Nono lo farà quel cremino di Braschi
Rosetti lo farà per la B
Braschi doveva finire alla serie C...
Braschi era quello di C
ah ecco
Tutte le amichevoli dell'estate 2010
Il calendario giorno per giorno delle squadre di serie A
sto cercando di organizzare una trasferta per il 18 agosto
la Juve a Cosenza?
Uuuuuh milan varese
non sottovalutare Varese, sono in Serie B quest'anno ed hanno un bel gruppo...
inutile dire che anche quest'estate riusciremo a perderle quasi tutte
No beh è che magari me la vado a vedere
A proposito del varese in b,nessuno se lo cagava fino a maggio poi improvvisamente tutti tifosi del varese,metà provincia era diventata ultrà
Supercoppa italiana, a Milano il 21 agosto
La Lega di Serie A ha ufficializzato la data della Supercoppa Tim tra Inter e Roma. Il match si giocherà allo stadio Giuseppe Meazza di Milano il 21 agosto alle 20.45.
Non la fanno più in China?
Il ritorno di Pasquale l'irriducibile
dal crac a Zemanlandia bis
Dal crac all'arresto con l'accusa di avere un legame con la criminalità organizzata. La crisi dell'ex re del grano, tredici anni per uscirne senza condanne. E poi il ritorno al timone del Foggia che lo consacrò. Di nuovo con i suoi fedelissimi: Zdenek Zeman e Pavone. Ecco la storia di un uomo che non si è mai dato per vinto
di MARCO AZZI
Casillo e Zeman
DON Pasquale e il boemo: manca soltanto la ufficialità, ma allo Zaccheria è già tutto pronto per il sequel. Casillo, per i tifosi rispettosamente "don Pasquale", ritorna dopo 15 anni al timone del Foggia (Prima Divisione), rilevato dall'imprenditore Tullio Capobianco. E' la rivincita dell'ex re del grano, assolto (tredici anni di processo, una vicenda giudiziaria infinita) per il crac del suo gruppo, che gli era costato l'arresto nel 1994 con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Adesso gli riapre le porte anche il pallone e la storia ha i contorni della favola: primo atto della presidenza l'ingaggio di Zdenek Zeman, il boemo, che ha già accettato l'incarico e riassumerà la guida della squadra rossonera, portata ai vertici della serie A agli inizi degli anni Novanta.
Erano le stagioni magiche di "Zemanlandia", il fenomeno che fece impazzire il Salento e spaccò in due il calcio italiano, diviso tra estimatori e denigratori del tecnico rivoluzionario venuto dall'Est. Casillo lo scoprì al Licata e se ne invaghì subito. Vulcanico il presidente, silenzioso ed enigmatico Zeman, soprannominato anche il muto. Ma il feeling tra i due, gemelli diversi, fu subito rafforzato dall'antipatia per le brutte abitudine del calcio. Si sa tutto delle crociate del boemo, che a 63 anni aspettava anche lui un'occasione per ritornare in pista. "Non sono più scarso degli altri. Pago per le mie accuse al sistema e ora non mi fanno più lavorare". Ci ha pensato Don Pasquale,
di cui tutti si ricordano a Foggia per una provocazione da oscar. Negli anni di Zemanlandia, con lo stadio Zaccheria da tutto esaurito, le richieste di biglietti gratis erano diventate un vero tormento, per il re del grano. "Chi vuole vedere la partita senza pagare faccia pure, lascio aperto il varco 17...". Non si azzardò nessuno. Aneddoti e successi. Furono 4 stagioni memorabili.
Don Pasquale e il boemo non sono più dei ragazzini, adesso, ma vogliono sul serio riprovarci. Casillo sta per ricomporre al gran completo il team di Zemanlandia: con il ds Pavone e il dirigente accompagnatore Altamura. E' già stato messo a segno anche il primo colpo: il centrocampista sardo Salvatore Burrai. Erano quasi sconosciuti pure i vari Signori, Rambaudi, Kolyvanov e Shalimov, acquistati per un pugno di milioni e venduti dal re del grano con una plusvalenza record di 52 miliardi di lire. Affari d'oro e vittorie con il marchio di Zeman: un 4-3-3 agli antipodi con il pallone all'italiana. E per questo poco simpatico.
Come il suo profeta, adorato senza incertezze soltanto nel calore di Foggia. C'era un tifoso che gli regalava prima di ogni partita un pacchetto di caramelle, nella speranza di farlo fumare un po' meno. Ma allo stadio Zaccheria sono pronti a riproporre specialmente un altro rito: tutti fermi al loro posto alla fine di ogni gara, nessuno andava via finché il "profeta" non si decideva ad alzarsi dalla panchina.
