In molti parteciperanno controvoglia, stavolta senza farne nemmeno mistero. Francesco Verderami RIPRODUZIONE RISERVATA

    Verderami Francesco


    Spoiler:
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    La piazza e le grandi manifestazioni popolari appartengono alla democrazia e ne dimostrano la vitalità. Ma siamo davvero sicuri che la elezione di buoni amministratori regionali in un Paese desideroso di essere federale esiga due grandi raduni di massa a una settimana di distanza? Abbiamo creato le Regioni perché volevamo accorciare la distanza fra i cittadini e i loro rappresentanti.

    Abbiamo modificato il titolo V della Costituzione perché volevamo che le Regioni avessero maggiori competenze. Abbiamo approvato il principio del federalismo fiscale perché vogliamo che ogni Regione sia responsabile delle proprie spese e gli elettori apprendano a scegliere rappresentanti onesti, capaci, attenti all’uso del pubblico denaro. Se queste riforme hanno un senso, le campagne elettorali dovrebbero concernere i cittadini delle singole regioni e offrire all’intero Paese un quadro aggiornato del modo in cui ciascuna di esse affronta la crisi. Vorremmo sapere, ad esempio, perché le Regioni in cui la spesa sanitaria è minore sono spesso quelle in cui i cittadini sono meglio trattati. Vorremmo conoscere i motivi per cui a spese particolarmente elevate corrisponda una cronica mancanza di servizi essenziali.

    Vorremmo ascoltare la voce di candidati che spiegano ai loro elettori quale programma intendano applicare se saranno eletti. Avremo invece una grande manifestazione di centro-sinistra oggi a Roma e una grande manifestazione di centro-destra domenica prossima a Milano. Queste due manifestazioni nazionali hanno già avuto alcuni effetti perniciosi. In primo luogo hanno interamente oscurato il dibattito pre-elettorale sui contenuti delle diverse candidature. Si parla di tutto, fuorché di ciò che le Regioni hanno il diritto e il dovere di fare in materia di salute, sicurezza, occupazione, pubblica istruzione. In secondo luogo hanno rimesso indietro l’orologio della politica italiana. Il centro-sinistra scende in piazza con una formazione simile a quella dell’Unione: un cartello delle contraddizioni in cui chi rispetta e apprezza il ruolo moderatore del presidente della Repubblica sfila insieme a chi ne vorrebbe l’impeachment.

    La sinistra sembra avere dimenticato che questa alleanza di comodo fra partiti profondamente diversi fu il principale motivo della caduta del governo Prodi nel 2008. Un avversario comune non basta a creare un programma comune. Il centro-destra, dal canto suo, soffre di una stessa malattia. Mentre la sinistra si mobilita contro Berlusconi, il leader del Pdl chiama a raccolta il suo popolo contro i comunisti, i magistrati faziosi, gli occulti registi di un complotto anti-governativo. Siamo alle solite. Invece di essere invitati a scegliere fra amministratori e programmi, siamo chiamati a scegliere fra il Bene e il Male, fra la dittatura strisciante della destra e l’incurabile comunismo della sinistra. Viene naturale chiedersi se i partiti si occupino di queste cose perché non sanno occuparsi d’altro. Dicono di parlare a cittadini democratici e consapevoli, ma non chiedono un voto: chiedono un atto di fede. Anche le astensioni, in questo caso, avranno un significato.

    Sergio Romano
    13 marzo 2010


    In questo mese abbiamo avuto una manifestazione di centrosinistra e presto avremo quella di centrodestra.Ma a che scopo?
    Questa domanda me la pongo sempre più spesso riguardo alle manifestazioni e alle adunate volte a protestare e a reclamare un mondo diverso.
    In fondo se vediamo in modo disincantato la realtà, negli ultimi 20 anni quanto sono servite le manifestazioni? Hanno impedito a Berlusconi di fare le sue leggi? Hanno fermato la globalizzazione? Hanno resi più consapevoli i leader del G8? Hanno impedito la mutazione del mercato del lavoro e l'avvento del precariato? La risposta la sapete già.

    Le manifestazioni funzionavano nei decenni passati, perchè oltre ad essere molto più feroci e compatte, vi era dietro potenti organizzazioni in grado di influenzare i meccanismi.Ma ora?
    A vedere le ultime manifestazioni, sembra di vedere delle gite colorate.I palloncini, quattro cartelli e la gente che passeggia.Insomma una cosa folcloristica che al massimo fa ridere chi detiene le leve del potere.

    Posso capire che un partito faccia la manifestazione.In fondo ha due motivi:
    1)Pubblicità esterna e visibilità
    2)Rinforzare attraverso il rito della piazza il fronte interno.

