Non è poi così difficile capire la distinzione tra citazione e plagio.
"Con il termine plagio, nel diritto d'autore, ci si riferisce all'appropriazione, tramite copia totale o parziale, della paternità di un'opera dell'ingegno altrui. In tale accezione, il termine trova riscontro nell'inglese plagiarism e nel francese e tedesco plagiat, e deriva dal latino plagium (furto, rapimento).[1]
Il primo documentato caso in cui il termine "plagio" è stato usato con il significato di "plagio letterario" risale a Marziale[2][3], poeta romano del I secolo, il quale, nel suo famoso epigramma 52, si lamentava di un rivale che avrebbe letto in pubblico i suoi versi spacciandoli fraudolentemente per propri[4].
Anche in materia di diritto d'autore italiano, si usa correntemente[5] il termine plagio per designare l'appropriazione, totale o parziale, di un'opera dell'ingegno altrui nel campo della letteratura, dell'arte, della scienza, o comunque coperta dal diritto d'autore, che si voglia far passare per propria.
Tale contraffazione può avere, oltre ai risvolti di natura civilistica, anche risvolti di natura penalistica.[6]"
-Wikipedia-
" CITAZIONE: Definizione
Una Citazione consiste nel riportare nella sua forma originale una parte di un testo derivante da una fonte esterna al Rapporto.
Requisiti
Le Citazioni dovrebbero fondersi con il testo (contenuto) del Rapporto ma, al tempo stesso, dovrebbero chiaramente apparire (forma) come contributi esterni al Rapporto (in genere attraverso l'uso di virgolette). "
Una citazione, per essere tale, deve quindi essere riconoscibile. In più regola vuole che l'autore venga menzionato. Se mancano questi requisiti non si può affatto parlare di citazione perché di fatto è un plagio. Luttazzi non ha mai scritto in un suo libro, nemmeno alla fine, i riferimenti ai vari autori saccheggiati. Anzi, spesso ha rivendicato la paternità di battute che si sono rivelate a loro volta dei plagi.