Casillo e Zeman ci avevano già riprovato una volta, qualche anno fa, fallendo con l'Avellino. Ma l'amarcord di Foggia è tutta un'altra favola. Don Pasquale vi ritorna a testa alta. Non è più l'imprenditore del 1986, quando rilevò per la prima volta il club dal fallimento Lioce. L'assoluzione dopo tredici anni di processo, però, gli consentirà di riprendersi qualche rivincita nel calcio, altro suo amore. Una nuova occasione che il destino non ha concesso a Franco Ambrosio, l'altro re del grano, travolto anche lui dal crac economico e poi ucciso nella sua casa a Posillipo durante una rapina. La vita di Casillo ricomincia invece dallo Zaccheria, in serie C1. Zemanlandia atto secondo. (14 luglio 2010)
(non sapevo dove postarlo)
con la squadra che si ritrova retrocede in seconda divisione
si ho capito ma........ non erano meglio le partite tutte di domenica??? chiamatemi romantico ma a me piaceva + così ...... vabbeh, sarò vecchio ma a me piaceva così. ovviamente con anticipo per chi gioca nelle coppe.
Glielo auguro a tutti e due
La tua vena romantica cozza terribilmente con la politica dei diritti tv
L'ho postato qui perchè non sapevo dove postarlo...
articolo interessante...mercoledì 14 luglio 2010
CRACK-ITALY?
Che il calcio italiano fosse in difficoltà, o se preferite, in declino lo avevamo già segnalato. Sulle cause, ne avevamo già discusso, ma lo ribadiremo alla fine.
Da ieri, oltre alle sensazioni compaiono anche le prime analisi finanziarie che faranno passare qualche notte insonne a qualcuno.
Da una ricerca dell'agenzia finanziaria AT Kearney, risulta che il calcio italiano è in profonda crisi e addirittura a rischio fallimento. Nella stessa situazione sono anche il campionato inglese e spagnolo (quest'ultimo, però ha appena visto la Spagna vincere il mondiale). El Pais, rileva che il solo campionato che produce reddito è quello tedesco, la Bundesliga, seguito dal campionato francese, che rendono rispettivamente il 2 e l'1 per cento.
Il campionato spagnolo è quello che ha fornito il maggior numero di giocatori al mondiale: su 736 giocatori, 547 giocano in Spagna, questo di dimostra la forza del campionato e sicuramente non può fare altro che aumentarne la visibilità.
L'analisi di AT Kearney ha evidenziato che il campionato italiano ha la redditività (intesa come chiusura dei bilanci) peggiore (-12%), seguito da quallo spagnolo (-7%)e da quello inglese (-5%).
Nella stagione 2009/2010, le squadre della Liga hanno un bilancio negativo di 257 milioni di euro per la vendita dei giocatori, a cui seguono la Bundesliga con 118, la Premier con 91, la Ligue con 62 e fanalino di coda la Serie A con 38.
Un altro dato che dovrebbe far riflettere è il seguente: la Premier League e la Serie A hanno il maggior numero di stranieri (44%), mentre la Bundesliga il minore (29%).
Lo studio mostra come la Germania stia nella condizione migliore, grazie anche alla La Bundesliga ha sviluppato una gestione del calcio sostenibile, accomunando gestione commerciale oculata, controllo dei debiti e strutture che sono utilizzate a 360°.
In Italia, invece, siamo ancora alla preistoria. Il rischio reale, è quello di diventare il fanalino di coda tra i cinque campionati europei e che anche il calcio nazionale continui nel fallimento anche nelle prossime competizioni.
Senza voler entrare in polemica (anche se sarebbe il caso), ci viene da chiederci quale sia stata la causa di tutto ciò. Ci chiediamo come mai le squadre non abbiano voluto investire in strutture in passato e abbiano vissuto di rendita dai post mondiali 1990. Dopo 20 anni quella rendita è terminata e la crisi inesorabile è cominciata.
Avere il44% di stranieri nel campionato non aiuta la nazionale. Converrebbe forse, averne qualcuno in meno ma più di qualità. Purtroppo, si dice che i giocatori italiani costino di più di quelli stranieri a parità di valore e questo non aiuta. Sicuramente vedere un Guarente all'estero...fa pensare.
Altri fattori non trascurabili sono sicuramente i diritti televisivi e Calciopoli.
La gestione collettiva, ha creato problemi. Negli altri campionati dove c'è grande differenziazione delle risorse la gestione collettiva ha un senso. In Italia dove i diritti tv (anche a causa della grande delocalizzazione dei tifosi), la gestione individuale sarebbe stata migliore e permetterebbe a ciascuno di ottenere realmente quanto vale.
