Diciamocelo francamente: una delle maggiori attrattive dell'Electronic Entertainment Expo sono le "tope dell'E3", le standiste in abiti succinti intente a "ballare la musica house" (cit.) mentre i giornalisti dovrebbero seguire le presentazioni del gioco, limitandosi nella stragrande maggioranza dei casi a ritirare il press kit e a sbavare davanti ai palchi e ai cubi.
Da quest'anno le cose cambieranno: la ESA, che organizza l'evento, ha deciso di far applicare in maniera più severa un regolamento in vigore già da anni: «il materiale presentato, comprese modelle in carne e ossa, che sia sessualmente esplicito e/o sessualmente provocante compreso ma non limitato alle nudità, nudità parziali e costumi da bagno sono vietati nell'area espositiva, e in qualunque altra area della manifestazione. La ESA, a sua sola discrezione, stabilirà se tale materiale sia più o meno accettabile». Dopo il caso Hot Coffee, insomma, pare che nessuno intenda rischiare più del dovuto.
Personalmente condivido totalmente la scelta, che estenderei anche a molti altri aspetti della fiera, come il "casino" generalizzato (musica ad altissimo volume, e un'atmosfera genericamente un po' troppo caciarona), che rende estremamente difficile seguire gli eventi come si vorrebbe/dovrebbe, e appoggio in pieno la frase del direttore della fiera, Mary Dolaher, che dice: «l'E3Expo è la prima e più importante fiera di settore, e policy come questa aiutano a creare un ambiente non solo dove "il lavoro diventa divertimento" (lo slogan ufficiale, ndCT), ma anche dove il lavoro viene effettivamente svolto».
Due riflessioni: la prima è che questo "enforcement" sia, come dicevo prima, una pezza per evitare che anche il centro congressi di Los Angeles si scotti con il caffè bollente. Il che rende un po' ipocrita la decisione, o quantomeno lascia spazio a dubbi, considerato il casino successo nei mesi scorsi e il "tempismo" con cui è stata annunciata.
La seconda riflessione è che anche i giochi presentati dovranno per forza di cose sottostare a questa regolamentazione, e si rischia quindi di non vedere alcuni giochi per via del loro contenuto "adulto" (e l'ingresso alla fiera è per persone con più di 18 anni, da sempre). Paradossale.