Al recente CES di Las Vegas si sono finalmente viste, per la prima volta, le tanto attese Steam Machine realizzate da terze parti. Tra i vari "scatolotti" pare davvero essercene per tutti i gusti. Alcuni sono gradevoli, altri decisamente meno, ma non è questo il problema.
Dopo venti secondi secchi, in redazione ci siamo guardati tutti in faccia e gli sguardi non erano dei più incoraggianti. Posso sbilanciarmi dicendo che così, a naso, queste "macchine a vapore" non hanno convinto pienamente proprio nessuno, tra queste mura. Il problema? Principalmente la grande forbice di prezzo che esiste tra un modello e l'altro, forbice che inficia ovviamente anche il tipo di prestazioni che ci si porta a casa.
Tanto maggiore il budget investito, tanto più performanti le prestazioni della macchina. Questa non è ovviamente una novità, in ambito home computer, ma è certo che va a frammentare il mercato nella solita, ostinata maniera. La sensazione che abbiamo avuto, alla fine dei giochi, è che si sia persa un'occasione per "standardizzare" il nostro universo, rendendolo più facile da capire e assimilare per tutti, anche per chi vuole avere un'esperienza simile a quella proposta da Sony o Microsoft, a sbattimento zero. Valve poteva realizzare la prima "console enhanced", se ci passate il termine, mettendo nelle nostre mani uno strumento più versatile, efficace ed efficiente di una qualsiasi PlayStation 4 o di un qualsivoglia Xbox One.
Invece, quel che ci portiamo a casa sono delle macchine che hanno, quando va bene, un case solo un po' differente da quelli che stanno popolando i nostri salotti in questi anni.
Il fatto è che stiamo parlando di qualcosa che non convince a cambiare il proprio PC domestico, né per ragioni di prezzo, né per funzionalità. Ai costi delle macchine, a dire il vero non sempre proibitivi (pur con qualche eccezione, come il Digital Storm Bolt II, venduto alla non proprio economica cifra di 2.584 dollari), è inoltre necessario aggiungere il prezzo dello Steam Controller (quello sì, che pare innovativo), escluso dalle confezioni per espressa volontà di Valve, che "vuole che la gente scelga la periferica che preferisce" ma costringe, al tempo stesso, a un ulteriore esborso per avere una macchina fatta e finita.
Una delusione, quindi? Sì, almeno a parere di chi scrive.
E, ancora più inquietante è il fatto che, alla fine del giro di giostra, a nessuno di noi sia venuto in mente di chiedersi "ok, ma quando ne potrò acquistare una?". Le Steam Machine ci hanno lasciato piuttosto freddini quindi, ma a Gabe, cui abbiamo dedicato un dossier su questo stesso numero, non si può non perdonare un eventuale passo falso.
Sempre che lo sia, ovviamente.
Davide "ToSo" Tosini