Stephen King ritorna alla vecchia formula con Notte buia, niente stelle. Il booktrailer del libro
particolare della copertina originale - Credits: Scribner
Quando ho sentito che il nuovo libro di Stephen King sarebbe stato una raccolta di quattro racconti lunghi, mi sono rallegrato. E non solo perché dopo aver consumato gli ultimi tre sostanziosi tomi del Re del Brivido (
La storia di Lisey,
Duma Key e
The Dome), 2400 pagine in tutto, accoglierò di buon grado un ritmo narrativo differente. Ma soprattutto perché King, in passato, ha già pubblicato raccolte di quattro racconti lunghi -
Quattro dopo mezzanottee
Stagioni diverse– che si dà il caso contenessero alcuni fra i migliori pezzi di letteratura dello scrittore del Maine (
La redenzione di Shawshank e
Il corpo, per citarne due).
È lecito quindi aspettarsi grandi cose da
Full dark, no stars, in uscita domani negli Stati Uniti (in Italia arriverà il prossimo 23 novembre, con il titolo
Notte buia, niente stelle).
Come nelle altre due raccolte citate, anche qui King lascia briglia sciolta al suo lato meno soprannaturale, confezionando quattro storie che, pur flirtando con l’horror, hanno i numeri per classificarsi come pezzi di pura letteratura.
In
1922 King riprende gli ingredienti misterici e noir di Poe e Jim Thompson per narrare la storia di un allevatore che
uccide la moglie insieme al figlio. In
A good marriage una donna vive una vita perfetta con un marito perfetto in una casa perfetta, illusione che va in briciole il giorno che scopre che il marito è in realtà
un serial killer.
Big driver racconta della
vendetta di una scrittrice stuprata, mentre
Fair Extension rivisita lo stilema del
patto con il diavolo.
Le prime recensioni (dalla stampa inglese e americana) non sono entusiasmanti, ma nessuna di esse arriva a stroncare la nuova raccolta. Ma poco conta per i veri fan del Re che, in Italia come altrove, faranno esaurire edizioni su edizioni del nuovo libro. I lettori italiani hanno anche un altro motivo per comprare questo
Notte buia : lo storico (e ottimo) traduttore di King,
Tullio Dobner, è infatti stato sostituito da un altro kinghiano di razza, al secolo
Wu Ming 1.