Altro fattore determinante è stato, a mio avviso, Calciopoli. La punizione inflitta alla Juventus, ma anche la cattiva pubblicità fatta dai media italiani per screditare una società non ha fatto altro che distruggere il sistema e togliere appeal al campionato. Privare la Juventus della serie A è forse convenuto a certe squadre, ma non al sistema che è parso monco di almeno una delle tre teste e che nel lungo periodo ha evidenziato i problemi ora sotto gli occhi di tutti.
Privare una squadra di risorse (investite principalmente in giocatori italiani), ha privato anche di un circolo di denaro, oltre al depauperamento tecnico e competitivo del campionato.
Ci chiediamo se in Spagna o in Germania avrebbero fatto lo stesso. In Portogallo uno scandalo peggiore con il Porto protagonista è stato fatto passare in sordina.
In Italia, invece si è soffiato sulle polemiche e probabilmente per qualche copia venduta in più o per qualche telespettatore in più, si sono ottenute le conseguenze ora visibili a tutti.
Non sarebbe stato meglio analizzare tutto con calma prima di distruggere il sistema?.
In ogni caso, la situazione è questa, crisi finanziaria, pochi soldi e spesi male o per stranieri.
Difficile capire come riprendersi, forse la strada è copiare la Germania, servirebbe una competizione internazionale da organizzare, ma purtroppo, vista la nostra credibilità, ci preferiscono Ucraina e Polonia... che tristezza...
ragazzi,abbiamo vinto un mondiale 4 anni fa e 2 champions nel frattempo.....
finanziariamente siamo messi male,ma qualcosa di riffa o di raffa la portiamo a casa.
Non commento la parte che fa riferimento a calciopoli perchè la trovo di cattivo gusto e pretestuosa......
Il vero fattore penalizzante è l'assoluta assenza di una politica lungimirante per quanto riguarda stadi e strutture,san siro,per dirne una,è del 1922.....
quanti stadi inglesi sono risalenti a quell'epoca e tutt'ora operativi?molto molto pochi.E teniamo conto che il campionato spagnolo ha una fiscalità diversa eppure non è messo bene,quindi si può sostenere che in realtà sia messo peggio di noi.
ti quoto solo sulla parte di calciopoli perchè è un argomento che poteva essere affrontato diversamente ma l'articolo purtroppo viene da un blog juventino e non mi sembra il caso di affrontare anche qui la tematica di calciopoli.ragazzi,abbiamo vinto un mondiale 4 anni fa e 2 champions nel frattempo.....
finanziariamente siamo messi male,ma qualcosa di riffa o di raffa la portiamo a casa.
Non commento la parte che fa riferimento a calciopoli perchè la trovo di cattivo gusto e pretestuosa......
Il vero fattore penalizzante è l'assoluta assenza di una politica lungimirante per quanto riguarda stadi e strutture,san siro,per dirne una,è del 1922.....
quanti stadi inglesi sono risalenti a quell'epoca e tutt'ora operativi?molto molto pochi.E teniamo conto che il campionato spagnolo ha una fiscalità diversa eppure non è messo bene,quindi si può sostenere che in realtà sia messo peggio di noi.
Detto questo imho la coppa del mondo e la champions del milan vanno viste come canto del cigno del calcio italiano perchè poi effettivamente da lì in avanti la situazione è solo peggiorata e la champions dell'inter purtroppo è espressione del calcio italiano solo per il modo di far giocare la squadra da parte di Mouirnho.
-A livello di giocatori non c'è stato ricambio generazionale fra gli italiani e questo non per colpa degli extra ue ma per un campionato primavera che fa sempre di più storia a sè;
- le squadre italiane dipendono pesantemente dagli introiti televisivi mentre negli altri campionati (anche a causa della contrattazione collettiva) sono solo la terza fonte di ricavi e le altre squadra fanno davvero soldi a palate con il merchandising (all'estero la vendita di merce contraffatta è minima rispetto all'italia) e gli stadi;
- gli stadi sono inoltre una delle principali fonti di spesa delle squadre con i comuni che poi "impediscono" alle squadre di privatizzarsi per gli impianti per non perdere questa importante fonte di introiti.
E poi attenzione, l'articolo non prende come esempi virtuosi la liga o la premier ma la bundesliga e la ligue 1, campionati che negli ultimi 10 anni, hanno smesso di competere in champions (i tedeschi un po' meno) ma che ora hanno tutti un calcio sano che non ha bisogno di provvedimenti ad hoc per salvarsi.