    Ma per il resto della gente ormai è solo uno sfogatoio.Si scende in piazza, si passeggia, si bestemmia contro il malgoverno, ci si fa due risate in cumpa e infine ci si becca al bar a bere il caffè.Così poi tutti sono in pace, che hanno fatto il loro dovere contro il cattivo potere.
    Ma la storia degli ultimi 20 anni insegna che forse bisogna trovare strade alternative, dato che quelle vecchie non funzionano più....
    Questo è il frutto del grillismo degli ultimi tre anni, almeno in Italia.
    La convinzione che "avere le palle piene" "meditare!!" e "svegliatevi!!", "il popolo di internet", "il tam tam", siano sufficienti a costruire un dissenso.

    Peccato che dietro i muggiti non ci sia assolutamente nulla, quindi basta solo aspettare che la gente si stufi di gridare e bon.

    Mi viene quasi da pensare che ci sia davvero un strategia dietro DDL e iniziative sul filo dell'anticostituzionalità e che possano far gridare all'attentato della democrazia chi se ne intende poco, quasi fossero esche gettate alla piazza per farle sfogare su temi marginali. Perché alla fine di questo si tratta.

    Sentivo alla radio un ex direttore dell'Unità che diceva che nell'ultimo anno è stata fatta una legge sul fine vita, una legge che (secondo lui) minaccia l'articolo 18, si ripresenta il nucleare, tutti temi che coinvolgono la vita di ognuno in maniera trasversale.
    Eppure la piazza dov'è? A cristonare contro Berlusconi.

    Ormai interessa solo lui.
    In passato non so se sortivano effetti concreti.
    Ultima modifica di Chiwaz; 14-03-10 alle 14:18:37

  19. #19
    Vitor
    ospite

    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    Citazione Originariamente Scritto da Chiwaz Visualizza Messaggio
    Sentivo alla radio un ex direttore dell'Unità che diceva che nell'ultimo anno è stata fatta una legge sul fine vita, una legge che (secondo lui) minaccia l'articolo 18, si ripresenta il nucleare, tutti temi che coinvolgono la vita di ognuno in maniera trasversale.
    Eppure la piazza dov'è? A cristonare contro Berlusconi.
    beh, le leggi il suo governo le ha fatte

  20. #20
    Chiwaz
    ospite

    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.



    vabbè, hai capito.
    Ormai il target è Berlusconi come persona.

  21. #21
    alberace
    ospite

    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    Citazione Originariamente Scritto da Chiwaz Visualizza Messaggio
    A me sembrano le solite quattro cazzate in linguaggio veterocomunista.
    Il mondo del lavoro, compagni e compagne, bah.

    Convinto lui di quel che dice...
    è esattamente il motivo per cui infiamma gli elettori del csx.
    dice le cose che dovrebbe dire.
    governa una regione e difende il suo operato.
    vendola c'ha le palle e parla di lavoro e giustizia.
    di che dovrebbe parlare sennò?
    ogni tanto si lascia andare (medioevo postmoderno su tutti ), ma tant'è.

  22. #22
    Chiwaz
    ospite

    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    Per carità, fa benissimo a dirle.

    E' che siccome Gangrel lo vede come futuro presidente del consiglio, pensavo si rivolgesse ad una platea un filo più allargata del 3% su scala nazionale.

  23. #23
    alberace
    ospite

    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    io non ce lo vedo, ma apprezzo come stia cercando in tutti i modi di avvicinarsi al PD, motivo per cui ha rotto con RC e ferrero.
    lo vedo bene nel partito di bersani, a patto che sviluppi in modo concreto la linea di difesa di ambiente, beni pubblici e lavoro.
    ma soprattutto la linea sull'immigrazione, su cui c'era un interessante articolo su il fatto quotidiano di oggi.
    Ultima modifica di alberace; 14-03-10 alle 17:31:30

  24. #24
    Chiwaz
    ospite

    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    Adesso vado a vederla la sua linea sull'immigrazione, soprattutto alla luce del fatto che la Regione Puglia si è sempre opposta alla ristrutturazione e all'ampliamento dei CPT nel suo territorio, per avere APPOSITAMENTE delle strutture fatiscenti.

    EDIT: non riesco a trovarlo sul sito, è diventato un'accozzaglia di vignette, fumetti e strilli tutti diversi uno dall'altro che neanche Cronaca Vera. Ma chi gli cura la grafica, Pippo Franco ?
    Ultima modifica di Chiwaz; 14-03-10 alle 21:20:47

  25. #25
    -BORG-
    ospite

    Predefinito Riferimento: In 200mila a Piazza del Popolo.

    Citazione Originariamente Scritto da Chiwaz Visualizza Messaggio


    vabbè, hai capito.
    Ormai il target è Berlusconi come persona.
    Se fosse cosi,allora basta un distributore di benzina e un pò di corda ed è fatta...

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