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Ma dai, fanno anche il finto sorteggio per il torneo aziendale?
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e vabbè
I Win
Abete non torna indietro: resta un solo extracomunitario
16.07.2010 18.03 di Redazione TMW articolo letto 397 volte
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
"Sulla decisione di ridurre gli extracomunitari da 2 a 1 non si torna indietro". A ribadirlo ancora una volta è stato il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito al Consiglio Federale. "Capisco le delusioni e le critiche della Lega di A - ha aggiunto - fa parte dei ruoli differenti. Ma la decisione che abbiamo preso rientra non solo nel quadro normativo della legge Bossi-Fini ma è anche e in sintonia con le linee di politica sportiva dettate dal Coni negli ultimi anni".
la Bossi-Fini?
massì non sapeva più chi indicare per non prendersi la colpa
Petrucci critica i club: "Serve diminuire i costi"
Fonte: La Gazzetta dello Sport
"Il conflitto tra Federazione e Lega è fisiologico. Ci sono interessi diversi, la Lega è la Confindustria del pallone, la Federcalcio deve occuparsi di tutto il calcio. Ovvio dopo un Mondiale così deludente il conflitto sia esasperato" afferma Petrucci. "Qualche presidente ha francamente esagerato. Non dico i nomi, mai personalizzare. L'assemblea di Lega di giovedì era partita nel peggiore dei modi, poi sono prevalse il buon senso e la saggezza del suo presidente, Maurizio Beretta. Si voleva, come capita sempre in questo Paese, la testa di qualcuno. Abete? È lo stesso che era capo delegazione quattro anni fa quando l'Italia vinse il Mondiale. Nessuno criticò quando Abete richiamò Lippi sulla panchina della Nazionale. E si chiede la sua testa solo perché ha fallito un Mondiale. Bisogna correre ai ripari ed è quello che sta facendo Abete. Tutti sostengono che ci siano troppi stranieri: la Federazione ha un unico potere, quello di limitare gli extracomunitari, perché le leggi europee non consentono di intervenire sui comunitari. Si mette mano al problema e succede il finimondo: incomprensibile".
Petrucci spiega la sua valutazione sulla reazione della Lega. "Io rispetto i presidenti, perché investono i loro soldi. Non solo, li voglio tutelare. Non capisco perché continuano a parlare di aumenti dei ricavi, ma non di diminuizione dei costi. Si impari, per esempio, da Moratti, ma anche da Berlusconi. Attualmente sono l'esempio da seguire: sono riusciti a ripianare situazioni economiche pesanti. Ma quelli che sbraitano di più sono altri. Mi sorprende qualche dirigente urlante e contestatore: se si va a vedere come gestiscono squadre e società c'è da mettersi le mani nei capelli".
Il presidente de Coni approfondisce: "Le entrate erariali da giochi e scommesse sono state di 218 milioni di euro. Ma non si scommette solo sul calcio italiano: circa il 50 per cento di queste entrate provengono da campionati esteri, Champions League, Europa League, Premier League, campionato tedesco, Liga, altri tornei stranieri. Il Coni trasferisce al calcio italiano 80 milioni di euro. Fatti due conti, hanno il ritorno di quello che loro dicono di produrre. Abete avrebbe dovuto offrire le sue dimissioni al consiglio federale? Si può dire tutto di Abete, tranne che sia un dittatore. E poi non vedo i gravi errori che si vogliono imputare al presidente federale.
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