Originariamente Scritto da
Ronin
su questo penso che condordi anche will.
il suo discorso mi sembrava più sottile: di fatto, nell'ateismo così come in alcune religioni, la morale è il frutto di MOLTE scelte: devo scegliere cosa pensare dell'aborto, cosa pensare dell'eutanasia, cosa pensare dell'omosessualità (mia e altrui), cosa pensare del sesso fuori dal matrimonio, cosa pensare anche della proprietà privata, perchè no.
qualunque combinazione di queste scelte è ammissibile, e va a costituire una morale che si attaglia perfettamente alla persona, e quindi ne costituisce la reale e precisa "fisionomia etica".
ma se voglio essere cattolico, di tutte queste scelte non me ne rimane che una: essere cattolico, da cui discende obbligatoriamente (ed è qui che non c'è libertà, o meglio c'è meno libertà) come la penso su aborto, eutanasia, omosessualità, etc, etc.
per esempio mia moglie, che pure va in chiesa e si dichiara credente, non ha lo stesso atteggiamento della gerarchia riguardo al sesso prematrimoniale (per mia fortuna
), per cui non si definisce cattolica. ecco, lei dal suo punto di vista trova coercitivo il fatto che, per il non concordare solo in una cosa così piccola, lei non possa essere cattolica, come invece magari se ci fosse elasticità su questo potrebbe essere.
è chiaro che se poi uno ha la fortuna di concordare su tutto e sempre con la gerarchia, non c'è limitazione di libertà: ma è un caso fortuito assai sporadico (le statistiche lo dimostrano).
tanto è vero che la maggioranza delle persone risolve il dilemma semplicemente autoassolvendosi delle eventuali discrepanze, e continuando a professarsi cattolica pur non essendolo effettivamente.