Comincio dalla fine, che a differenza di "Cell", m'è piaciuta molto. In linea con tutto il romanzo, direi.
Estremamente cupo, passaggi francamente tremendi, quasi come la società descritta in "La lunga marcia". In un certo senso, potrebbe anche esserne il seguito. Sembra quasi che per un certo periodo King nutrisse molta sfiducia nel futuro degli USA.
Fra parentesi, se non ricordo male, da questo romanzo hanno tratto il film "The running man" (L'implacabile, in italiano) con Arnold Schwarzenegger (del romanzo c'era rimasto ben poco, naturalmente )